Dopo il susseguirsi di rivolte il CPR di via S. Maria Mazzarello è sostanzialmente inutilizzabile

La prima considerazione da fare è sull’uso dei cellulari, requisiti da inizio 2020, con Lamorgese al Ministero degli Interni (Governo Conte II M5S-PD), dal quale dipendono i CPR.

La principale motivazione addotta per il sequestro dei cellulari è stata proprio relativa alle rivolte, considerate eterodirette dall’esterno e concordate all’interno, mediante l’uso dei cellulari lasciati ai detenuti in base all’Art. 14 comma 2 del D.Lgs. 286/98 che sancisce il diritto di comunicazione con l’esterno. Motivazione di cui fondamento e opportunità sono ampiamente smentiti dai fatti.

Il sequestro dei cellulari risulta iniziato sulla base di una circolare ministeriale, ed ora sancito dal nuovo regolamento CPR. Misura afflittiva, lesiva secondo molti del diritto alla difesa, ed estremamente controversa.

La seconda considerazione riguarda la percentuale dei rimpatri effettuati dal CPR torinese, significativamente inferiore alla media nazionale. Le motivazioni che si possono ipotizzare riguardano un’attenzione sulla detenzione amministrativa particolarmente assidua a Torino da parte della Garante delle persone private della libertà personale, dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione),  della cittadinanza e di un fascicolo ancora aperto sulla morte di Moussa Balde.

Ciò lascerebbe presagire che una più puntuale applicazione delle garanzie di Legge faccia emergere un uso improprio della detenzione amministrativa che dovrebbe essere finalizzata al rimpatrio dello straniero, ma che viene utilizzata molto più estensivamente come detenzione tout court, su base arbitraria quindi.

Il bando di gestione di ORS, Ente gestore del CPR di Torino, è in scadenza. Tutto lascia presagire che il CPR verrà chiuso, i posti disponibili al proprio interno sono 7, il che metterebbe in condizioni di grave deficit economico qualsiasi Ente gestore, ricordiamo che la gestione dei CPR è affidata a soggetti privati.

La questione denunciata da Grimaldi, Parlamentare di SI, sull’assenza di un protocollo di evacuazione pone un altro aspetto di osservanza delle norme e di controllo da parte della Prefettura, ufficio delegato alla supervisione dei CPR.

La Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Torino Monica Gallo ha rilasciato ieri un comunicato:

In data odierna la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino Monica Cristina Gallo è stata in visita al Centro di Permanenza per il Rimpatrio Brunelleschi in seguito a reclami ricevuti nei giorni passati da persone trattenute sulle condizioni di vita e sui recenti disordini, culminati con gli incendi che hanno ridotto la capienza della struttura da 140 a 7 posti. Già a partire dal 7 febbraio sono stati disposti trasferimenti verso altri C.P.R., che entro la fine della giornata odierna porteranno a sette il numero degli ospiti.

La Garante dichiara che l’idoneità strutturale è ormai compromessa e auspica che si apra una riflessione politica sul mantenimento di una struttura così ampia e danneggiata, dove tra l’altro la permanenza di sole sette persone rischia ora di configurarsi come un isolamento in condizioni degradanti. Le prospettive future non lasciano immaginare condizioni diverse della “detenzione amministrativa” nel Centro tali che impediscano il ripetersi di gravi eventi critici: si invita alla considerazione degli ingenti costi di ristrutturazione e di gestione, dato anche l’esiguo numero di rimpatri eseguiti, quindi alla riflessione sulla sostenibilità e sull’effettivo raggiungimento degli scopi normativi.