Tra i progetti di outdoor education, uno dei più conosciuti era quello di “Bimbisvegli” portato avanti dal maestro Giampiero Monaca in una piccola scuola di Serravalle (Asti). Ora però questo approccio didattico, premiato come innovativo e studiato dall’università di Macerata, è in stand-by. Che cosa è successo? Abbiamo ricostruito la vicenda sperando che quest’esperienza non vada perduta.

La notizia è di fine dicembre, ma ancora fa riflettere, deve far riflettere. Giampiero Monaca, il maestro di Bimbisvegli, è stato licenziato. Il suo approccio didattico trae ispirazione da vari orientamenti pedagogici quali la didattica attiva montessoriana, l’apprendimento cooperativo di Celestin Freinet, l’impegno sociale di Lorenzo Milani, la pedagogia degli oppressi di Paulo Freire, l’autoeducazione in natura di Robert Baden Powell. Una didattica all’aperto ed esperienziale, con la convinzione che si debbano formare cittadini attivi, critici, affidabili e solidali, capaci di impegnarsi per una società migliore. Noi di Focus Scuola abbiamo seguito negli anni questo approccio e abbiamo potuto apprezzarne la carica innovativa ed etica.

Il rifiuto del trasferimento e il presidio al ministero

Per oltre un mese Giampiero Monaca si è seduto su una seggiola davanti al ministero dell’istruzione e del merito: un presidio di protesta contro la decisione del dirigente scolastico di trasferire il maestro piemontese dalla scuola primaria nella frazione di Serravalle alla Rio Crosio di Asti. “Un’assegnazione dal sapore marcatamente punitivo -secondo Monaca- essendo obbligato ad operare in un contesto ambientale, quello di città, in cui il progetto educativo Bimbisvegli è di fatto irrealizzabile”. Di qui la scelta di disobbedire: “Un tentativo estremo per tutelare una realtà didattica pienamente integrata nel sistema formativo nazionale, apprezzata dalle famiglie che la scelgono”.

Da quando Monaca ha introdotto il suo approccio educativo nel 2017, gli iscritti alla Donna di Serravalle, piccola scuola a rischio chiusura, sono triplicati. Nonostante il supporto della maggior parte delle famiglie dei suoi alunni e una petizione che in breve ha raccolto oltre mille firme, nessuno al ministero ha ricevuto Monaca e il presidio si è concluso con la sua destituzione. “Dato che ho rifiutato di applicare quegli ordini superiori che ho contestato per la loro nocività verso il benessere dei bambini, vengo destituito dall’incarico per infedeltà verso l’istituzione -commenta Monaca. Insomma, sono stato condannato per non aver commesso un fattaccio, cioè assecondare un ordine che andava a interrompere il percorso educativo di Bimbisvegli”.

La posizione della dirigenza scolastica

Bimbisvegli non ha mai avuto il sostegno della dirigenza scolastica di Serravalle, né il pieno supporto da parte del collegio docenti. È stato oggetto di un’ispezione ministeriale nel 2021, chiesta dalle famiglie degli alunni che volevano sapere invece se questa esperienza potesse “essere inserita tra le tante realtà di sperimentazione e di valorizzazione delle avanguardie educative e pedagogiche della scuola italiana”.

L’ispezione aveva concluso che Bimbisvegli è una “strategia didattica attiva e motivante che sollecita i percorsi di apprendimento anche in setting informali e in attività di outdoor, non in contrasto con l’ordinamento vigente”. La dirigente di allora, Graziella Ventimiglia, aveva comunque precisato che Bimbisvegli non era un metodo validato dal ministero, né un progetto di circolo o di istituto, ma un modo di insegnare che il maestro  avrebbe potuto continuare ad applicare nelle sue classi.

E il suo successore, il dirigente reggente del V Circolo Franco Calcagno, ha spiegato: “Di fronte alla sua forma di protesta, ho segnalato la situazione all’Ufficio scolastico regionale e a quello territoriale, oltre che alla Ragioneria di Stato. Ovviamente il mio provvedimento non è legato a considerazioni sulla metodologia, ma ad un comportamento perseguibile a livello disciplinare”.

Al di là dei comportamenti di Monaca che hanno dato origine alla sua destituzione, resta una questione di fondo per noi estremamente importante. Bimbisvegli non è un metodo “eretico” o dannoso per i bambini, ma un approccio che è stato premiato al Festival dell’Innovazione, è stato oggetto di cinque tesi di laurea, è stato studiato dall’Università di Macerata. Possibile che un’esperienza così lunga e preziosa per la nostra scuola debba essere liquidata così?

“La scuola rinuncia all’innovazione”, dice Giuseppe Paschetto (formatore di outdoor education e finalista mondiale al Global Teacher Prize)

“Purtroppo nulla di nuovo sotto il cielo – è il commento di Giuseppe Paschetto, formatore di outdoor education e divulgatore scientifico, consulente per l’innovazione della ministra Azzolina nel 2020-. A Giampiero Monaca tocca la sorte di don Milani, Maria Montessori,  Alberto Manzi e molti di quegli educatori e insegnanti che hanno osato percorrere strade nuove. C’è una gran tristezza per tutto ciò a cui la scuola ha rinunciato espellendo questo insegnante che aveva messo a disposizione mente e cuore, tutto se stesso per i bambini. Sono stato vicino a Giampiero sempre in questi due anni e avevo lanciato una petizione che aveva raccolto in pochi giorni oltre mille firme ma purtroppo tutto è stato inutile contro la rigidità del sistema.

