Continuano presso la sede delle Nazioni Unite a New York City gli incontri della seconda conferenza degli Stati parte del TPAN.
Il Punto centrale della giornata di oggi è stato caratterizzato dagli interventi dei Paesi osservatori, di una organizzazione internazionale e di 11 ONG.
Si inizia in mattinata con gli interventi degli Stati parte (coloro che hanno già firmato e ratificato il Trattato): Rep Democratica del Laos, Bolivia, Gambia, Mongolia, Vietnam, Trinidad & Tobago, Palestina, Repubblica Domenicana, Isole Comore, Nigeria, Botswana, Jamaica, Nauru, Samoa, Rep. di San Marino, Congo, Burkina Faso, Isole Cock, Sri-Lanka, Capo Verde, Nicaragua.
Alle 11:40 iniziano anche le dichiarazioni degli Stati firmatari: Brasile, Mozambico, Indonesia, Nepal, Sierra Leone, Haiti, Tanzania.
Il delegato del Brasile annuncia che il presidente Lula sta proponendo al congresso di ratificare quanto prima il trattato.
Il delegato dell’Indonesia durante il suo intervento annuncia l’avvenuta ratificazione del trattato portando il numero degli Stati parte a 70!
ISi passa all’intervento dei paesi osservatori che partecipano alla Conferenza: Germania, Marocco, Norvegia, Svizzera, Egitto.
La Germania vede con interesse gli articoli del TPAN ma evidenzia come il memorandum di Budapest non venga rispettato dalla Russia, la quale ha sospeso anche il trattato “new start” e quello di non proliferazione.
Quindi la Russia è il paese che ostacola maggiormente la possibilità di adesione al TPAN, avendo sospeso o non rispettato completamente i precedenti trattati legati alle armi nucleari.
Si propone che la Cina assuma un ruolo negoziale tra la Russia e l’Occidente, per far tornare ai tavoli della trattativa le parti coinvolte e capire quali possibili passi si potrebbero iniziare a compiere nel futuro verso il TPAN stesso.
Quindi la Germania, come membro della NATO, non può fare altro che condividere ed appoggiare il suo piano di deterrenza nucleare. Tuttavia, suggerisce che sarebbe opportuno che i membri del TPAN fossero invitati alle successive riunioni di revisione del TNP – inoltre si ricorda come la ministra degli Esteri Annalena Baerbock abbia già affermato che la Germania è impegnata nell’assistenza delle vittime.
La Norvegia appoggia il TNP e vede con interesse il TPAN ma per gli stessi motivi della Germania considera un possibile punto di debolezza aderire ora a tale trattato.
Anche la Svizzera considera al momento non possibile valutare l’adesione al trattato per motivi di sicurezza causata in particolare dall’aggressione Russa in Ucraina.
La Svizzera riconosce che i due tratti TNP e TPAN sono due pietre speculari che si possono completare, non entrando in contrapposizione l’uno con l’altro.
L’Egitto ha deciso di partecipare alla Conferenza dopo le scioccanti affermazioni del governo israeliano sul possibile uso di un ordigno atomico per garantire la loro sicurezza.
La giornata si conclude con l’interscambio generale sul trattato.
Ulteriori interventi dei Paesi osservatori: Myanmar, Isole Marshall, Belgio (la delegata sostiene le stesse posizioni di Germania, Norvegia e Svizzera ma resta interessata ai dibattiti, senza che ciò venga interpretato come un primo approccio per aderire: inoltre nutre timori per il programma nucleare iraniano e considera l’articolo 2 del TPAN insufficiente pur restando presente nelle verifiche del disarmo nucleare in corso con altri trattati), Guinea Equatoriale.
Intervento dell’organizzazione internazionale – IFRC (International Federation of Red Cross) + ICRC (International Committee of the Red Cross): gli interventi sottolineano l’importanza delle due riunioni e del trattato, in particolare per le assistenze umanitarie. Seguono 11 interventi della società civile (ONGs).
Si prosegue con l’esame dell’articolo 12 – Universalizzazione del trattato: Sud Africa e Malaysia sono i Paesi incaricati.
L’obiettivo sta nell’implementazione dell’articolo 12:” Ciascuno Stato Parte incoraggia gli Stati che non sono parti del presente Trattato a firmare, ratificare, accettare, approvare o aderire al Trattato, con l’obiettivo dell’adesione universale di tutti gli Stati al Trattato.”.
Sandro Ciani, Mondo Senza Guerre e Senza Violenza