Il Progetto SENTIERI (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), coordinato dall’ISS, è frutto di un accordo di collaborazione con il Ministero della Salute e costituisce un sistema di sorveglianza epidemiologica dal 2007 dello stato di salute delle popolazioni che risiedono nei principali Siti italiani contaminati, di interesse per le bonifiche.

Nel Sesto Rapporto SENTIERI, presentato di recente, sono stati studiati 46 Siti, per ciascuno dei quali sono state valutate le condizioni di salute dei residenti in rapporto alle contaminazioni ambientali presenti in questi territori. Sono stati raccolti ed interpretati dati di mortalità e ricovero ospedaliero della popolazione generale e delle sottopopolazioni appartenenti alle fasce di età pediatriche, adolescenziali e dei giovani adulti. Sono state altresì prese in considerazione le anomalie congenite diagnosticate nel primo anno di vita, e le condizioni di deprivazione socio-economica. È stata inoltre fornita una stima dell’impatto sanitario globale dei Siti contaminati nel Paese, valutando il carico di mortalità in eccesso e le stime di rischio di mortalità e ospedalizzazione nell’insieme delle popolazioni residenti nei Siti indagati.

Tra il 2013 e il 2017, nel totale dei 46 siti nazionali monitorati dalla sorveglianza epidemiologica SENTIERI si è stimato un rischio di mortalità maggiore del 2%, pari a circa 1.668 decessi l’anno. La percentuale dei decessi in eccesso rispetto al totale è pressoché costante nel tempo, passando dal 2,7% nel 2006-2013 (Quinto Rapporto SENTIERI) al 2,6% nel periodo più recente (2013-2017). I tumori maligni contribuiscono per oltre la metà (56%) degli eccessi osservati. Scendendo nel dettaglio del nesso tra patologie e fattori di esposizione, la mortalità per mesoteliomi totali risulta in eccesso di tre volte nei siti con presenza di amianto e quella per mesoteliomi pleurici di più di due volte nell’insieme dei siti con amianto e aree portuali. Il tumore del polmone è in eccesso del 6% tra i maschi e del 7% tra le femmine nei siti con fonti di esposizione ambientale ad esso associabili. Inoltre, sono in eccesso la mortalità per tumore del colon retto nei siti caratterizzati dalla presenza di impianti chimici, del 4% tra i maschi e del 3% tra le femmine, e del 6% per il tumore della vescica negli uomini residente nei siti con discariche.

Il Rapporto ha messo in luce anche un eccesso del rischio di ospedalizzazione che, nel periodo 2014-2018, per tutte le cause naturali nell’insieme dei 46 siti, è risultato del 3% in entrambi i generi. Un eccesso di rischio di ospedalizzazione viene osservato anche nella classe di età pediatrico-adolescenziale (0-19 anni) per il 43% delle aree studiate e in età giovanile (20-29 anni) per il 15% delle aree contaminate. In 21 siti coperti da Registri delle malformazioni congenite sono state analizzate le anomalie congenite diagnosticate nel primo anno di vita; il maggior numero di casi riguarda le anomalie dei genitali.

I siti considerati dal rapporto sono, come si diceva, 46 di cui 39 SIN (Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche) e 7 SIR (Siti di Interesse Regionale), per un totale di 316 Comuni di cui 15 nel Nord-Est, che raccolgono il 20,4% della popolazione oggetto dell’indagine, 104 nel Nord-Ovest (12% della popolazione), 32 al Centro (12%) e 165 tra Sud e Isole, che ospitano più della metà della popolazione oggetto del Rapporto, con il 55,5% del totale. Stiamo parlando di aree in cui vivono 6.227.531 cittadini e cittadine: persone di ogni età e sesso accomunate dall’abitare in aree che sono soggette – o sono state soggette – a fattori di contaminazione ambientali legati ad attività industriali o economiche, che hanno determinato un eccesso di più del 2% (ma questa è la media globale, mentre esiste una eterogenea distribuzione dei casi a seconda dei luoghi e del tipo di contaminazione) della mortalità e del 3% delle ospedalizzazioni. In 21 dei siti oggetto dell’indagine sono stati verificati anche i casi di eccesso di anomalie congenite entro il primo anno di vita. E anche laddove non esista una correlazione scientifica osservata, stando ai dati disponibili, lo studio dimostra che nelle aree oggetto di contaminazione ci si ammala e si muore di più. Tra i fattori di mortalità maggiormente diffusi abbiamo, in ordine decrescente, il tumore maligno al polmone, il mesotelioma della pleura, il tumore alla vescica, diversi ordini di malattie respiratorie, linfomi non Hogkin, tumore maligno epatico, seguiti poi da tutti gli altri tumori maligni, con un incidenza del colon retto, stomaco, mammella e asbestosi. Nel 56% dei casi si muore per tumori maligni: le aree con presenza di amianto hanno tre volte la quantità di morti per mesotelioma delle altre; il mesotelioma pleurico colpisce, nelle aree portuali o in presenza di esposizione all’amianto, il doppio delle volte. Si registrano in questi casi +6% di tumori al polmone per gli uomini; più 7% per le donne.

Il Sesto Rapporto Sentieri considera anche gli eccessi di ospedalizzazioni che si verificano nelle zone soggette a contaminazione, mostrando percentuali, cause e matrici. Tra il 2014 e il 2018, nei 46 siti presi in esame, c’è stato un eccesso di ricoveri per il 3% della popolazione, senza distinzioni di sesso ma con diversi gradi a seconda dell’età. Nella fascia pediatrico – adolescenziale da 0 a 19 anni l’eccesso si verifica nel 43% delle aree, mentre tra i 20 e 29 anni (età giovanile) nel 15%. Le cause sono legate, in ordine decrescente, a malattie respiratorie, tumore maligno al polmone, tumori maligni alla pleura, alla vescica, alla mammella, al fegato, seguiti da asma, tumore maligno del colon retto, tutti i tumori maligni, tumore allo stomaco, linfomi non Hodgkin, malattie respiratorie acute e leucemie.

SENTIERI ha fatto emergere un evidente gradiente Nord-Sud, con condizioni di ingiustizia distributiva associata ai siti contaminati per le comunità residenti in prossimità dei siti del Sud e delle Isole. Inoltre, ha portato alla luce i principali meccanismi di produzione e mantenimento dell’ingiustizia distributiva nei siti contaminati riconducibile a condizioni di ingiustizia procedurale e ha individuato le capacità di comunità da potenziare per promuovere la giustizia ambientale. Nelle conclusioni del Rapporto si legge: “I risultati mettono in luce il perdurare di condizioni di rischio di salute per le popolazioni residenti nei siti contaminati. Si ritiene urgente intervenire per la mitigazione dei fattori di rischio che interessano queste popolazioni, anche al fine di promuovere la giustizia ambientale, dato che il pericolo associato al vivere in aree contaminate si affianca frequentemente a deprivazione socioeconomica e a sovramortalità e sovraospedalizzazione”.

Da questi dati, come osserva l’Istituto Superiore di Sanità, emerge inconfutabilmente la necessità di proseguire e implementare le attività di bonifica, tenendo attivo il sistema di sorveglianza epidemiologica e fornendo soprattutto informazioni esaurienti a tutti i portatori di interesse (amministrazioni pubbliche, autorità sanitarie e ambientali, comitati, cittadini).

Qui il Rapporto SENTIERI: https://epiprev.it/pubblicazioni/sentieri-studio-epidemiologico-nazionale-dei-territori-e-degli-insediamenti-esposti-a-rischio-da-inquinamento-sesto-rapporto.