È stato presentato di recente il Rapporto sullo stato dei diritti in Italia,  ideato e curato da A Buon Diritto Onlus grazie al sostegno dell’Otto per mille Valdese, che annualmente monitora le principali novità normative, evidenzia gli eventuali arretramenti riscontrati nel riconoscimento di alcuni diritti e formula le iniziative e le proposte da intraprendere per la loro tutela. Si tratta di 17 diversi diritti passati in rassegna: dalla Libertà di espressione e d’informazione ai Profughi e richiedenti asilo; dalla Salute e libertà terapeutica all’Ambiente; e poi Autodeterminazione Femminile, Istruzione, Lavoro, Persona e disabilità, Pluralismo religioso, Migrazioni e integrazione, LGBTQIA+, Minori, Prigionieri, Salute, Dati sensibili e Diritto all’abitare. Vediamone alcuni.

PROFUGHƏ E RICHIEDENTƏ ASILO

Nel 2022 il numero degli arrivi via mare è aumentato rispetto al 2021, mentre quello dei decessi resta simile (1.453 nel 2022 e 1.545 nel 2021). La rotta del Mediterraneo Centrale rimane tra le più pericolose al mondo. La Libia resta il primo paese per partenze ma si nota un importante aumento di partenze dalla Tunisia. A questi Stati l’Unione europea ha destinato centinaia di milioni di euro per il controllo delle frontiere e la grande preoccupazione di ONG, osservatori e società civile è che tali risorse siano state e continuino ad essere impiegate dalle autorità locali in attività e pratiche lesive dei diritti umani. Il Memorandum Italia – Libia del 2017 è stato rinnovato per ulteriori tre anni, nonostante si stimi che in questi anni oltre 85.000 persone siano state intercettate e condotte dalla cd. guardia costiera libica nei centri di detenzione, in cui la violazione sistematica dei diritti fondamentali è ormai acclarata da tempo. Il tema dei salvataggi in mare da parte delle ONG è rimasto al centro del dibattito pubblico. Nonostante le accuse di questi anni, continua a non esserci alcuna prova dell’illegalità nelle operazioni di ricerca e soccorso. Inoltre, è ormai pacifico il fatto che le ong non costituiscano un fattore di attrazione per le partenze. Eppure, nel 2022 il Governo Meloni ha approvato un decreto particolarmente controverso, i cui effetti sono chiari: ostacolare le operazioni delle ONG, in linea con gli esecutivi precedenti. Il provvedimento non tiene però conto che sul numero totale dei salvataggi le ONG incidono per il 14% circa, offrendo un importante sostegno dell’attività di soccorso già garantita dalla Guardia Costiera. Nel corso del 2022 le domande di protezione internazionale presentate sono state 84.289, il 57% in più rispetto all’anno precedente. Il numero delle decisioni adottate sulle domande di asilo è 58.478, a fronte delle 51.931 del 2021. Il dato è significativo perché dimostra la difficoltà delle Commissioni territoriali ad assicurare un esame completo entro tempi ragionevoli, anche a causa della strutturale carenza di personale impiegato negli uffici competenti per le questioni migratorie.

LGBTQIA+

In base al Rainbow Report di Ilga Europe(1), l’Italia si colloca al 34° posto tra i 49 Stati Europei e dell’Asia Centrale con solo il 25% dei diritti LGBTQIA+ raggiunti. Il 2022 si conferma un anno caratterizzato dall’assenza di una reale proposta legislativa in materia di diritti delle persone LGBTQIA+ e di contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, nonostante la presentazione, in seno al Consiglio dei ministri, il 5 ottobre 2022, da parte dell’allora Ministra per le pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, della “Nuova strategia nazionale LGBT+ 2022-2025. Non vi sono, a tutt’oggi, risposte concrete in grado di garantire una tutela effettiva dei diritti delle persone LGBTQIA+, come il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali e la riforma dell’istituto della filiazione.  Sono ancora preoccupanti i numeri delle discriminazioni anche in ambito lavorativo. Secondo il rapporto ISTAT, il 41,4% delle persone ha riferito di essere stato svantaggiat* nel corso della propria vita lavorativa a causa del proprio orientamento sessuale; per tale ragione il 61,2% degli intervistat* riferisce di aver evitato di parlare della propria vita privata fino anche a nascondere il proprio orientamento sessuale.

