Il popolo panamense rimane fermo sulle sue posizioni e non abbandonerà le piazze fino a quando la legge 406 sul contratto tra lo Stato panamense e la Minera Panama (First Quantum Minerals) non verrà abrogata. Lo sciopero comporta la chiusura di diverse strade del Paese, occupate da manifestazioni, raduni e marce pacifiche di studenti, indigeni, ecologisti, ambientalisti, comunità, giovani, associazioni educative e sanitarie e della società civile in generale.

Le proteste continuano nonostante il decreto emesso dal Presidente Cortizo che vieta di rilasciare nuove concessioni minerarie. Il popolo panamense chiede infatti l’abrogazione del contratto minerario senza negoziati e una moratoria mineraria di durata illimitata.

D’altra parte, i media tradizionali hanno cercato di delegittimare le proteste dando risalto negativo alle manifestazioni, divulgando informazioni non obiettive, evitando di rivelare le vere cause delle proteste. Il governo ha anche cercato di incolpare i manifestanti per gli atti di vandalismo che si sono verificati. La popolazione ha tuttavia riconosciuto in tali spiacevoli eventi la firma governativa: si tratta infatti di vecchie tattiche collaudate durante la dittatura militare.

Sebbene le forze di sicurezza abbiano represso i manifestanti con una forza sproporzionata, lanciando lacrimogeni scaduti e utilizzando nuove attrezzature per scagliare fumogeni, pallini e proiettili contro la folla, il popolo panamense resta unito e incrollabile. L’obiettivo è eliminare l’enclave mineraria.

La corruzione e la cessione di terreni per lo sfruttamento minerario hanno spinto migliaia di panamensi a rifiutare la legge 406 che dà il via libera alla società mineraria canadese First Quantum Minerals (FQM). Malgrado il 29 ottobre il Presidente Laurentino Cortizo abbia indetto una consultazione popolare per discutere del contratto minerario, le proteste si sono intensificate. Tale decisione viene infatti interpretata come una presa in giro, soprattutto dopo le massicce manifestazioni nazionali in evidente rifiuto del contratto minerario. L’opposizione al contratto minerario continua a paralizzare diverse aree di Panama. Allo mobilitazione nazionale si sono aggiunti il settore dei trasporti e uno sciopero a tempo indeterminato degli educatori.

La popolazione di Panama è di oltre 4 milioni di persone e il prodotto interno lordo è di 73.449,3 milioni di dollari (secondo i dati divulgati dalla Contraloría General de la República). Nonostante questi dati, la disuguaglianza sociale e la scarsa qualità della vita sono ancora fonte di enorme disagio per la popolazione. I cittadini hanno espresso il proprio scontento e ripudiano la mancanza di trasparenza e la corruzione, condannando chi li governa per la mancata tutela dei beni comuni del Paese.

Di Dania Batista Guevara e Olmedo Carrasquilla

Traduzione dallo spagnolo di Federica Torre. Revisione di Thomas Schmid.

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