La vicenda della perquisizione antidroga all’IIS Ferrari di Susa che già aveva acceso un coro di critiche, è tornata alla ribalta della cronaca

Simone Zito insegnante dell’IIS Ferrari, dopo aver pubblicamente denunciato quella sconcertante perquisizione, è tornato a parlare pubblicamente:
“Per aver cercato di tutelare gli studenti e per aver reso pubblico quelli che per me e altri docenti si costituivano come abusi compiuti contro centinaia di minorenni e lavoratori della scuola, la Dirigente mi ha denunciato per diffamazione ai Carabinieri e all’Ufficio Scolastico Regionale.
Dato che la mia condotta sembra non aver avuto nessun contenuto delittuoso e non avendo pertanto ricevuto alcun tipo di sanzione, ‘qualcuno’ ha colto l’occasione di uno scambio di battute da me avuto con un’amministrativa per accusarmi di “aggressione” e “atteggiamento minaccioso”. Il dialogo è stato della durata di 30 secondi, cordiale e mai sopra le righe, ma l’amministrativa si sarebbe sentita così male da dover chiamare l’ambulanza e rimanere in mutua diversi giorni. Il tutto ovviamente è stato confermato da altri amministrativi vicini alla dirigenza. Quindi ho ricevuto una seconda segnalazione all’USR che si è conclusa con un provvedimento di ‘censura’ “.

Il docente è quindi stato “deferito” alla giustizia scolastica, ma anche questa volta, quello che secondo diverse persone in valle, tra cui il Coordinamento Docenti Valsusa, è il “sistema Giaccone”, appare sconfitto da un docente che non ha avuto paura di proteggere i propri ragazzi da quello che dai racconti appare come un inutile, dannoso ed esagerato esercizio di potere.

“La Giaccone la conosciamo bene” è la frase che più frequentemente abbiamo sentito quando abbiamo approfondito la questione.

Questione sulla quale si è pronunciato anche il sindacato, in una nota il Cobas Scuola dichiara: ” Con il procedimento disciplinare, attivato su richiesta della Dirigente Scolastica (sulla base di dichiarazioni che molto probabilmente provvederemo a denunciare alle autorità competenti, perché non veritiere), veniva contestato al prof. Zito di aver assunto una condotta contraria ai principi di correttezza e responsabilità inerenti alla funzione docente ed, inoltre, di aver utilizzato un linguaggio irrispettoso e denigratorio nei confronti di altri dipendenti.
Il ‘castello’ accusatorio, assolutamente PRIVO di ALCUN FONDAMENTO, è stato sdegnosamente respinto dal collega, e dalla difesa dell’Avv. Ariotto, nella memoria difensiva e le infamanti accuse sono state spazzate via anche se l’Ufficio per i procedimenti Disciplinari, per non delegittimare la dirigente, ha dovuto irrorare la sanzione di censura (che non ha alcuna rilevanza e che comunque impugneremo) Nonostante la positiva conclusione della vicenda riteniamo, però, che subire un grave procedimento disciplinare per la sospensione dall’insegnamento sia, di per sé, una sanzione e, quindi, stigmatizziamo il comportamento dell’Amministrazione Scolastica che riteniamo abbia coinvolto persone vicine allo staff per contestare incredibili ed infamanti accuse, prive di alcun fondamento, dalle quali il collega è stato assurdamente costretto a discolparsi”.

Il Coordinamento Docenti Valsusa ha indetto una raccolta fondi a favore di Zito.