Ore 14:30, Piazza Oberdan da sola non riesce a contenere l’afflusso di persone: 5.000 anime oggi a Milano hanno aderito alla mobilitazione contro il razzismo delle politiche migratorie dei governi europei, responsabili di tragedie come quella avvenuta a Crotone.

Sul palco a quattro ruote di un camioncino, le associazioni aderenti si susseguono nei loro interventi prima di mettersi in marcia, sfilando lungo le strade fino ad arrivare alla porta d’ingresso della città, la Stazione Centrale. Il primo luogo incontrato dai transitanti che giungono a Milano.

Un altro naufragio sulle coste italiane, uno spaventoso numero di persone morte, disperse, ferite. Nel caos delle lacrime di coccodrillo e delle dichiarazioni ipocrite o crudeli è necessario che si alzino molte voci.

Pochi giorni fa la semplice lettera di una professoressa ha agitato il dibattito pubblico.
‘Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura.’

Eppure responsabili di questa tragedia sono proprio la difesa dei sacri confini dal pericolo rappresentato dalle navi che salvano vite in mare, il rifiuto di realizzare corridoi umanitari, la politica degli accordi di rimpatrio e di sovvenzionamento degli Stati autoritari o delle milizie dei paesi confinanti”. (Dal comunicato di convocazione della mobilitazione).