L’altra mattina, 21 giugno, in Consiglio dei Ministri, il governo ha annunciato lo scioglimento dei Soulèvements de la Terre. Un governo più che mai deciso a stroncare qualsiasi protesta, sia essa sociale come nel caso dei Gilets Jaunes di fine 2018, o per la lotta contro la riforma delle pensioni, o anche ambientale come le lotte portate avanti dai SdlT, che rappresentano la speranza che non tutto è ancora perduto, che possiamo ancora agire.

Il movimento dei SdlT è stato in grado di riunire, aggregare, dare la voglia di esserci e fare insieme, da qualsiasi parte proveniamo. Niente e nessuno può dissolvere la speranza, niente e nessuno può dissolvere il movimento della vita. Un’altra alternativa è possibile di fronte al capitalismo che devasta, uccide, saccheggia e distrugge il nostro pianeta e tutto ciò che contiene.

L’urgenza è adesso, la Terra non può più aspettare.

Sì, dobbiamo agire per impedire che l’acqua e le terre vengano privatizzate. Sì, dobbiamo disarmare i mega-bacini che stanno accaparrando l’acqua a vantaggio dell’agroindustria e a scapito dei contadini che si prendono cura della terra e di ciò che metteremo nei nostri piatti.

Una quindicina di giorni fa, alcuni attivisti sono stati arrestati dalla brigata antiterrorismo, per associazione a delinquere e posti in custodia cautelare perché nel dicembre 2022 avevano partecipato all’azione di disobbedienza civile contro il cementificio Lafarge a Bouc-Bel-Air (dipartimento Bouches-du-Rhône). Dopo quattro giorni di detenzione da parte della polizia, sono stati rilasciati senza alcuna imputazione.  Quanto alla società Lafarge, era già stata condannata a pagare 778 milioni di dollari alla giustizia degli Stati Uniti per aver finanziato lo Stato Islamico (IS) in Siria tra il 2012 e il 2014. Per evitare un processo, si è dichiarata colpevole e se l’è cavata con questa multa. Nel loro mondo, il denaro compra tutto, anche l’indicibile. Perché questo è il capitalismo, il mondo di cui fanno parte.

L’altra mattina, alla vigilia dello scioglimento, 18 persone sono state arrestate sotto mandato della SDAT (Sotto-Direzione Anti-Terrorismo) in varie località della Francia e messe in stato di fermo. Un vano tentativo di diffondere la paura, paralizzare qualsiasi lotta.

Gli esperti delle Nazioni Unite si sono detti preoccupati “per l’uso eccessivo della forza segnalato durante le manifestazioni in Francia all’inizio dell’anno contro la riforma delle pensioni e contro i progetti di mega-bacini”. Hanno sottolineato che “i manifestanti di tutte le età e appartenenti a diversi movimenti sociali, compresi i sindacati e gli ambientalisti, hanno promosso e adottato metodi pacifici, oltre ad aver espresso chiaramente le loro richieste prima delle manifestazioni”.

Il governo francese, più che mai arroccato nella sua stessa violenza, ha scelto di fare la guerra contro i difensori della vita, contro gli ambientalisti, contro coloro che coraggiosamente, con forza e determinazione agiscono in modo nonviolento attraverso la disobbedienza civile per difendere e salvare il futuro di questo pianeta.

Con l’invio della SDAT (Sotto-Direzione per l’Anti-Terrorismo), il governo sta cercando di introdurre la nozione di eco-terrorismo contro le lotte che disturbano gli interessi finanziari dell’agroindustria, in particolare utilizzando la legge del 24 agosto 2021, che include la provocazione di “atti violenti contro persone o proprietà” come motivo di scioglimento di un’associazione. Questa nozione deliberatamente fluida dovrebbe essere applicata solo in casi di estrema gravità: così facendo lo Stato tenta di manipolare il diritto per continuare la sua politica di distruzione degli esseri viventi.

Se il Consiglio di Stato non revoca questo scioglimento, in futuro – non nascondiamocelo – ci saranno altri gruppi e associazioni che potrebbero essere processati con una pena detentiva fino a 3 anni e una multa di 45.000 euro, come succede a coloro che si dichiarano parte del movimento SdlT. Sarà l’inizio di una caccia ai/alle militanti ambientalist*.

Non siamo in guerra, ma stiamo combattendo. Siamo la Terra che si difende. Abbiamo tutti il dovere morale di agire contro la violenza del capitalismo, che si appropria di ciò che non appartiene né a esso né a nessun altro: la Terra, la nostra casa. Lo Stato ha appena compiuto un nuovo passo, accomunando gli attivisti ambientali ai terroristi e noi non possiamo permetterlo.

L’altra sera, in tutta la Francia, manifestazioni di protesta sono state organizzate davanti alle prefetture di numerose città, come si può vedere da questa mappa.

Ed ecco il comunicato che è stato diffuso dai SdlT.

Traduzione dal francese di Daniela Bezzi
Revisione di Anna Polo