Appuntamento domattina a L’Aquila

 

Il giornalista Michele Santoro, uno dei giganti viventi del giornalismo vero ed impegnato, è stato tra i primi a schierarsi contro quanto stava accadendo già un anno fa. E a contrastare tutti i tromboni della guerra.

Ha lanciato nelle scorse settimane un appello ad una Staffetta dell’Umanità che coinvolga tutta l’Italia. Lui sarà presente a Lampedusa, simbolo del fallimento dell’umanità nell’Europa di Maastricht e della guerra permanente, del neoliberismo che opprime i popoli e fomenta morte e distruzione. Tra le tappe anche L’Aquila in Abruzzo. Si partirà alle 12 da San Bernardino per avviarsi verso piazza Palazzo, per scendere lungo via Roma sul percorso che porta a San Nicola e poi verso il Lazio per ricongiungersi alla Staffetta nazionale.

Un’iniziativa che aderisce alla Staffetta nazionale e guarda alla prossima Marcia Perugia-Assisi del 21 maggio, la seconda di questi mesi dopo quella notturna ad un anno dall’inizio della nuova escalation di guerra.

Una staffetta per la Pace e l’Umanità

Le guerre non finiscono mai, le guerre non rappresentano mai una soluzione. Eppure continuano ad armarsi, a portarle avanti, a non cedere di un millimetro di fronte l’avanzare della follia. In quegli anni don Tonino Bello entrò a Sarajevo con centinaia di pacifisti italiani.

E sul suo Diario scrisse interrogativi che ancora oggi sono di una drammatica attualità. «Attecchirà davvero la semente della nonviolenza? Sarà davvero questa la strategia di domani? È possibile cambiare il mondo col gesto semplice dei disarmati?
È davvero possibile che, quando le istituzioni non si muovono, il popolo si possa organizzare per conto suo e collocare spine nel fianco a chi gestisce il potere? Fino a quando questa cultura della nonviolenza rimarrà subalterna? (…) Ma in questa guerra allucinante chi ha veramente torto e chi ha ragione? E qual è il tasso delle nostre colpe di esportatori di armi in questa delirante barbarie che si consuma sul popolo della Bosnia?».

Negli anni della guerra permanente apparve chiaro ed incontrovertibile che i più grandi trafficanti di armi siedono nelle maggiori assise internazionali, che chi manovra quell’ONU nata per liberare l’umanità dal flagello della guerra (parole testuali con cui si aprì la “Carta di San Francisco”) sono i signori della guerra. Don Tonino lo sottolineò con parole chiare e precise: ogni guerra viene fomentata dalle armi vendute e trafficante dai “nostri” sgovernanti. In quegli stessi anni Alexander Langer sempre più poneva l’attenzione sulla necessità di alternative nonviolente, della costruzione di un pacifismo che riuscisse a fermare le guerre anche prima che iniziano.

E a fermare la forza delle armi con forze immensamente più umane e reali, vere. Nel 1999, quattro anni dopo il suo suicidio, il Parlamento Europeo votò una risoluzione per la costruzione di “Corpi Civili di Pace”. Rimasta sempre lettera morta mentre gli arsenali continuavano ad essere riempiti e la guerra ad essere quotidianità.

Articolo integrale qui https://www.wordnews.it/una-staffetta-per-la-pace-e-lumanita