La baia di Manila, lunga 190 chilometri e un tempo ricca di vegetazione, è famosa per il suo bellissimo tramonto. Situata a cavallo tra la popolosa regione della capitale Metro Manila e diverse regioni provinciali, oggi è messa a rischio da una grave degradazione ambientale chiamata “bonifica”.

Questi progetti di bonifica rappresentano una seria minaccia per i sistemi naturali, poiché distruggono mangrovie, praterie di fanerogame, zone umide e altri habitat marini, provocano lo sfollamento di intere comunità e distruggono mezzi di sussistenza, sia di agricoltori che di pescatori.

Il 18 ottobre 2023, i sostenitori della lotta contro la bonifica, che rappresentano un ampio settore della società filippina, si sono riuniti sulla Roxas Boulevard, lungo la costa della baia di Manila, per far sentire la loro voce.

“Salvate il nostro tramonto, salvate la baia di Manila”

“Difendete la baia di Manila”

Una protesta organizzata ha riunito diversi gruppi religiosi e della società civile, per amplificare la portata di questo appello proveniente da diversi settori, in particolare dalle comunità colpite, per mettere fine alla distruttiva bonifica della baia di Manila.

Si sono riuniti per creare un’imponente catena umana lungo i marciapiedi di Roxas Boulevard, che si estendeva dall’Ambasciata degli Stati Uniti al Centro Culturale delle Filippine.

La manifestazione è iniziata con discorsi e interventi di diversi rappresentanti dei gruppi presenti. Inoltre, hanno partecipato anche alcuni sostenitori appartenenti a due grandi reti,  People’s Network for the Integrity of Coastal Habitats and Ecosystems (People’s NICHE) e Church-CSO Empowerment for Ecological Sustainability (Eco-Convergence), che hanno unito le forze per chiedere la sospensione immediata e completa dei progetti di bonifica nella baia di Manila.*

Un comunicato stampa diffuso da People’s Niche  riportava la dichiarazione di Jonila Castro di AKAP KA Manila Bay: “Sono passati due mesi da quando il Presidente Marcos Junior ha coraggiosamente proclamato la sospensione di tutte le attività di bonifica nella Baia di Manila. Tuttavia, non sono state emanate leggi o linee guida legali chiare, e le comunità costiere lungo la Bay Area e oltre sono ancora in pericolo”.

Jhed Tamano, un altro sostenitore della lotta contro la bonifica, ha fatto notare che “la violenza sponsorizzata dallo Stato lungo le aree costiere ha spesso lo scopo di mettere a tacere le comunità e le persone che osano opporsi ai progetti di bonifica e che resistono alle minacce ecologiche e comunitarie che queste rappresentano”. Tamano e Castro sono stati sequestrati il 2 settembre a Orion, Bataam, mentre svolgevano alcune consultazioni con i pescatori locali.

“I pescatori rischiano di perdere fino al 90% del loro reddito e migliaia di persone saranno costrette a lasciare le aree costiere a causa di questi progetti. Ma non si tratta solo di cifre, bensì di veri e propri ecosistemi marini e acquatici produttivi che verranno distrutti dalle attività di bonifica”, ha dichiarato Fernando ‘Ka Pando’ Hicap, presidente di PAMALAKAYA, una federazione nazionale di pescatori.

Al posto della bonifica, questi gruppi hanno chiesto un “genuino risanamento” della baia di Manila, che includa “il ripristino degli ecosistemi e il sostegno delle comunità di pescatori”. Per i gruppi religiosi come Promotion of Church People’s Response (PCPR), l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco ci ricorda che “il nostro dovere di proteggere l’ambiente si intreccia con la nostra responsabilità morale di salvaguardare il benessere delle generazioni presenti e future, sottolineando l’interconnessione di tutta la vita nella nostra casa comune”.

“Ogni possibile guadagno proveniente da progetti inesistenti è oscurato dai profondi impatti economici e ambientali della distruzione delle mangrovie e dello scarico di terra in preziose aree costiere”, ha dichiarato Cleng Julve, membro del gruppo di difesa scientifico AGHAM. “Non importa quanti miliardi di pesos di investimenti e profitti siano stati promessi dai promotori delle bonifiche, la domanda rimane: chi ne beneficerà e chi sarà lasciato indietro?

Dopo l’assemblea e gli interventi che hanno avuto luogo al Rajah Sulayman Park, tutti si sono diretti verso il lungomare, portando striscioni e manifesti. Hanno accesso candele e formato una lunga catena umana mentre il tramonto sulla baia di Manila faceva da sfondo.

Ecco alcune foto del raduno, una manifestazione di protesta che esorta il Governo e le autorità competenti a sospendere non solo verbalmente i progetti, ma a porre fine in maniera concreta a essi e a iniziare il processo risanamento. **

NOTE:

*People’s NICHE è un’alleanza nazionale di gruppi della società civile e organizzazioni comunitarie. È composta da Kalikasan People’s Network for the Environment, PAMALAKAYA, Oceana, Center for Environmental Concerns Philippines, AGHAM Advocates for Science and Technology for the People, AKAP Ka Manila Bay, Nilad Metro Manila Environmental Network, Youth Advocate for Climate Action Philippines, Save Gubat Bay Movement, UP Fisheries Guild, One Pawikan, Council for People’s Development and Governance, Community Empowerment Resource Network e Climate Change Network for Community-Based Initiatives.

Eco-Convergence comprende Caritas Philippines e la Social Action Network, Laudato Si Movement Pilipinas, Philippine Misereor Partnership Inc., Living Laudato Si Philippines, Center for Energy, Ecology, and Development, Alyansa Tigil Mina e il Philippine Movement for Climate Justice.

**Ci sono circa 22 progetti di bonifica che mettono in pericolo l’area costiera di fronte alla baia di Manila – le città costiere e i comuni della National Capital Region o NCR – Manila, Pasay,  Parañaque, Las Piñas, and Navotas e le province costiere di Bataan, Pampanga, Bulacan nella Regione 3, e  Cavite nella Regione 4.

Foto di Katsch Catoy

Traduzione dall’inglese di Alessandra Toscano. Revisione di Thomas Schmid.