“Come lavoratori, siamo con gli oppressi e gli innocenti, migliaia dei quali hanno perso la vita nell’ultimo mese”. Così inizia la dichiarazione dei dirigenti di American Postal Workers Union (APWU), il Sindacato che rappresenta 200.000 postini statunitensi. APWU richiede un cessate il fuoco a Gaza, condanna il rifiuto del governo israeliano di consentire gli aiuti umanitari ai rifugiati palestinesi che stanno fuggendo dal nord di Gaza e afferma che la negazione di tali aiuti è “un crimine di guerra”, che coinvolge anche il governo statunitense.

Il quale, tra una blanda richiesta di “pause umanitarie” e l’altra, continua a fornire ad Israele  armi utilizzate per l’uccisione sistematica di civili.

APWU è il primo grande Sindacato degli Stati Uniti la cui intera dirigenza si pronuncia esplicitamente per un cessate il fuoco a Gaza. In precedenza, come scrivevamo su Pressenza, solo il Sindacato dei lavoratori elettrici United Electrical, Radio and Machine Workers of America (UE), con 36.000 iscritti, e Chicago Teachers Union (CTU), Sindacato degli insegnanti della terza città degli USA,  avevano chiesto la fine degli aiuti militari a Israele e l’avvio di una politica di pace.

Il presidente Biden continua invece imperterrito a sostenere una politica di difesa ad oltranza dell’invasione di Gaza e così, oltre a rendersi nella pratica complice dei massacri, perde notevolmente consensi. Recenti sondaggi affermano che l’80% degli elettori del Partito Democratico lo critica sull’argomento e soprattutto lo fanno le comunità araboamericane e quelle israeliane antisioniste contrarie alla guerra di Netanyahu, oltre che un’ampia parte di giovani, che manifesta nelle Università per la fine dei massacri in Palestina.

Anche alcuni settori dell’amministrazione sono fortemente critici alla gestione presidenziale della guerra in Palestina: dopo le dimissioni pubbliche di fine ottobre di Josh Ball, direttore dell’Ufficio per gli affari pubblici e congressuali del Dipartimento di Stato degli USA, che si occupava di affari politico-militari (e firmava il trasferimento di armi verso i Paesi stranieri), è stata diffusa un lettera firmata da almeno 100 funzionari del Dipartimento di Stato e dell’Agenzia  internazionale per lo sviluppo, Usaid. La lettera è venuta in possesso e pubblicata dal portale Axios e critica la scarsa volontà di Biden di contrastare i “crimini di guerra” dell’esercito israeliano, fornendogli sempre maggiore materiale bellico che ha prodotto una tremenda crisi umanitaria e più di 10.000 morti palestinesi. di cui 4.200 bambini.

Tali documenti certificano un disaccordo formale con la politica ufficiale che i dipendenti pubblici statunitensi possono inviare ai massimi dirigenti attraverso un canale interno protetto e sono una procedura istituita durante la guerra degli Stati Uniti contro il Vietnam per consentire uno sfogo interno ai diplomatici quando ritengono che gli Stati Uniti stiano “facendo scelte pericolose e autodistruttive”. In questo caso, la critica non è rimasta interna.

Anche centinaia di componenti degli staff del Congresso federale hanno manifestato in sciopero sulle scale del Campidoglio a favore del cessate il fuoco e 500 componenti della campagna elettorale di Biden contro Trump hanno protestato con una lettera al Presidente.

. Le motivazioni che gli Stati Uniti non avrebbero il potere di bloccare la “punizione collettiva” attuata dal governo israeliano, accampate da Biden contro le critiche, sono risibili, considerato l’appoggio politico, militare, d’intelligence, di schieramento navale, di fornitura di armi sempre più sofisticate e letali, che gli Stati Uniti continuano ad attuare e che contrastano con la necessità di pace e di riconoscimento di tutti i popoli dell’area a vivere in libertà e giustizia.

 

Fonti principali:

C.J.Atkins, Mutiny grows as State Department officials accuse Biden of backing war crimes e M.Gruenberg,  APWU is the first big union to call for Gaza ceasefire, People’s World, 13 e 14 novembre