A conclusione di un dibattimento preliminare lungo e tortuoso, nell’udienza del 16 giugno al palazzo di giustizia di Cagliari, il giudice per le udienze preliminari (GUP) Giuseppe Pintori, nonostante la richiesta di proscioglimento del pubblico ministero, ha rinviato a giudizio i generali Giuseppe Valotto, Claudio Graziano, Danilo Errico, Domenico Rossi e Sandro Santroni, per non aver fatto nulla per le bonifiche delle aree bersagliate durante le esercitazioni nel poligono di Capo Teulada, fra il 2008 e il 2016, provocando un disastro ambientale e danni alla salute alle persone, fino alla morte. Questi sono i capi di imputazione che dal 25 gennaio vedranno i responsabili delle forze armate a giudizio, con la prima udienza fissata per il 25 gennaio 2024.

Il giudice Pintori ha fatto la scelta giusta. Ora spetterà ad altri portarla avanti in via giudiziaria. Ricordo che sono parti civili nel processo le associazioni “Gettiamo le Basi”, “Legambiente”, “Gruppo di intervento giuridico”, oltre alla Regione Sardegna e al Comune di Teulada. Pur non potendoci costituire anche noi parte civile, per problemi di tempi burocratici, come nonviolenti abbiamo dato sempre il nostro contributo, assieme ad altre associazioni e gruppi.

Può sembrare paradossale che ancora si debba cercare giustizia per i crimini perpetrati nella martoriata penisola di Capo Teulada, mentre nel frattempo le esercitazioni si sono intensificate rispetto a quegli anni e, in particolar modo, da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Abbiamo a processo i vertici militari ormai in pensione (alcuni dirottati verso le industrie di armamenti) mentre i loro successori continuano ad imperversare impunemente seguendo gli stessi ordini: bombardare, bombardare, bombardare.

La giustizia forse arriverà, ma a passo lento. Ad oggi è più veloce il rombo dei caccia nel cielo.