Lunedì 6 febbraio il Tribunale di Catania ha stabilito che il Decreto interministeriale, con cui il 4 novembre 2022 il Governo italiano aveva imposto alla nave di soccorso Humanity 1 il divieto di sostare nelle acque territoriali, è illegittimo. E che ha tentato di ostacolare in modo discriminatorio il diritto al soccorso e l’accesso alla procedura di asilo.

In conseguenza di esso solo una parte dei 179 superstiti che l’organizzazione SOS Humanity aveva soccorso in mare avrebbe potuto sbarcare nel porto di Catania. La decisione del Tribunale è significativa anche per il successivo Decreto legge del 2 gennaio 2023, che sarà votato mercoledì prossimo dal Parlamento italiano, poiché il giudice ha sottolineato il dovere dell’Italia di assistere le persone in pericolo in mare. L’Italia sta attualmente violando proprio questo obbligo con le nuove restrizioni imposte alle organizzazioni non governative di ricerca e soccorso.

Nel novembre 2022, SOS Humanity, insieme a un team legale italiano, ha sostenuto i 35 superstiti che inizialmente non erano stati autorizzati a sbarcare dalla Humanity 1, avviando un procedimento legale d’urgenza presso il Tribunale civile di Catania. L’obiettivo era quello di garantire il loro diritto, in quanto richiedenti protezione, di accedere a una procedura formale per la presentazione della richiesta di asilo a terra. Prima che il Tribunale potesse prendere una decisione, i superstiti della Humanity 1 sono stati finalmente autorizzati a sbarcare l’8 novembre 2022. Questo cambiamento di politica è avvenuto dopo un’ampia copertura mediatica della selezione dei richiedenti protezione a bordo, le proteste locali e l’annuncio di uno sciopero della fame da parte dei 35 superstiti, seguito da una valutazione psicologica.

“Questa sentenza sottolinea come il nuovo governo italiano sia obbligato a seguire il diritto internazionale” – afferma Mirka Schaefer, responsabile Advocacy di SOS Humanity – “I diritti dei rifugiati che cercano protezione internazionale non possono essere compromessi privando alcuni di loro del diritto di chiedere asilo in uno Stato membro dell’Unione Europea.”

Il giudice sottolinea l’obbligo dell’Italia di fornire assistenza a ogni naufrago, cosa che il governo italiano non ha fatto nel novembre scorso. Inoltre, l’Italia sta violando questo dovere con il nuovo Decreto legge emanato il 2 gennaio 2023 che limita la ricerca e il soccorso non governativi. “Questo nuovo Decreto contraddice il diritto marittimo internazionale, i diritti umani e il diritto europeo e porterà ad altre morti nel Mediterraneo. Chiediamo ai parlamentari italiani di votare mercoledì contro questo decreto illegittimo e di impedirne la conversione in legge nazionale.”

Nell’autunno del 2022, SOS Humanity ha anche intrapreso un’ulteriore azione legale contro il Decreto interministeriale di novembre, ricorrendo presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. La decisione di questo tribunale è ancora in sospeso.

Antefatto: gli eventi del novembre 2022 legati al Decreto interministeriale

Mentre era ancora in mare e attendeva da 13 giorni un porto sicuro per i 179 superstiti a bordo, la sera del 4 novembre il capitano della Humanity 1 ha ricevuto una comunicazione ufficiale. Era firmata dai ministri italiani dell’Interno, Matteo Piantedosi, della Difesa, Guido Crosetto, e delle Infrastrutture e Mobilità, Matteo Salvini. Il Decreto vietava alla nave Humanity 1 di rimanere nelle acque territoriali italiane per un tempo superiore a quello “necessario a garantire le operazioni di soccorso e assistenza alle persone in condizioni di emergenza e in precarie condizioni di salute”. Il decreto indicava che – invece di sbarcare tutte le persone soccorse secondo la legge del mare – le autorità avrebbero identificato le persone particolarmente vulnerabili e solo questa selezione di sopravvissuti sarebbe stata autorizzata a sbarcare dalla nave.

Il giorno dopo alla Humanity 1 è stato assegnato il porto di Catania. Dopo una selezione a bordo della Humanity 1 durata tutta la notte del 5 fino alle prime ore del mattino del 6 novembre, 36 maschi adulti giudicati “sani” sono stati costretti a rimanere sulla nave, e SOS Humanity ha intrapreso un’azione legale. Un uomo ha avuto un esaurimento nervoso ed è stato trasferito in ospedale. Il giorno successivo, i 35 sopravvissuti rimasti sul ponte della nave hanno iniziato uno sciopero della fame.

Sulla base del Decreto interministeriale il capitano, Joachim Ebeling, è stato invitato dalle Autorità italiane a lasciare nuovamente il porto con i 35 sopravvissuti a bordo, ma ha rifiutato invocando il rispetto del diritto marittimo: “È mio dovere completare il soccorso delle persone in difficoltà sbarcando tutti i superstiti nel porto di Catania. Non posso lasciare il porto finché non sono sbarcati tutti i naufraghi soccorsi in mare”.

Traduzione dall’inglese a cura di Mediterranea Saving Humans