Il 15 maggio si sono insediati il neoeletto Consiglio Comunale di Chicago e il nuovo Sindaco, Brandon Johnson. Già insegnante, organizzatore del Sindacato dei docenti Chicago Teachers Union e della Camera del Lavoro cittadina, Johnson ha vinto col 52% dei voti il ballottaggio contro Paul Vallas, ex Direttore del Bilancio e poi Provveditore scolastico non solo a Chicago (in questa funzione chiudeva le scuole con risultati insufficienti, affidandole a operatori privati). Vallas, rappresentante neoliberista dei poteri forti, è anch’egli dell’area del Partito Democratico e al secondo turno, appoggiato anche da settori della destra con cui da tempo è contiguo, ha incarnato la continuazione di una politica “securitaria” a senso unico, di divisione razziale, di privatizzazione dei beni pubblici e di segmentazione della città per reddito (oggi Chicago è una delle città più segregate degli USA). Johnson invece ha valorizzato la partecipazione dei cittadini al governo della città, più di quanto fece il sindaco progressista eletto nel 1983 e nel 1987 coi voti preponderanti dei neri e con un consenso di solo il 9% dei bianchi, mentre Johnson oggi ha un elettorato più composito (il 39% degli elettori bianchi ha votato per lui) e molto più giovane.

La coalizione progressista che lo ha sostenuto, similmente a quello che sta accadendo in altre importanti città statunitensi, comprende sindacati ed espressioni della società politicamente attiva. Tra i 50 consiglieri eletti, ci sono attivisti delle varie anime del tradizionale progressismo della città e sei appartenenti ai Democratic Socialist of America (il Partito Socialista che sostiene elettoralmente il Partito Democratico e ha una presenza crescente all’interno di alcuni sindacati ed anche 4 deputati federali).

Il 2 maggio si è anche insediata la sessantina di funzionari dei 22 consigli distrettuali di polizia di nuova realizzazione, che dovrebbero avviare una supervisione comunitaria e una democratizzazione del corpo, proponendo anche al Sindaco tre candidati per il ruolo di sovraintendente della polizia. Molti degli eletti nei suddetti consigli sono espressione di iniziative per il controllo delle armi e contro le ricorrenti violenze razziste della polizia.

Una polizia cittadina già protagonista nel 1937 del massacro dell’acciaieria Republic Steel, quando il corteo del sindacato dei lavoratori dell’acciaio, in sciopero per il contratto, fu affrontato con spari e bastonature procurando 10 morti e 28 feriti gravi. 28.000 poliziotti (più di quanti combatterono la guerra d’indipendenza americana dall’Inghilterra) furono poi impegnati nel 1968 nella repressione violenta delle poche migliaia di manifestanti contro la guerra del Vietnam, in occasione della convenzione nazionale del Partito Democratico.

Estesa sulle rive del lago Michigan, Chicago quasi non esisteva nel 1818, quando lo Stato cui appartiene, l’Illinois, entrò nell’Unione. Oggi è la terza città statunitense per popolazione coi suoi 2.700.000 abitanti (10 milioni l’intera area metropolitana), un terzo dei quali neri, la maggioranza relativa. Nata come nodo ferroviario tra est e ovest degli USA, sede di segherie e soprattutto di macelli in cui affluivano le mandrie (il libro “La Giungla” di Upton Sinclair ne racconta le sanguinose lavorazioni, che ispirarono a Ford la sua catena di montaggio), fu anche l’epicentro nel 1919 degli scontri razziali durante i quali furono uccisi decine di neri, venuti in massa dal Sud degli USA e concorrenti agli alloggi e ai lavori di basso livello. Ed anche lo scenario, durante il proibizionismo, delle attività malavitose di Al Capone e delle infiltrazioni della mafia nelle istituzioni ed anche nei sindacati dell’edilizia.

Ma Chicago ha soprattutto una storia di città progressista: a land that’s known as freedom, come dice l’omonima canzone di Crosby, Stills, Nash e Young, scritta appunto per ricordare l’indegno processo contro 10 rappresentanti di varie anime del movimento che manifestò a Chicago nel 1968. Processo che fu caratterizzato da ripetute violazioni del ruolo della difesa degli imputati e poi annullato in toto.

