È terminato questa mattina nel porto di Livorno, alle ore 10.02, lo sbarco delle 35 persone soccorse dalla nave Life Support di EMERGENCY lo scorso 29 aprile in area Sar maltese.

Per la Life Support è stato il primo soccorso di un’imbarcazione partita dalla Cirenaica, in una zona molto estesa e poco presidiata – spiega Albert Mayordomo, Sar Mission Coordinator della Life Support di EMERGENCY. “I naufraghi erano in mezzo al nulla e si erano persi. Da Tobruk erano partite insieme due imbarcazioni, le autorità erano al corrente dei casi, ma non sono intervenute. Al contrario, il mercantile che è intervenuto per intercettare uno dei due natanti ha riportato i naufraghi in Libia, che non si può in alcun modo considerare un luogo sicuro per lo sbarco a seguito di un soccorso”.

Le persone tratte in salvo dalla Life Support di EMERGENCY erano partite da Tobruk, nell’est della Libia; quando sono iniziate le operazioni di soccorso si trovavano in mare da quasi quattro giorni, alla deriva e senza sufficienti scorte di cibo e acqua. Sono state costrette ad altri 4 giorni inutili di navigazione prima di poter sbarcare.

Finalmente i 35 naufraghi salvati nel Mediterraneo centrale sabato scorso hanno toccato terra. Nei quattro giorni di navigazione che sono serviti per arrivare dal luogo del soccorso al porto di sbarco – commenta Ahmed Echi, mediatore culturale a bordo della nave Life Support di EMERGENCY –  li abbiamo visti iniziare a stare meglio. Mi ha colpito molto un ragazzo che appena salito a bordo, dopo il salvataggio, tremava ed era in stato di choc: dopo quasi quattro giorni di navigazione sul natante sovraffollato e precario con cui erano partiti, pensava che non ce l’avrebbe fatta.

I 35 soccorsi, che provengono da Palestina, Siria e Bangladesh, tra cui un minore straniero non accompagnato, arrivano in un momento in cui l’Italia mette in discussione diritti riconosciuti sia dalla legislazione internazionale che dalla Costituzione. Proprio oggi la Camera voterà la fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto 20/2023, il cosiddetto decreto Cutro.

L’introduzione di nuove strette sulla protezione speciale è dannosa sia dal punto di vista della tutela dei diritti umani sia da quello dell’integrazione delle persone migranti. Migliaia di persone verranno private dei loro diritti, diventerà impossibile per loro avviare percorsi di cura, si ridurranno gli spazi per l’accoglienza diffusa e l’integrazione. Questo provvedimento ridurrà la protezione, facendo crescere il numero di stranieri ‘irregolari’ presenti sul nostro territorio. È già accaduto con l’abolizione della protezione umanitaria, solo parzialmente sostituita dalla protezione speciale, con gravi ripercussioni sui percorsi di integrazione e di cura individuali.

La nave Life Support di EMERGENCY conclude oggi la sua sesta missione. In mare da dicembre 2022, ha finora soccorso 654 persone.