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America latina tra resistenza e futuro. Presentazione dei volumi “Assedio al Venezuela” e “Alex Saab, lettere di un sequestrato”: dibattito con Geraldina Colotti coautrice di entrambi i libri

Palermo,  domani ore 17.00 – al Laboratorio Ballarò (largo Rodrigo Pantalone)

Incontro sulla situazione politico-sociale sudamericana  fra resistenza popolare, venti di rivolte e repressione. Ai lavori parteciperà Geraldina Colotti (scrittrice  e giornalista esperta politica sulla situazione latinoamericana). In particolare si parlerà, con riferimento all’attualità, della situazione del Brasile con il tentativo di colpo di Stato da parte .delle destre e della sanguinosa repressione delle manifestazioni popolari in atto ne l Perù. Una attenzione particolare sarà poi dedicata alla vicenda del Venezuela e alle difficoltà che il legittimo governo del presidente Maduro deve affrontare per le proditorie sanzioni stabilite dall’ordine imperiale statunitense. A questo proposito saranno presentati i volumi: “Assedio al Venezuela” e  “Alex Saab lettere di un sequestrato”. Quest’ultimo tratta della vicenda del diplomatico venezuelano sequestrato e attualmente illegalmente detenuto negli USA.

diretta facebook* sulle pagine: Laboratorio Andrea Ballarò, Caffè filosofico B. Bonetti, Associazione culturale Malaussène

 

Prima presentazione per il nuovo romanzo di Beatrice Monroy “Notte, giorno, notte”. Con l’autrice dialoga Gilda Terranova. Letture a cura di Stefania Blandeburgo e Consuelo Lupo

Palermo, mercoledì 18 dalle ore 18:00 alle 19:45  Libreria Modusvivendi (via Quintino Sella,79)

Maggio, 1946. Nell’immediato dopoguerra viene istituita la Regione a Statuto Autonomo e, mentre decine di famiglie si trasferiscono per un impiego regionale ricevuto su chiamata diretta, in fretta e furia si lavora alla costruzione di una città in cemento armato che le accolga. Qui, fuori dal centro storico distrutto dai bombardamenti, i genitori di Matilde vivono sotto l’influenza di mafiosi che, attraverso crimini e azioni violente determinano la vita di tutti. Luglio, 1993. La città di cemento è abitata ora dai figli di chi l’aveva vista nascere. Durante una notte insonne Matilde esce in terrazza, cerca riposo sulla sedia a dondolo e, quasi per caso, si ritrova ad ascoltare una vicenda che ha qualcosa di sinistro e familiare. Dall’altra parte della terrazza, dietro la veranda, ci sono Carla e Roberto che, di sera in sera, si raccontano una storia fatta di intrighi, imbrogli, violenza, omicidi. Particolare dopo particolare, il racconto assume sempre più i contorni del giallo, fino a restituire a Matilde la certezza di esserne parte. In Notte, giorno, notte, Beatrice Monroy utilizza il susseguirsi delle ore per far luce su dinamiche civili e sociali che da fatto di cronaca, per quanto appaiano lontane, possono diventare vicenda privata se abbiamo il coraggio di prestare loro orecchio.

Beatrice Monroy, “Notte, giorno, notte” (Giulio Perrone ed.) info

 

Zerocalcare torna a Palermo per presentare il suo ultimo libro “No Sleep Till Shengal” (Bao Publishing 2022)

Palermo venerdì 20 alle ore 18:00 Centro Sociale Anomalia (via Archimede 1)

Incontro con Zerocalcare dopo Kobane Calling, un altro reportage a fumetti dal Medio Oriente. Un’occasione di dibattito e di confronto con l’autore, ma soprattutto un momento di  contro informazione su quello che succede in Kurdistan. No Sleep Till Shengal è il racconto di un viaggio nel Nord dell’Iraq, in una enclave del Kurdistan iracheno abitata dagli ezidi, popolo perseguitato per secoli per motivi religiosi, scampato a numerosi tentativi di genocidio, l’ultimo nel 2014 a opera dell’Isis, conclusosi con circa 5 mila morti e migliaia di rapimenti, per lo più di donne giovani e giovanissime. Dalla loro resistenza contro l’Isis e dalla liberazione di Şhengal, grazie all’aiuto del PKK e delle milizie curde del Rojava, è nata un’esperienza di autogoverno ispirata al confederalismo democratico, già praticato dai curdi nel nordest della Siria, che mette al centro la convivenza pacifica fra i popoli e la liberazione delle donne. Un viaggio quello di Zerocalcare necessario per documentare la realtà di un popolo che ha preso in mano le redini del proprio destino ed è per questo minacciato da un lato dalla Turchia e dall’altro dallo stato centrale iracheno. Raccontare Shengal è importante per tener viva la speranza e accesa l’attenzione su un modello possibile, che in alcune zone del Medio Oriente è già realtà e che per questo viene ostacolato da più fronti.

info

 

Corteo a difesa del Reddito di Cittadinanza e del Lavoro

Catania, sabato 28 gennaio 2023 alle ore 16:30 – Piazza Cutelli

Il governo ha deciso di eliminare il RdC. Da Luglio chi è riuscito a tirare avanti e arrivare alla fine del mese in un Paese in cui il lavoro manca o è pagato una miseria, si troverà ad affrontare questa ennesima beffa. In più fin da ora il Ministero del Lavoro vuole intervenire per eliminare l'”offerta congrua”, obbligando i percettori ad accettare qualunque lavoro, anche sottopagato, anche dall’altro lato del Paese. C’è la necessità di farci sentire da chi in Parlamento, ieri come oggi, con l’una o con l’altra bandiera, ha distrutto pezzo per pezzo i diritti di chi lavora.

