29 Agosto, Milano: si sa, gli sgomberi è meglio farli in estate. E ahimè, a Milano ieri sembrava ancora “piena estate”. Uno sgombero all’alba. Uomini, donne e bambini per strada, una chiamata alla solidarietà, appelli, radio, social, sei presone che restano sul tetto (resisteranno fino a mezzogiorno). Alle 18 e 30 corteo.

Forse è davvero ancora estate a Milano. Parole giuste, giustissime. Poco più di 2-300 persone sfilano lungo viale Padova. Gridano “Casa per tutti, miseria per nessuno”, “Basta sfratti”, “La casa è un diritto”. Bambini davanti. Eppure, queste grida sembrano scivolare sulla via, sui negozi, sui marciapiedi dove tanti giovani, uomini, donne, guardano più curiosi che partecipi.

La rete “Ci siamo” conduce da anni una lotta durissima, tutta in salita, affinché per decine di famiglie e singoli immigrati la casa sia un diritto. E andrà avanti.

Nel frattempo, le persone che sono state sgomberate da via Esterle dove sono andate? Il Comune ha offerto una soluzione? Nulla di fatto, il Comune si è defilato e gli occupanti sono andati a stringersi nell’occupazione di via Fra Castoro dove tempo fa erano arrivati anche gli occupanti di via Siusi. Avanti, c’è posto.

A chi dice “Che paghino l’affitto come tutti!”: che provino a chiamare un’agenzia immobiliare per un “loro amico africano”…. Che provino a vivere con 1000 euro al mese senza una famiglia alle spalle. Che vadano a vedere quei bilocali dove in una stanza si cucina per 8 e nell’altra ci sono 4 letti a castello, e chissà chi glieli affitta, magari in nero.

Vabbè, questa è Milano.

Me ne torno a casa in bici, pensando a quella donna che stamattina è stata uccisa dal traffico di Milano. Non c’è tempo per passare al presidio, che si svolgeva in contemporanea.

Una grande rabbia e tristezza.

Ma incrocio un cartello luminoso, in viale Padova, le immagini accattivanti si susseguono. In effetti, tra poco è settembre, partono le iscrizioni…

E a Loreto mi aspetta una pubblicità enorme, per scegliere il cibo migliore per il mio cane o gatto. Sarà fatto.

Qui sotto il testo esaustivo che racconta di Via Esterle prima dello sfratto… Il contesto rimane quello, anzi, forse un po’ peggio. Coraggio.

PER LA DIGNITA’, L’UGUAGLIANZA, LA GIUSTIZIA SOCIALE, IL DIRITTO ALLA CASA

sono state le parole d’ordine, discusse e approfondite collettivamente, che hanno portato alla stesura di una piattaforma di rivendicazioni e proposte presentata durante la manifestazione cittadina che l’8 luglio 2023 ha attraversato il quartiere di via Padova.

Successivamente, si sono susseguiti incontri tra abitanti, solidali della Rete Ci Siamo e rappresentati dell’Amministrazione Comunale senza che si sia arrivati a soluzioni concrete. Coloro che da 6 anni vivono in questa occupazione lo fanno non per scelta, ma per l’impossibilità di accedere a soluzioni diverse a causa di stipendi bassi e contratti precari. Nonostante ciò, hanno ricevuto solo un ultimatum: lasciare la struttura entro il 31 agosto. “Nessuno è contrario alla costruzione della moschea e nessuno è particolarmente affezionato ai locali degli ex bagni pubblici”… ma come è possibile pretendere che persone che hanno trovato come unica possibilità per vivere, mantenersi, lavorare, costruire relazioni, questa risposta auto organizzata ora “mollino tutto” finendo in strada di fronte al vuoto delle istituzioni? 

Per questo appoggiamo e partecipiamo alla resistenza degli abitanti di via Esterle 15, invitando tutti e tutte a unirsi. Ciò che c’è in gioco è la difesa della vita di 40 persone contro la perdita di un tetto e di un lavoro (già precario); l’affermazione del diritto ad una vita dignitosa per migliaia di altre persone nella stessa situazione; l’opposizione all’ennesimo sgombero che porterebbe alla perdita di un’importante esperienza di solidarietà e mutuo soccorso nella città di Milano; la costruzione di una risposta collettiva per la riconquista di spazi, diritti, dignità, contro il vuoto e la miseria.

Sono circa 200.000 a Milano i lavoratori e le lavoratrici immigrati e immigrate, principalmente in fuga da  guerre e spoliazioni che i governi europei, Italia compresa, portano avanti nei loro paesi d’origine, che non possono avere accesso al mercato abitativo (privato, convenzionato o pubblico). Precari e precarie essenziali per il funzionamento di questa città, che resistono al meccanismo perverso della metropoli capitalista che sfrutta e marginalizza.  Altro che “ABUSIVI, CLANDESTINI, CRIMINALI” come continuano a definirli molti politici e giornalisti.

La negazione del diritto alla casa non riguarda solamente questa fascia sociale, ma migliaia di famiglie, immigrate o autoctone, che hanno perso il lavoro o il reddito, studenti e studentesse universitari fuori sede, giovani e anziani con contratti di lavoro o pensioni divorate dall’assenza di reale contrattazione e dalla crescita dell’inflazione.

Il Comune di Milano si fregia di aver ridotto negli ultimi 10 anni le occupazioni abusive del 70%, il dato di realtà è però un aumento dei senzatetto legato all’aumento di sfratti e sgomberi, della povertà generale e ai prezzi del mercato abitativo irraggiungibili per sempre più persone e fasce sociali.

Contro l’attacco e la criminalizzazione delle esperienze di solidarietà e lotta; contro lo sfruttamento e le discriminazioni, invitiamo tutte e tutti al presidio permanente in via Esterle 15 per partecipare alle attività, alle assemblee e alla costruzione un percorso di lotta unitario e trasversale ai diversi bisogni e alle diverse soggettività del territorio.

Rete per il Diritto all’Abitare