ECUADOR. PADOVA CON L’AMAZZONIA, CELEBRA REFERENDUM ANTI-PETROLIO
GRUPPO RICERCA ATENEO SU SCELTE POPOLARI A TUTELA CHACO E YASUNÌ

(DIRE) Roma, 28 ago. – In Ecuador, indipendentemente dall’esito del secondo turno delle elezioni presidenziali previsto a ottobre, a vincere è stata la volontà popolare di bloccare l’estrazione petrolifera nel cuore della foresta amazzonica: lo evidenziano i ricercatori del Centro Jean Monnet sulla giustizia climatica dell’Università di Padova.
Il punto è al centro di un rapporto diffuso dal dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale dell’ateneo veneto.
“Il 20 agosto si è tenuto in Ecuador il primo referendum al mondo che ha convocato i cittadini a esprimersi in favore o contro il mantenimento del petrolio nel sottosuolo in un’area protetta”, sottolineano i ricercatori, attivi da anni con progetti di monitoraggio delle conseguenze ambientali delle attività estrattive nell’Amazzonia ecuadoriana.
“La vittoria del ‘sì’ con il 59% blocca le trivellazioni della concessione petrolifera numero 43, conosciuta come Itt (Ishipingo-Tambococha-Tiputini), che si sovrappone alla riserva della biosfera Unesco di Yasunì, importante area di conservazione biologica e culturale che comprende il Parco nazionale Yasunì, la Zona intangibile riservata al diritto all’autodeterminazione dei popoli incontattati Tagaeri Taromenane (conosciuta con l’acronimo Zitt) e i territori della nazione indigena Waorani”.
Il referendum si è tenuto in concomitanza con le elezioni presidenziali e legislative.
I cittadini della provincia del Pichincha, che ha come capoluogo la capitale Quito, hanno votato per proibire l’attività mineraria su scala artigianale, piccola, media e grande nella riserva della biosfera del Choco andino del Pichincha.
Una scelta, questa, si evidenzia nel rapporto, che conferma con il 68% delle preferenze espresse la volontà popolare di proibire l’attività mineraria.
Secondo Esperanza Martinez, coordinatrice di Acción Ecologica, “i vincitori delle elezioni del 20 agosto sono Yasunì e Choco perché nessun candidato alla presidenza della repubblica ha raggiunto quelle percentuali”.
Al ballottaggio del 15 ottobre si sfideranno Luiza Gonzalez, di Revolución Ciudadana, che ha ottenuto al primo turno il 33 dei consensi, e Daniel Noboa, di Acción Democrßtica Nacional, (23).
Sofia Torres dell’associazione Yasunidos, ha detto: “Mentre i politici ci separano, la natura ci unisce. Sappiamo che rispondiamo alla ragione collettiva della vita; siamo la natura che si difende dalla violenza e dall’estrattivismo”.
Il Centro Jean Monnet sottolinea la necessità di leggere il risultato delle consultazioni “nel contesto di un lungo percorso che ha visto la società civile, i movimenti indigeni e la ricerca scientifica collaborare per la giustizia climatica e la transizione dai combustibili fossili”.
Del gruppo dei ricercatori dell’Università di Padova fanno parte Massimo De Marchi, Daniele Codato, Salvatore Pappalardo, Edoardo Crescini, Francesco Facchinelli, Giuseppe Della Fera e Alberto Diantini.