Ogni giorno si scoprono nuovi elementi che inchiodano le autorità greche alle loro responsabilità nell’aver causato l’inabissamento del peschereccio carico di migranti. Un’associazione greca ha rilanciato un video ripreso dal personale di una nave mercantile, mentre forniva bottiglie d’acqua e attendeva l’autorizzazione al trasbordo, che non è mai arrivata (Video che smentisce la versione della Guardia costiera greca).

La Marina greca ha affermato che le videocamere delle motovedette della Guardia Costiera operanti in zona erano spente, ma non ha dato una spiegazione del motivo. “Vogliono nascondere le prove della loro colpevolezza”, ha scritto un’attivista greca sul proprio account social.

La stampa e l’opposizione in Grecia, insieme alle organizzazioni umanitarie, si chiedono le ragioni del sequestro di fatto dei sopravvissuti, a cui è stato impedito di telefonare ai parenti e soprattutto di avere contatti con i media.

Un’emittente greca ha trasmesso un discorso del premier dimissionario Mitsotakis durante una riunione governativa sul diritto dei superstiti ad avere contatti con la stampa. Le organizzazioni della società civile greca si chiedono: “Cosa ha da nascondere il nostro governo, visto che mette in atto azioni anticostituzionali?”.

L’organizzazione Alarm Phone, che aveva allertato tutte le autorità marittime della zona (Italia, Malta, Grecia e Frontex) sul caso del peschereccio, ha affermato sul proprio account social: “Se ci fossero stati su quel peschereccio affondato dei ricchi signori, ci sarebbe stata un’inchiesta e chi ha permesso o causato il naufragio avrebbe pagato di persona. Visto che i migranti sono povera gente che cerca lavoro e dignità non succederà nulla e il caso finirà nel dimenticatoio come se fosse una fatalità. Quella corda che la motovedetta greca ha lanciato ai migranti per agganciare il peschereccio è la causa del suo rovesciamento, secondo quanto abbiamo appurato nei nostri contatti telefonici”.

Secondo un esperto greco di diritto internazionale marittimo, “lo stesso fatto che la nave non aveva un comandante a bordo, come la stessa Guardia Costiera ha affermato di aver appreso dai migranti, doveva far scattare le operazioni di salvataggio, perché il mezzo era in pericolo. Chi ha preso la decisione di agganciare la nave per trascinarla fuori dalla zona SAR è un criminale”.