Il 29 novembre 2023 è morta, all’età di 70 anni, l’europarlamentare ecosocialista francese Michèle Rivasi per un attacco cardiaco mentre si recava al Parlamento Europeo a Bruxelles.
Membro del Partito dei Verdi, durante la crisi sanitaria da Covid-19, si è fin da subito battuta1 per la trasparenza sui rapporti commerciali e contrattuali tra Commissione Europea e case farmaceutiche peri vaccini. “Sono mesi – aveva sottolineato nel 2020 la Rivasi – che chiediamo accesso ai contratti siglati dalla Commissione con i produttori di vaccini, che l’esecutivo continua a mantenere segreti, limitandosi a fornire un accesso parziale, unicamente in una reading room allestita dalla Dg Sante a Bruxelles, in piena pandemia, a condizione che non si fotografi e che non si prendano appunti, al contratto siglato con Curevac” (omissato nei punti cruciali, come quelli relativi alla responsabilità). “Ho fatto sei ore di treno per andare in questa reading room. Sulle cifre” accordate ai produttori “non c’è nulla; sui luoghi di produzione, non c’è nulla; sui prezzi, non c’è nulla” – dichiarava l’europarlamentare. Durante un intervento in Parlamento mostrò i fogli dei contratti: fogli quasi interamente contrassegnati con evidenziatore nero, dimostrando che erano contratti “top secret” a cui i consumatori non avevano alcun diritto ad essere informati. Contratti pieni di omissis e “seppelliti” in un una stanza di Bruxelles con rigide regole di accesso e poche informazioni disponibili. Rivasi aveva dichiarato che non vi era alcuna informazione su chi risponda di eventuali e possibili effetti collaterali della vaccinazione.
In nome della trasparenza, ha dedicato parte del suo ultimo mandato a indagare sul cosiddetto “caso SMS”, che riguarda i sospetti sui messaggi di testo scambiati tra la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen2 e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla in merito alla negoziazione di un contratto per 1,8 miliardi di dosi di vaccini COVID-19. Rivasi ha spinto affinché venissero resi pubblici questi scambi di SMS. “Sono molto delusa. Ogni critica è stata eliminata, il rapporto della Commissione Covid sembra fatto per le aziende farmaceutiche. Mi batterò nel gruppo dei Verdi per votare contro, ma anche loro hanno paura che criticare la Commissione Ue offra sponde all’estrema destra” – disse a luglio 2023 Michèle Rivasi.
Insieme ai colleghi David Cormand, Rosa D’Amato, Damien Careme, Claude Gruffat, Bénoit Biteau, François Alfonsi e Caroline Roose, fu tra i firmatari di una lettera in cui si pretendeva chiarezza sui potenziali conflitti di interesse, in un momento in cui «la credibilità del progetto europeo è in gioco».
Oltre al prezzo3 sono molti i dati che non vengono resi noti. “Allora non è possibile, non si possono dare così tanti soldi pubblici senza contropartita”. E soprattutto, proseguiva Rivasi, “chi è responsabile degli effetti collaterali? Dovete rispondere su questo, perché nei contratti non c’è nulla. Se mi vaccino domani e ho una paralisi facciale, chi ne risponde? Lo Stato o la compagnia farmaceutica? Dovete rispondere”.
Nello scandalo Pfizergate4 ha portato l’accento anche sulla presidente Von der Leyen5 aveva, sulla sua gestione dell’acquisto dei vaccini e i messaggini mai resi pubblici con Pfizer. A fare scalpore era stato il caso del marito Heiko, che ha incarichi di spicco in una società che ha beneficiato anche di fondi europei6. Fu proprio Rivasi a denunciare: “Nella commissione COVID ho chiesto agli esperti: come giudicano il fatto che l’azienda americana del marito della presidente della Commissione europea riceva soldi dal piano di ripresa dell’UE, attraverso le sue filiali in Europa? Conflitto d’interesse? Favoritismo?”
In modo controcorrente, rispetto ad altri suoi colleghi, Rivasi aveva anche una posizione molto critica sui vaccini anti-Covid, criticando fortemente la vaccinazione obbligatoria del personale sanitario in Francia paragonando giustamente l’introduzione del pass sanitario ad una forma di apartheid. Molto conosciuta nell’emiciclo di Bruxelles per le sue battaglie contro le lobby farmaceutiche, contro i pesticidi e per la qualità dell’aria, Rivasi è stata definita dalla sua collega Marie Toussaint una “militante infaticabile, una combattente ecologista che lascia un grande vuoto”. “Sempre pronta a difendere i principi che le stavano a cuore, Michèle Rivasi ha dedicato la sua vita a proteggere la biodiversità e la nostra salute, e a lottare per la trasparenza delle nostre istituzioni nell’interesse dei cittadini europei”, si legge nel comunicato stampa.“Siamo profondamente addolorati per la morte della nostra collega Michèle Rivasi. […] La sua straordinaria carriera, le sue appassionate battaglie politiche e la sua empatia hanno lasciato il segno in tutti coloro che hanno avuto la possibilità di conoscerla” – hanno dichiarato Terry Reintke e Philippe Lamberts, a nome del Gruppo Verde/ALE – “Il nostro Gruppo e il Parlamento europeo perdono oggi una figura politica che, nel corso della sua carriera, ha cercato soprattutto di difendere l’interesse pubblico”.
Prima di essere eletta come europarlamentare, Rivasi è stata deputata socialista per la regione francese sud-orientale della Drôme dal 1997 al 2002. Ha anche fondato la Commissione per la ricerca indipendente e l’informazione sulla radioattività (CRIIRAD) a seguito del disastro nucleare di Chernobyl nell’aprile 1986. Rivasi è stata membro del Parlamento europeo per i Verdi dal 2009, impegnandosi in particolare nella battaglia contro l’accordo di libero scambio UE-Mercosur e contro l’uso dei pesticidi, tra cui il famigerato glifosato.
3 Un tweet, che risale a dicembre 2020, della sottosegretaria belga Eva de Bleeker, aveva rotto il segreto chiesto dalle multinazionali farmaceutiche e concesso dalla Commissione. La sottosegretaria ha poi cancellato il tweet, con tanto di tabella, ma è stato screenshottato e pubblicato da un quotidiano olandese. Secondo la tabella pubblicata dalla De Bleeker, mai smentita dalla Commissione, il vaccino di Pfizer e BionTech all’Ue è costato agli Stati Ue 12 euro a dose, poco meno dei 18 dollari (circa 14,7 euro) a dose del vaccino di Moderna. Il vaccino Oxford/AstraZeneca è il più economico (1,78 euro a dose). Per Curevac sono 10 euro a dose, per Sanofi/Gsk sono 7,56 euro, per Johnson & Johnson 8,5 dollari a dose.