Da pochi giorni si è concluso il G7 a Hiroshima e i suoi leader hanno espresso una “forte condanna del numero senza precedenti di missili balistici illegali lanciati dalla Corea del Nord, ognuno dei quali viola le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Nel comunicato finale il G7 «chiede che la Corea del Nord eviti altre azioni destabilizzanti o escalation, compresi altri test nucleari o lanci di missili balistici che mettono a rischio la stabilità regionale e rappresentano una grave minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali».

A queste azioni, prosegue il testo, deve corrispondere una “risposta internazionale rapida, unitaria e robusta» con “ulteriori e significative misure da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Il G7 torna quindi a chiedere che la Corea del Nord “abbandoni in modo completo, verificabile e irreversibile le sue armi nucleari e i programmi nucleari esistenti, così come anche qualsiasi altra arma di distruzione di massa e programmi che prevedono missili balistici”.

Alla Corea del Nord viene chiesto di “accettare le ripetute offerte al dialogo, comprese quella dal Giappone, dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud”. Un messaggio che cerca di mettere Kim-Jong Un con le spalle al muro. Sembra che qualcuno voglia giocare alla Terza Guerra Mondiale. Qual è la necessità dei Paesi più potenti del mondo di fare queste dichiarazioni? Perché richiedere per l’ennesima volta di denuclearizzare la penisola coreana per persuadere Kim Jong Un ad abbandonare il programma atomico? Veramente hanno paura del governo nordcoreano?

La Russia detiene il secondo arsenale nucleare al mondo: ben 4.500 testate. La terza potenza atomica mondiale, invece, è rappresentata dalla Cina (350 testate); a ruota seguono la Francia (300), il  Regno Unito (215), il Pakistan (150) e India (140). Gli Usa hanno il primato con 5.500 bombe e possono inoltre contare sugli ordigni NATO distribuiti nelle basi militari presenti in altri territori del mondo come l’Europa, in particolare l’Italia. Israele non ha mai né smentito né ammesso ufficialmente il possesso di armi nucleari, ma secondo fonti di intelligence Usa ne possiede circa 80.

Nel gennaio 2013, l’Istituto Internazionale di Ricerche per la Pace di Stoccolma stimò che la Corea del Nord avesse dalle 6 alle 8 testate nucleari, per poi aumentare il numero a 20/30 a gennaio 2020. Stiamo parlando del Paese con il minor numero di testate atomiche presenti al mondo. Davvero dobbiamo aver paura della Corea del Nord? Gli Stati Uniti, come tutti i governi del G7, sanno benissimo che Kim Jong Un non sarebbe mai così folle da colpirli per primo, eppure usano lo scenario bellico, che permea la comunicazione di Stato nordcoreana per colpire l’opinione pubblica occidentale e creare per l’ennesima volta il “nemico necessario” su cui puntare.

Non è un caso che negli ultimi dieci anni i nostri telegiornali (spesso quando fa comodo e quando non ci sono abbastanza notizie di guerra da scandalizzare l’opinione pubblica) riprendano notizie parziali sulla Corea del Nord e trasmettano i video delle parate militari nordcoreane (gli stessi identici video che i media occidentali trasmettono da circa 20 anni) per creare nell’opinione pubblica occidentale un vago senso di pericolo. E questo facendo dimenticare che l’ultimo secolo di guerre è stato un secolo di guerre imperialiste, condotte dall’Occidente e dagli USA in tutto il mondo con i motivi più svariati: “la civilizzazione”, il “progresso”, “l’esportazione della democrazia e dei diritti”, senza mai far figurare che in realtà si trattava di “petrolio”, “oppio”, “risorse naturali”, “estrattivismo” ed esportazione del proprio modello di produzione e di sviluppo, che dagli anni Novanta è diventata esportazione della globalizzazione neoliberista e del suo modello di consumo e di illusione di benessere e di libertà.

Sarebbe per esempio interessante ricordare che sul territorio italiano, in base agli accordi dell’Alleanza Atlantica e al programma di «condivisione nucleare» della NATO, ci sono circa 40/50 testate suddivise tra le due basi aeree militari di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone). Questo nonostante l’Italia non produca né possieda armi nucleari e nonostante nel 1975 abbia firmato il Trattato di Non-Proliferazione delle armi nucleari. In caso di incidente è proprio il Ministero della Difesa a stimare che le persone raggiunte dal fungo radioattivo potrebbero essere dai 2 ai 10 milioni[1], a seconda della propagazione del vento e dei tempi di intervento. Si tratta di un pericolo nucleare reale.

La cosa più assurda è che questa invettiva proviene dal G7 tenutosi a Hiroshima: dalla bomba atomica lanciata su Hiroshima e Nagasaki in poi, il riarmo nucleare non è mai cessato, soprattutto da parte occidentale. Negli ultimi 60 anni sono state fatte altre sperimentazioni nucleari e l’Association pour le Contrôle de la Radioactivité dans l’Ouest (ACRO) l’anno scorso ci ha ricordato che “tra il 1945 e il 1980, Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito, Francia e Cina hanno effettuato 520 test nucleari atmosferici, raggiungendo livelli stratosferici e disperdendo grandi quantità di prodotti radioattivi sulla superficie del globo, soprattutto sull’emisfero settentrionale”. Nel 1960 ci sono state le sperimentazione nucleari francesi nel Sahara e nel 1966 l’esplosione nucleare di Muroroa, ovvero il primo di una serie di 193 test nucleari, avvenuti in Polinesia ad opera della Francia, con gravi conseguenze sanitarie e danni ambientali. Secondo i nuovi calcoli circa 110.000 persone furono raggiunte dalle radiazioni ionizzanti, in pratica l’intera popolazione polinesiana dell’epoca.

Da quel primo test nel Sahara, nel 1960, fino all’ultimo esperimento effettuato nella Polinesia francese, nel 1996, la Francia ha effettuato 210 esplosioni nucleari ed ancora oggi ne paghiamo le conseguenze dal punto di vista ambientale e sanitario. Non se ne è parlato, però e così sembra che questi test nucleari non siano mai avvenuti.

L’ipocrisia occidentale sul tema del “pericolo nucleare” è veramente aberrante. In un anno sono stati in grado di indurre una paura fine a se stessa per il “nucleare russo”, per la “guerra termonucleare alle porte” e oggi con appelli verso la Corea del Nord. A chi obietta che anche l’Occidente ha le sue responsabilità nella progettazione e nell’uso della bomba atomica, la risposta è che i nostri sono “errori” e che proviamo “vergogna” come se fossero solo gli altri ad essere dei “criminali intenzionali”.  Se le potenze più grandi del mondo chiedono di bloccare le sperimentazioni nucleari alla Nord Corea, perché non iniziano a dare il buon esempio terminando tutte le sperimentazioni atomiche che nelle più svariate aree del mondo hanno causato danni alle popolazioni, alla loro salute e agli ecosistemi e pensando seriamente ad un disarmo nucleare su scala globale?

Fonti:

https://www.infopal.it/guerra-in-ucraina-e-lipocrisia-occidentale-sul-pericolo-atomico/

[1] https://www.greenpeace.org/static/planet4-italy-stateless/7949b3cb-20201130_report-nuclear-sharing_final.docx.pdf