Alla Casa del popolo di Monterappoli (Empoli), venerdì 21 luglio, è stata inaugurata una bandiera della Pace di ben 15 metri, che è stata affissa, in maniera simbolica, davanti al rifugio scavato al fine di ripararsi dai bombardamenti nel corso della seconda guerra mondiale.

E’ stata la popolazione locale ha ideare e realizzare questa bandiera, con stoffe, colla, macchina da cucire, tempo, dedizione e passione, come è stato spiegato dal Comitato Empoli per la pace. In seguito all’inaugurazione della bandiera, la Casa del popolo e il circolo Arci di Monterappoli, in collaborazione con l’Arci Empolese-Valdelsa ed il comitato Empoli per la Pace, hanno organizzato una marcia aperta a tutta la popolazione. La Marcia della Pace, accompagnata dalla bandiera di 15 metri, si è tenuta sabato 29 luglio. La cittadinanza si è ritrovata a Monterappoli alle 19.30 per un’apericena in ricordo del 79° anniversario della liberazione del paese, mentre la marcia è partita alle ore 21 concludendosi alle 22.30 con l’arrivo in piazza della Vittoria, presso la Tenda della Pace.

Poche ore prima della marcia, abbiamo raggiunto una delle organizzatrici, Dusca Bartoli, che gentilmente ha risposto alle nostre domande.

Dove nasce l’idea di fare una marcia della Pace con una bandiera lunga 15 metri?

L’idea della marcia è nata mentre stavamo provando a rivitalizzare il circolo del paese che viveva un periodo di crisi. Ci son venute in mente tante iniziative: ludiche, sociali, culturali. Tante ne abbiamo fatte ed infatti il circolo ora è molto più vitale, ma pensando a ciò che lega i paesani, la Pace è stato uno dei primi pensieri. Tanto più oggi che la guerra è alle nostre porte ed il nostro paese è fortemente coinvolto. Purtroppo stiamo tutti assistendo ad un crescendo bellicista che ci preoccupa. Chiedere di scegliere la via del negoziato e della pace, invece che quella delle armi, ci è sembrato da un lato quasi naturale e dall’altro lato fortemente necessario.

Poi c’era la ricorrenza dell’anniversario della liberazione di Monterappoli, che festeggiamo ogni anno, ed allora abbiamo pensato che la felicità che dovettero provare i nostri compaesani, in quel giorno lontano, aveva a che vedere con la sensazione di aver riconquistato prima di tutto la pace e con la speranza che la guerra fosse per sempre alle loro spalle. Ecco a quel sentimento volevamo ricollegarci specialmente quest’anno.

L’idea della bandiera invece è venuta parlando. A Monterappoli siamo abituati a darci da fare per le cose che mettiamo su in maniera un po’ condivisa, collettiva, ed allora in tanti si sono adoperati per realizzare una bandiera che esprimesse il nostro anelito di pace e ci facesse anche stare insieme, prima per realizzarla e poi per portarla durante la marcia. Ognuno ha dato il suo contributo: chi ha procurato la stoffa, chi ha fatto il disegno, chi materialmente ha cucito, ecc. E ora diventerà il simbolo di quello che consideriamo il bene supremo per tutti.

Quanto è importante parlare di Pace e Diplomazia, in un momento storico in cui sentiamo dire che i conflitti internazionali si possono risolvere solo con l’uso della forza?

Noi siamo convinti che per mantenere la pace bisogna scegliere la pace. Bisogna cioè credere testardamente che ci sia sempre una via per un accordo, per far prevalere il ragionamento sulla forza. Se si entra in una logica di guerra la soluzione si allontana, non si avvicina. Per costruire la pace bisogna saper ragionare anche sulle ragioni del nemico, immaginare il suo punto di vista, anche se lo consideriamo sbagliato, e cercare brecce per ricostruire fiducia reciproca al fine di trovare il compromesso che possa garantisca sicurezza e libertà a tutti.

È fondamentale secondo noi che non si liquidi questa prospettiva come utopistica, perché solo una intesa reciproca, la ricostruzione di fiducia, conoscenza e rispetto, possono costruire un mondo stabilmente sicuro.

Le vittorie militari – a parte l’assurdo di vagheggiarle quando in un conflitto è coinvolta una potenza nucleare – non costruiscono pace stabile, lasciano umiliazioni, risentimenti, voglia di rivalsa, impongono un mondo militarizzato, dove le risorse sono assorbite dagli armamenti sempre più sofisticati, mentre non ci sono per i grandi temi che affliggono il mondo: dalla povertà, alle disuguaglianze, alla crisi climatica, ai diritti umani.

Allora siamo molto preoccupati dal constatare che da due anni siamo immersi in una retorica di costruzione del nemico, che non lascia spazio ad analisi maggiormente equilibrate ed alla ricerca di un possibile dialogo che interrompa la distruzione e la morte. Tutti sappiamo che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin è stato un atto criminale, ma se non sappiamo andare oltre questa constatazione lampante, se non riusciamo a lavorare per trovare una soluzione a quella crisi che non sia solo la risposta militare, i rischi per il nostro futuro possono diventare davvero grandi. A partire dal rischio di conflitto nucleare che pare rimosso dal dibattitto pubblico, ma che mai è stato grande come ora.

La marcia, come si evince dalle foto, ha visto la partecipazione di moltissime persone, a dimostrazione di come, all’interno del territorio, si stia continuando a chiedere un cessate il fuoco per dare spazio alla diplomazia. Una manifestazione che chiaramente guarda anche a tutte le altre guerre sparse nel mondo, di cui si sente parlare troppo poco. Questa piccola comunità rappresenta davvero un esempio nobile da seguire, nella speranza che la notizia di questa manifestazione possa raggiungere più persone possibili, ispirandole a fare altrettanto.

Alcune foto della Casa del Popolo di Monterappoli

Fonti: https://www.gonews.it/2023/07/24/una-bandiera-di-15-metri-per-la-marcia-della-pace-a-monterappoli/; https://www.lanazione.it/empoli/cronaca/marcia-per-la-pace-a-empoli-sabato-sera-una-manifestazione-3ebd0b6a