Un incontro nel solito dialogo tra sordi quello di martedì in Consiglio di Sicurezza dell’ONU, a New York. I paesi del blocco imperialistico occidentale a guida anglosassone, infatti, da un lato, il resto del mondo dall’altro.

Se il Brasile, assieme ai diversi paesi di Africa e Asia componenti il Consiglio, si era fatto portavoce di un “cessate il fuoco” anticipatore di colloqui di pace, il blocco occidentale ha detto tutt’altro.
Mai replicando alle richieste dei colleghi. Quasi che gli ambasciatori di Africa e Asia lì in Consiglio stessero fuori posto.

In particolare, l’ambasciatore di quel Giappone filo-occidentale Ishikane Kimihiro, dopo aver sottolineato i dati ufficiali che parlano di 9.701 civili morti e di 5,1 milioni ucraini sfollati, si è limitato ad intimare: « la Federazione Russa a ritirarsi immediatamente e incondizionatamente dai confini internazionalmente riconosciuti dall’Ucraina ». Posizione sposata grosso modo con gli stessi termini da Francesca Maria Gatt (Malta) e Pascale Christine Baeriswyl (Svizzera).

I paesi leader del mondo capitalistico hanno pensato più al … “grano”, intesa la moneta che fa girare gli affari però.

Così Nicolas de Riviere per la Francia ha chiesto di « ristabilire un corridoio di esportazione sicuro nel Mar Nero per i prodotti agricoli ucraini », l’ambasciatore britannico Barbara Woodward ha lamentato di come « bloccare le esportazioni di grano ucraine sia come di usare il cibo come arma di guerra ». Infine, anche Bjrn Olof Skoog, capo delegazione dell’Unione europea, in qualità di osservatore, ha contestato l’azione russa di ridurre la « capacità di esportazione di grano » da parte ucraina.

L’Albania, che spera di poter entrare nell’Unione Europea, ha dato loro man forte: « la guerra distrugge le fattorie. Ciò è particolarmente dannoso in una parte del mondo conosciuta come il granaio d’Europa », ha lamentato il suo rappresentante Ferit Hoxha.

Il rappresentante elvetico, Pascale Christine Baeriswyl, ha sottolineato la cruciale necessità di assicurare « la sicurezza del trasporto marittimo attraverso il Mar Nero per facilitare le esportazioni di cibo e fertilizzanti dall’Ucraina e dalla Federazione russa ai mercati mondiali ».

In proposito, ha preso la parola il rappresentante degli Emirati Arabi Uniti, Ghasaq Yousif Abdalla Shaheen, che in precedenza comunque si era posto tra i sostenitori di un percoso di pace, affermando come « riducendosi la sua [dell’Ucraina, NdR] capacità di esportare cereali e altri prodotti alimentari, si mantengono i prezzi ostinatamente alti in tutto il mondo ».

Insomma dei morti e delle distruzioni, all’impero d’occidente non importa proprio nulla.


Fonti e Note:

[1] ONU, Consiglio di Sicurezza, comunicato stampa 31 ottobre 2023.