Potrebbe essere oggi la giornata decisiva per lo snodo del “caso Cospito”. Stamani in Cassazione, infatti, è prevista la Camera di Consiglio sulla revoca del trattamento “speciale” ex articolo 41 bis a carico dell’anarchico in sciopero della fame da mesi.

Il condizionale è d’obbligo poiché la Corte, pilatescamente, potrebbe pure decidere di non decidere e rinviare la pratica al Tribunale di Sorveglianza.

In attesa decisione Cassazione: Organi della Verità alzano tensione

Nell’attesa della decisione, e mentre il regime alza il livello di tensione comunicando tramite i propri Organi della Verità [1] che « la Questura di Roma ha disposto (…) un potenziamento dei controlli anche intorno agli obiettivi ritenuti sensibili », le novità sulla vicenda sono fornite da un comunicato dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito.

Il legale esprime un moderato ottimismo: « la vicenda giudiziaria ritorna finalmente nell’alveo della materia giuridica da cui era stata sottratta dalla formulazione degli argomenti proposti dall’Autorità Politica per rigettare la richiesta di revoca anticipata del regime differenziato » [2].

L’avvocato precisa pure come il parere del Ministro Nordio, che ha respinto la revoca del 41 bis, si basava esclusivamente sul parere contrario della Procura Generale di Torino che, tuttavia, « non possedeva i requisiti funzionali per esprimersi in ordine al thema decidendum in quanto la medesima è organo giudiziario non deputato all’effettuazione di indagini ».

L’avvocato di Cospito: sostituire al 41bis la “massima sicurezza”

L’avvocato Flavio Rossi Albertini, nel comunicato, ribadisce che il provvedimento del 41bis nei confronti di Alfredo Cospito « difetta del presupposto stesso del regime differenziato fondato sulla pericolosità sociale del detenuto, intesa nella sua forma specifica della capacità di mantenere collegamenti con l’associazione criminale di appartenenza ».

Lascia l’amaro in bocca l’ultima considerazione del legale di Cospito: « dalla lettura del parere [ della Procura di Torino, NdR ] emerge inoltre che il reale scopo del 41 bis non è impedire il collegamento del detenuto con una associazione criminale terroristica, bensì contenerne il presunto ruolo di “ideologo, di istigatore ed apologeta” » [!].

Il legale in conclusione si associa di fatto al parere di Capo dell’Amministrazione Penitenziaria, del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, della DDA sostenendo che « il circuito penitenziario AS2 è idoneo a contenere la pericolosità di Cospito (…) con le eventuali ulteriori “opportune forme di controllo proprie dell’ordinamento penitenziario” ovvero la censura ».

Ottenere la censura invece che il 41 bis sarebbe, tuttavia, a nostro parere, una vittoria di Pirro, una rinuncia espressa al diritto sancito dall’art. 21 della Costituzione.

Fonti e Note:

[1] Open, 23 febbraio 2023, “Lo striscione anarchico per Cospito all’Altare della patria: «L’Italia tortura». Cordone di sicurezza intorno alla Cassazione”.

[2] Osservatorio Repressione, 23 febbraio 2023, “Caso Cospito: Comunicato dell’avvocato Flavio Rossi Albertini”.