Durante EireneFest 2023, nel ricchissimo programma di appuntamenti, è stato inserito un incontro “fuori luogo”, nel senso che non si è svolto nel pittoresco quartiere di San Lorenzo. L’intento era quello di portare lo spirito del Festival anche in altre parti della città, luoghi particolari in sintonia con il percorso intrapreso, e particolare è sicuramente il Centro Zen Anshim, che vuol dire “Pace nel Cuore”: una vera oasi verde e di pace nel cuore di Trastevere, il quartiere più famoso della Roma antica. Oltre la distruzione umana” ha cercato di mettere insieme persone con storie, esperienze diverse, che si sono lasciate trascinare con entusiasmo nel dialogo e nel confronto sulla Natura, che può essere fonte di ispirazione, di speranza di profonda rinascita di vita.

Chiara Bazzoli (Scrittrice, regista, drammaturga e attrice) e il suo “C’è un albero in Giappone” (illustrazioni di AntonGionata Ferrari, Sonda Edizioni): nel centro di un piccolo giardino giapponese, un albero di caco viene piantato. Negli anni, mentre il tronco si irrobustisce e le foglie si colorano, vede intorno a sé la città crescere e la sua famiglia allargarsi. Tutto si stravolge in una sola mattina, quando la bomba atomica – agli occhi dell’albero un fungo velenoso mai visto prima – si alza nel cielo, cambiando per sempre la vita di Nagasaki e dei suoi abitanti sopravvissuti. L’albero sopravvissuto alla tragedia della bomba atomica che assiste alla guerra e alla pace, alla morte e anche alla rinascita, alla fine e anche all’inizio, ricorda ai lettori di tutte le età che la vita è sempre più forte di tutto il resto. Una storia che prende ispirazione dal Kaki Tree Project.  Progetto internazionale, ideato in Giappone, finalizzato a sensibilizzare le giovani generazioni (e non solo) sulla pace, utilizzando come veicolo di forte valore simbolico il “Kaki  della pace di Nagasaki”.

Lucia Vastano (inviata di guerra con alle spalle assignment in tutto il mondo, nonviolenta convinta, preferisce definirsi “inviata di pace in luoghi di guerra”, autrice de “L’onda lunga”, Vanda Edizioni) accompagna i superstiti del Vajont nella loro lotta per avere giustizia e per mantenere viva la memoria di quello che successe il 9 ottobre 1963. Ogni anno organizza, sulla frana ai piedi della diga, il Presidio-Notte bianca della Memoria, una veglia con la sentita partecipazione di numerose vittime – giunte da tutta Italia – delle stragi del profitto. Era sua intenzione affrontare i 60 anni di quell’onda alta duecento metri che si abbattè su Longarone, Erto e Casso, Castellavazzo e altri comuni fra Veneto e Friuli, ma Lucia vive in Romagna, in una delle località coinvolte dall’alluvione delle scorse settimane. Non è potuta essere fisicamente con noi, ma c’è stata con un intervento molto coerente, pragmatico e anche molto vicino alla Nonviolenza, citando tra l’altro una frase molto significativa di Aldo Capitini. In questi ultimi tempi si è fatto qualche progresso in Italia nel campo che esamineremo, oltre che per il numero delle persone interessate, anche perché si è cominciato a scrivere nonviolenza in una sola parola, sicché si è attenuato il significato negativo che c’era nello scrivere “non” staccato da “violenza”. Qualcuno poteva domandare: va bene, togliamo la violenza, ma non c’è altro? Se si scrive in una sola parola, si prepara l’interpretazione della non-​violenza come di qualcosa di organico e dunque, come vedremo, di positivo”.

Due interventi non previsti, Katia Paoletti dell’associazione Gart – GardenArt  dove attraverso la cultura del verde, veicolata dall’arte contemporanea, dalle pratiche e delle discipline, dal 2016 invita ad un approccio attento alla cura, al rispetto di ogni essere vivente. Un percorso in cui la bellezza è nel cammino stesso, nell’opera stessa. E ancora la rev. Annamaria Gyoetsu Epifanìa e il suo “Se Respiri, stai danzando”: un caldo invito ad essere se stessi, a credere fortemente nel dono, nella consapevolezza, perché ogni pensiero nuovo diventi realtà; la costante attenzione per la trasformazione di corpo-mente in un percorso circolare che accompagna ad arrendersi al movimento. L’incontro si è concluso con una citazione tratta dal libro “L’incredibile viaggio delle piante” (Stefano Mancuso, Laterza): “Come le piante navigano intorno al mondo, come portano la vita su isole sterili, come sono state in grado di crescere in luoghi inaccessibili e inospitali, come riescono a viaggiare attraverso il tempo, come convincono gli animali a farsi trasportare ovunque. Sono solo alcune delle incredibili cose raccontate nelle storie che troverete in questo libro. Storie di pionieri, fuggitivi, reduci, combattenti, eremiti, signori del tempo”.

Video incontro “Oltre la distruzione umana”