Non possiamo permettere che queste decisioni passino sulla testa delle persone: bisogna resistere, bisogna lottare per il reddito e per il lavoro, contro la miseria e lo sfruttamento!

Cittadini e associazioni scendono in piazza giorno 28 Gennaio, a Catania, per una grande manifestazione a difesa del reddito e del lavoro!

Adesioni in aggiornamento: Disoccupazione Zero \ CSP Graziella Giuffrida \ Federazione del Sociale USB Catania \ SLANG ASIA \ CSA Officina Rebelde \ Femministorie \Colapesce \ Anpi \ Arci \ Lps \ MUA – Movimento Universitario autogestito \ Ass. Cul. Olga Benario \ Ass. Cul. Su la Testa \ Comitato contro il caro vita \ Trinacria \ 4 Punti per Catania  info

 

Dopo aver aspettato per mesi la formazione del nuovo governo regionale siciliano, la prima figuraccia dell’esecutivo Schifani non si è fatta certo attendere 

Il presidente della Regione aveva promesso che avrebbe fatto approvare la legge di bilancio entro la fine del 2022. Ma questo non è avvenuto perché l’assemblea regionale ha dovuto aspettare che lo stesso Schifani si accordasse con il governo centrale per la risoluzione di due partite economiche: la prima – è legata a un contenzioso su una norma del 2006 che prevedeva un esborso da parte della Regione di oltre 600 milioni l’anno per l’aumento della compartecipazione alle spese sanitarie dal 42 al 49,11%. In cambio, per colmare questo aumento di spesa, lo Stato aveva promesso la retrocessione delle accise, mai corrisposte. Alla fine il Ministro Giorgetti ha riconosciuto al Presidente della Regione un contentino di 200 milioni di Euro; la seconda –  il «Salva Sicilia» – così lo chiamano – legata al pluricitato disavanzo ( vale a dire la differenza tra spese e entrate nelle casse della regione). A fine anno lo stesso Schifani – che l’1 dicembre lamentava la sottrazione di circa 8 miliardi ai siciliani – dichiarava agli organi di stampa che quel credito non è mai esistito e si disponeva in attesa della Legge di Bilancio del Governo Meloni in cui il disavanzo 2018 sarebbe stato finalizzata in dieci anni piuttosto che tre, come aveva, invece, sentenziato la Corte dei Conti Siciliana  quando ancora il presidente era Musumeci.

Finti salvataggi – In questo caso l’obiettivo è stato raggiunto ma sempre vincolato a un taglio alla spesa pubblica. Quindi resta comunque un credito aperto nei confronti dello Stato ma per rimandare il problema e inscenare un finto salvataggio dei conti pubblici siciliani si ipotecano anche i servizi per gli abitanti dell’isola. Questa vicenda appare, infatti, come l’ennesima sottrazione di risorse rispetto a quanto previsto dalle norme stesse che regolano i rapporti tra la Regione Siciliana e lo Stato. Si potrebbe parlare di ennesimo tradimento del dettato dello Statuto dell’Autonomia se non fosse che il tradimento è diventato talmente strutturale da potere essere considerato ordinario. Ne abbiamo avuti già parecchi di esempi di questo tipo. In tempi recenti, un carattere simile l’aveva avuto il salvataggio delle Città Metropolitane Siciliane nel 2019 attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. In sostanza risorse utili a infrastrutturare il territorio vennero utilizzate per sanare le crepe dei bilanci affossati dalle riduzioni dei trasferimenti dallo Stato agli enti locali. Stessa natura aveva avuto il cosiddetto “Salva Catania” che ha consentito, attraverso la rinegoziazione dei mutui e, dunque, il trasferimento dei debiti alle future generazioni, di liberare risorse per coprire i buchi di bilancio.