Capitale mondiale dell’anarchia a fine Ottocento, epicentro dei socialisti (nel 1917 il Socialist Party aveva il 30% dei voti), poi sede fondativa nel 1917 dei due (poi riunificati) Partiti Comunisti, il 1° maggio 1886 vi si svolse uno sciopero cittadino e una manifestazione a Haymarket, il cui finale fu funestato da una bomba (probabilmente di un provocatore, mai smascherato) e dagli spari dei poliziotti che fecero 11 morti. Il successivo processo portò all’impiccagione di quattro leader anarchici, sicuramente innocenti.

Chicago è stata un centro propulsore del sindacalismo statunitense: dallo sciopero del 1894 delle ferrovie Pullman alla fondazione nel 1905 dell’Industrial Workers of the World, alla marcia per il lavoro del 1934 e alle 60 occupazioni di fabbriche in soli 15 giorni del 1937; dalle lotte studentesche del 1969 contro Il “rinnovamento urbano” che espelleva i poveri dalla città, allo sciopero degli insegnanti organizzati dal Chicago Teacher’s Union del 2012 e del 2019; dalla vittoria del movimento contro le candidature della città a sede delle Olimpiadi e poi del G8 alle iniziative odierne degli Amazonians United nella multinazionale della logistica e alla riunione, organizzata dalla rivista Labor Notes nel 2022 con 4.000 presenze, della sinistra sindacale per la democrazia.

Proprio il Sindacato Insegnanti è stato uno dei promotori sia dell’incontro della base sindacale USA (che sta trovando sempre più rilevanza, conquistando la leadership nazionale dei sindacati metalmeccanici e dei camionisti) e del grande risultato politico dell’elezione del sindaco progressista di Chicago. Il programma di Brandon Johnson, basato sui diritti democratici, sociali e ambientali, intende affrontare il problema della sicurezza nei quartieri vessati dalla criminalità violenta non con gli abusi e il razzismo della polizia (che già succhia ben il 40% del budget cittadino) ma con nuovi alloggi a prezzi accessibili, posti di lavoro per i giovani e politiche di inclusione sociale. E prevede anche, nel settore della scuola, a partire dal 2024, l’elezione dal basso, e non per nomina del Sindaco, del Consiglio Scolastico cittadino.

Uno dei primi messaggi del Sindaco Johnson, in occasione di quel 1° maggio che è festa del lavoro nel mondo, ma non negli USA da cui viene la data, è stato: “Buon 1° maggio, Chicago! Possiamo essere sempre solidali con i lavoratori di tutto il mondo per garantire salari equi, condizioni di lavoro sicure e il diritto di organizzarsi. Non dimenticate mai: il potere delle persone è ciò che ha costruito questa città e rende forte Chicago”.

Riuscirà il nuovo Sindaco, “forte” di soli 26.000 voti in più del suo avversario elettorale, a raggiungere gli obiettivi di lotta alle disuguaglianze sociali con un aumento della tassazione dei ricchi, mentre il contesto politico-sociale statunitense è di tagli di bilancio federali e statali (e di fuga delle persone ad alto reddito dalle grandi città) che strozzano le amministrazioni progressiste? Riuscirà la coalizione vincente a mantenersi unita e a cambiare la politica cittadina, trascinandola fuori dalla scia di corruzione e di privatizzazioni, pur avendo contro tutto l’establishment politico ed economico della città ed anche il potere inquietante del corpo di polizia?

Nel cimitero tedesco il monumento ai “Martiri di Chicago” del 1886 riporta l’ultima frase di August Spies prima dell’impiccagione: “Verrà un giorno in cui il nostro silenzio sarà più potente delle voci che voi oggi strozzate”. Magari Spies non si riconoscerebbe oggi nella partecipazione alle elezioni, ma si potrebbe pensare che la lunga eco della sua frase risuoni ancora a Chicago nella forte presenza tra la gente del lavoro organizzato e dell’associazionismo e nella loro influenza sulla politica, che sono le motivazioni della vittoria della sinistra cittadina.

FONTI

Miles Kampf Lassin, Brandon Johnson Is Heading to Chicago’s Mayoral Runoff as a Champion of the Working Class, Jacobin, 1.3.2023

Chip Mitchell, Chicago inaugurates dozens to Police District Councils in a historic step toward community oversight, WBEZChicago, 2.5.2023

John Bactel, Progressives move into Chicago mayor’s office and city council next week, People’s World, 9.5.2023