SALUTE MENTALE

L’Italia è il Paese la cui popolazione è più colpita sul fronte della salute mentale: solo il 18% del campione dichiara uno stato di pieno benessere (Flourishing), un dato in calo rispetto allo scorso anno (20%). Come noi, solo i giapponesi. Nel contesto italiano inoltre vi sono anche luoghi, contesti e condizioni sociali che generano sofferenza mentale e rischio di sviluppare disturbi mentali severi. Ci riferiamo alla guerra, alla povertà, alla privazione del lavoro, alle case insalubri, ai quartieri ghetto, alla detenzione nelle carceri di persone che già vivono una condizione di sofferenza mentale incompatibile con la carcerazione, alla ancanza di intervento immediato nelle situazioni a rischio, ai respingimenti in mare e ai centri governativi per immigrati richiedenti asilo. Situazioni e luoghi che generano sofferenza, esclusione, emarginazione che non possono coesistere in un Paese civile. Il Rapporto annuale sulla salute mentale indica che nell’anno 2022 le persone psichiatriche assistite dai servizi specialistici in Italia sono state 776.829, ovvero 154,2 ogni dieci mila abitanti adulti. Di questa popolazione fanno parte anche persone migranti e si rileva che l’80% dei richiedenti asilo manifesta sintomi da stress post-traumatico.

AUTODETERMINAZIONE FEMMINILE 

Il tema dell’autodeterminazione femminile continua nel 2022 a costituire una sfida culturale oltre che un target di intervento di alcune misure economiche e normative, a vario titolo rivendicate dai decisori politici. Il numero delle vittime di omicidio risulta, secondo la nota Istat in crescita rispetto al 2021, con una percentuale di aumento del 6,2%: nel 2022 si registrano 322 vittime, di cui 126 donne. Quasi la metà di queste sono state uccise da un partner o da un ex partner ed un terzo da un parente, tutti di sesso maschile. In generale, si osserva come il 92,7% delle donne uccise sia vittima di un uomo. L’Istat stima il numero dei femminicidi nel 2022 in 106, sul totale delle 126 donne uccise. Il dato appare in linea con gli ultimi tre anni, nonostante l’entrata in vigore nel 2019 del c.d. Codice Rosso. Per le donne si conferma un quadro in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia. L’80% delle vittime di c.d. reati spia di contesti di violenza di genere nel 2022 sono donne. Nello stesso anno più di 5000 donne hanno subito violenza sessuale, una tendenza di costante aumento, e sono stati registrati 1.196 ricoveri ordinari di donne con indicazione di violenza. Emerge ancora un contesto di violenza maschile contro le donne di natura sistemica e che riguarda numerosi aspetti, inclusi quelli economico e culturale, evidentemente non sanabile soltanto con misure repressive.

Il Rapporto oltre alle maggiori difficoltà riscontrate nel riconoscimento dei diritti, riporta anche le novità normative in tema di diritti e le iniziative e le proposte da intraprendere per la loro tutela, rappresentando una utile ricerca corale e intersezionale volta a mettere in connessione norme, percorsi individuali e comuni per fornire uno strumento scientifico, di informazione e politico. Il portale è articolato in 18 sezioni arricchite da grafici, timeline e storie, ed è il frutto del lavoro costante di un collettivo composto da ricercatrici e ricercatori, redattrici, sviluppatori web ed esperti di visualizzazione dati.

 

Qui per accedere al portale: https://www.rapportodiritti.it/.