I tumori sono la seconda causa di morte al mondo dopo le malattie cardiovascolari. Ed è ormai scientificamente acclarato che l’inquinamento ambientale rappresenta uno dei principali fattori scatenanti. La mortalità per cancro non ha una distribuzione casuale o spaziale e supera la media nazionale soprattutto quando anche l’inquinamento ambientale è più elevato, nonostante le abitudini di vita più sane. La qualità dell’aria è al primo posto per importanza per quanto riguarda il tasso medio di mortalità per cancro, seguita dai siti da bonificare, dalle aree urbane e dalla densità dei veicoli a motore. Quasi 180.000 persone muoiono ogni anno di cancro in Italia. Il cancro al seno e al polmone sono le forme più diffuse di neoplasia nelle donne e negli uomini, rispettivamente, seguite da colon, retto, prostata, cervice, utero, stomaco, vescica e altre forme. In Italia, i tumori polmonari stanno causando il maggior numero di decessi tra entrambi i sessi. E il cancro del polmone colpisce pesantemente anche i non fumatori: circa 18.000-27.000 decessi nel mondo sono causati ogni anno dal cancro del polmone in persone che non sono fumatori attivi di sigarette, di cui circa 20.000 sono non fumatori per tutta la vita. Il dato dell’ultimo Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, stima per l’Italia una mortalità prematura di circa 60.000 persone.

Di recente le istituzioni europee hanno imposto a tutti gli Stati membri nuovi vincoli sulla direttiva per la qualità dell’aria in modo da cercare di ridurre l’inquinamento atmosferico entro il 2050. Una scelta che dovrebbe essere considerata ovvia, se non addirittura tardiva, alla luce dei dati sulla mortalità a causa dell’inquinamento dell’aria. Eppure, le Regioni della Pianura Padana sono salite sulle barricate, contestando duramente tale prospettiva. Tra il pil e la vita ancora una volta si sceglie il pil! L’obiettivo dell’UE è quello di abbassare, entro gennaio 2030, del 55% gli impatti sulla salute derivanti dall’inquinamento atmosferico – che vengono misurati in termini di riduzione dei decessi prematuri attribuibili all’esposizione – e del 25% sugli ecosistemi, rispetto ai livelli registrati nel 2005. Per questo, occorre procedere con una forte riduzione delle emissioni dei principali inquinanti, tra cui i PM10, i PM2.5 e gli ossidi di azoto (per inciso, viene anche concessa ai cittadini la possibilità di chiedere un risarcimento per i danni alla salute causati dall’inquinamento atmosferico). Si tratta di valori che dovranno essere rivisti a partire dal 2028, ogni 5 anni, sulla base delle nuove evidenze scientifiche e alle tecnologie disponibili. Contenuti, come si vede, di “buon senso”, oltre che ovviamente inoppugnabili dal punto di vista scientifico e che hanno oltretutto una tempistica ragionevole, ma che hanno scatenato il dissenso di chi si ostina a difendere l’attuale sistema economico- produttivo, non considerando affatto i disastri ambientali che un tale modello ha già provocato e che continuando così rischia di portare al definitivo collasso. Qui un’infografica della Commisione europea sulla proposta di nuova Direttiva (traduzione in italiano a cura di ARPAT): infografica-qualita-aria-tradotta-arpat.pdf PDF document, 1449Kb.

Morti, epidemie, siccità, alluvioni, frane e tragedie non bastano a convincere chi ha il potere decisionale a cambiare radicalmente passo. Ed in fretta. Neppure quando le proteste e le istanze dei cittadini diventano sempre più pressanti (per non parlare delle reazioni esagerate ed incomprensibili che in tutta Europa si stanno avendo nei confronti di tanti giovani attivisti). E’ di questi giorni la notizia che alcuni cittadini hanno inviato una lettera all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna dall’eloquente titolo “Non si può costruire come prima”. Al seguente link è possibile leggere il testo della lettera: https://www.telestense.it/non-si-puo-costruire-come-prima-appello-allassemblea-legislativa-e-r-20230617.html. Ed è di qualche giorno fa anche la lettera che quasi 40 associazioni (fra le quali oltre a Cittadini per l’aria si contano ACP – Associazione Culturale Pediatri, Clean Cities Campaign, l’EEB – European Environment Bureau, Federasma e Allergie – Federazione Pazienti OdV, Federazione Nazionale Pro Natura, ISDE Italia, il Movimento Diritti dei Pedoni, The Good Lobby e tante altre) hanno inviato al Ministro Pichetto Fratin in cui si chiedeva che – nell’ambito della definizione della posizione dell’Italia volta alla revisione della Direttiva sulla qualità dell’aria – la posizione del Governo fosse articolata garantendo il diritto alla salute e dando attuazione all’art. 41 della Costituzione, in base al quale l’iniziativa economica non può svolgersi in modo da recare danno all’ambiente. Le associazioni hanno scritto anche al Capo dello Stato, sottolineando l’importanza cruciale del tema dell’inquinamento atmosferico per l’Italia che, in Europa, ne ha in assoluto il maggio rimpatto. Nella lettera hanno ricordato al Presidente Mattarella che, è notizia di pochi giorni fa, circa 10.000 persone – oltre l’8% delle morti attribuibili al Covid – sarebbero ancora fra noi se l’infezione non si fosse abbattuta su una popolazione resa fragile da un’aria velenosa. Nell’appello chiedono che la Presidenza della Repubblica si faccia portatrice presso il Governo dell’importanza di sostenere nuovi limiti che rispettino le indicazioni della comunità scientifica oltre che di attivare misure che rendano sostenibile il trasporto nelle nostre città e in pianura padana, riportino agricoltura e allevamento a dimensioni e modalità in armonia con la tutela dell’ambiente, riducano i consumi energetici domestici evitando di usare combustibili solidi, portino l’industria navale a canoni ambientali che rispettino la salute degli abitanti delle città di porto. La via per rientrare nei limiti per gli inquinanti indicati dall’OMS in Italia, anche in Pianura padana, passa attraverso l’integrazione di misure tecniche con azioni di natura strutturale e, non ultimo, il sostegno al cambiamento di abitudini e comportamenti da parte dei cittadini che – se adeguatamente informati – sono pronti a fare la loro parte”. Così la Presidente di Cittadini per l’aria Anna Gerometta, che conclude: “Le regioni padane che oggi si muovono in Europa sono impegnate a arraffare briciole di opulenza per pochi, a danno dei più e del futuro di tutti.

Qui per approfondire e per leggere le 2 lettere: https://www.cittadiniperlaria.org/direttiva-aria-appello-associazioni-mattarella/.