Il metodo Bimbisvegli è una pratica di didattica cooperativa, esperienziale, interdisciplinare, inclusiva, improntata alla cittadinanza attiva, con uno spiccato utilizzo degli spazi esterni e grande importanza data al movimento, alla creatività e alla manualità. Ho toccato con mano come questi ingredienti siano quelli ideali per “cucinare” un tipo di scuola che non sia una sbobba immangiabile ma una pietanza succulenta e che renda felici gli alunni. Io ho seguito questo approccio e sono entrato tra i finalisti mondiali del Global Teacher Prize, Giampiero è stato licenziato. C’è decisamente qualcosa che non va”.

Anche Lucia Azzolina, quando era Ministra dell’Istruzione (ora è dirigente scolastica), ha avuto modo di conoscere Bimbisvegli. “Da insegnante di filosofia e storia ero solita, quando il tempo era bello, portare spesso i ragazzi a fare lezione all’aperto – racconta. Non ho mai pensato che il rispetto e l’autorevolezza di un docente si costruisse necessariamente in una classe chiusa, cattedra da una parte e banchi dall’altra, semmai il contrario. Con i bambini le lezioni all’aperto sono ancora più interessanti. Perché usano le mani, l’olfatto, il tatto, possono utilizzare quanto la natura mette loro a disposizione, l’apprendimento diventa direttamente esperienziale.

Da ministra avevo proposto, anche per combattere il Covid, che si facessero lezioni all’aperto se le condizioni meteorologiche lo avessero consentito. Era un modo per innovare la didattica, svecchiare un sistema vetusto e avvicinarci ai modelli collaudati delle scuole del nord Europa. Gli spazi verdi delle scuole, laddove presenti, avrebbero potuto essere usati non solo per fare l’intervallo, ma come spazi educativi, pedagogici a tutti gli effetti. Alcuni pedagogisti furono molto contenti della proposta, meno devo dire pezzi di politica che sbeffeggiarono queste idee, come se la ministra volesse mandare gli studenti sotto la pioggia ad ammalarsi. Voglio dire, con molta umiltà, che spesso il rifiuto di praticare l’outdoor education, di immaginare le aule a cielo aperto, di comprendere i benefici psico-fisici che i bambini possono avere (avallati da diversi studi scientifici) sono il frutto di un conservatorismo dilagante che impedisce alle scuole di mettere le ali”.

“Non c’è apprendimento significativo senza esperienza”. La ricerca su “Bimbi svegli” dell’Università di Macerata

“Conosco l’esperienza che Bimbisvegli ha realizzato lo scorso anno come green campus – racconta Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione all’Università di Macerata -. Abbiamo svolto una ricerca con l’intento di comprendere l’impatto delle attività del maestro Monaca sulla rappresentazione della propria identità da parte dei bambini e delle bambine che vi hanno partecipato. La documentazione raccolta è stata pubblicata dalla casa editrice EUM, in un libro disponibile gratuitamente L’educazione è fuori. Ma l’istituzione “scuola” è un coacervo di visioni psico-pedagogiche spesso discordanti: da un lato risente dell’appesantimento di modelli organizzativi tradizionali, difficili da modificare, sebbene ormai per lo più obsoleti. Dall’altro, la crescita degli scontri tra scuola e famiglia ha fatto sì che si siano sviluppate politiche scolastiche di tipo difensivo. Gli insegnanti spesso abbandonano il loro diritto alla libertà di insegnamento per evitare contrasti e possibili recriminazioni. L’innovazione tende a essere considerata talmente particolare da non avere le caratteristiche per poter essere trasferibile ad altri contesti”.

Continua Nicolini: “In Bimbisvegli si trovano germi di innovazione funzionali a far progredire i processi di insegnamento-apprendimento in senso più ampiamente inteso, perché nell’esperienza della scuola di Asti si è tentato il connubio tra diverse buone pratiche ispirate a teorie consolidate dai risultati nel tempo ottenuti. Nel progetto si rintraccia quella educazione diffusa che intende superare il libro di scuola per fare del mondo il testo da leggere e comprendere giorno dopo giorno. Pensare che l’apprendimento possa avvenire stando per ore seduti a un banco è una pia illusione, perché non c’è apprendimento significativo senza esperienza. Per attuare modelli di scuola più rispondenti alle menti di questo millennio è necessario rivedere il patto formativo di corresponsabilità tra scuola e famiglie. Ci siamo messi all’angolo da soli, negli ultimi anni, avviluppandoci con i lacci e i laccioli della sicurezza, della responsabilità, delle reciproche accuse e diffidenze.

L’iper-protezione delle nuove generazioni di genitori verso i propri figli, dal punto di vista psico-pedagogico ha già causato molti danni. Su questi aspetti legati alla collaborazione educativa della comunità degli adulti è urgente rimettere mano al più presto.”

 

 

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