Nel capannone di stoccaggio dei prodotti finiti, con le ceste-container diligentemente accatastate ai lati a costruire ciclopiche pareti, si è ricavato lo spazio eventi dove è iniziato ieri pomeriggio il secondo “Festival della letteratura working class”.

Unico precedente il Working Class Writes Festival di Bristol, nel Regno Unito, nell’ottobre del 2021. Questo italiano è emblematico perché si svolge all’interno della fabbrica ex GKN, in lotta ormai da più di un anno per garantirsi il lavoro, ma anche costruendo una comunità territoriale, una convergenza di lotte e un esempio di progetto operaio unico nel panorama nazionale.

“Lo scopo del nostro festival è contribuire a creare un nuovo immaginario di classe e dare il giusto peso culturale ad autori e autrici che hanno trattato temi come la provenienza e le ferite di classe, il lavoro oppresso e le sue lotte, gli infortuni professionali, l’orgoglio di essere nati in famiglie operaie”, scrive il Collettivo di  fabbrica della ex GKN presentando il festival, dando voce ad un protagonismo operaio e a una cultura che finora è stata soprattutto interpretazione e privilegio” borghese”.

“Non siamo qui per fare consumo culturale, ma per prenderci cura della fabbrica”, ha inoltre affermato Alberto Prunetti, scrittore e direttore artistico aprendo il Festival.