La storia si ripete – Il più eclatante era stato forse l’accordo stipulato dall’allora Presidente della Regione Crocetta e dall’allora Assessore al Bilancio Baccei con il Governo Renzi attraverso il quale venivano concessi dall’esecutivo nazionale 500 milioni di euro in cambio della chiusura di un contenzioso su Irpef e accise, per il quale venivano rivendicati dalla Regione 30 miliardi. Risorse che potevano essere distribuite ai comuni e utilizzate per mettere in sicurezza il territorio dal rischio sismico e idrogeologico, per mettere in sicurezza e potenziare la rete infrastrutturale, le scuole e la rete sanitaria.  Risorse che sarebbero bastate pure per internalizzare nuovamente servizi fondamentali come la gestione dei rifiuti. Si tratta, insomma, della continua riproposizione dello stesso schema secondo il quale non si va alla radice della fragilità dei bilanci, ma si trovano soluzioni tampone che consentono a questa classe politica di sopravvivere ancora un pò. Ma è così che va quando a decidere le politiche economiche dei territori sono gli stessi che ne sanciscono devastazione e impoverimento, in un meccanismo che riduce sempre di più i trasferimenti regione-comuni e limita la possibilità delle comunità di decidere in autonomia come spenderli, facendole diventare esclusivamente dipendenti da bandi europei le cui linee di finanziamento sono decise a tavolino da burocrati e  multinazionali.

antudo.info

 

Catania, dalla prossima settimana attivi sei Sportelli Asia

Da lunedì saranno sei gli Sportelli Casa attivati a Catania  dall’Associazione Inquilini e Abitanti (Asia) dell’Usb per l’assistenza gratuita sindacale e legale in difesa del diritto all’abitare, contro  sfratti e pignoramenti per morosità non colpevole. Negli stessi Sportelli è possibile presentare gli esposti-reclami contro l’aumento speculativo delle bollette energetiche.

-LUNEDÌ, dalle ore 16,30 alle 18, in via Campofranco 89, presso la Sala  Cento Fiori;
-MARTEDÌ, dalle 16,30 alle 18, in via V.Emanuele 436, presso il CSP  G.Giuffrida;
-MERCOLEDÌ, dalle 10,30 alle 12, in via Caltanissetta 3, presso la sede dell’USB;
-GIOVEDÌ, dalle 15,30 alle 17, in via Garibaldi 106, presso la Casa del Popolo Colapesce;-dalle 17,30 alle 19, in via Scarpanto 3, presso l’associazione Su la testa;
-VENERDÌ, dalle 16,30 alle 18, in via Francesco Battiato 6, presso l’Associazione Comunista Olga Benario.
È preferibile la prenotazione al 349 2926242, anche con un messaggio (Federazione Del Sociale USB Catania SLANG ASIA)

 

Racconti dal Kurdistan a Siracusa: una delegazione civile siciliana è da poco tornata dal Rojava, nella Siria del nord-est

Nel tardo pomeriggio di sabato scorso al BIBLIOS CAFE’ si è tenuto un dibattito sui territori rivendicati come Kurdistan, dove  si sta costruendo un processo di libertà grazie all’esperienza del confederalismo democratico, un modello di autogoverno che fonda ha come suoi pilastri: l’ecologia, l’autonomia delle donne, la democrazia diretta e la convivenza pacifica tra diverse culture e religioni.

Il Confederalismo Democratico è un’esperienza di convivenza tra i popoli fondamentale per gli equilibri e la pace in Medio Oriente e per tutto il mondo. Purtroppo questa esperienza, dal 20 novembre è di nuovo sotto attacco da parte del regime turco guidato da Erdogan. Dal 20 novembre sono iniziati intensi e massicci bombardamenti nelle strutture civili (case, scuole, ospedali, centrali elettriche e centri di smistamento del grano) e nei centri di detenzione dei mercenari dell’Isis, causando la fuga di migliaia di miliziani di Daesh. Nella notte tra il 19 e il 20 novembre, la delegazione si trovava proprio lì.

nota- Siracusa Ribelle

 

Open Arms Italia in audizione oggi  alla Camera dei Deputati

 Oggi è una giornata molto importante per le navi umanitarie che salvano vite nel Mediterraneo; insieme alle altre ONG racconteremo alla Prima Commissione della Camera dei Deputati le enormi criticità del Decreto legge che dovrebbe regolare il nostro lavoro, ma che di fatto lo ostacola. Si tratta di un passaggio importante per far sentire la nostra voce ai parlamentari che entro i primi di febbraio saranno chiamati a votare  e a decidere se trasformare il decreto in legge. Sarà l’occasione per spiegare in che modo le nuove regole introdotte avranno come unico effetto quello di aumentare i naufragi e le morti. Prima dell’audizione, sempre alla Camera, si svolgerà una Conferenza Stampa dal titolo “Gli ostacoli al salvataggio in mare introdotti dal DL Sicurezza”. Noi ai Parlamentari oggi chiederemo anche l’istituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta sul Mediterraneo per indagare su quello che è successo in questi anni sulla frontiera liquida più letale del mondo e in Libia; dai respingimenti, alle omissioni di soccorso, alle detenzioni arbitrarie. L’Italia e l’Europa sono state complici di continue e ripetute violazioni dei diritti umani e solo una Commissione Parlamentare d’inchiesta potrà fare luce sulle responsabilità di questa pagina vergognosa della nostra storia.

Per seguire la conferenza stampa e l’audizione. https://webtv.camera.it/evento/21574 (comunicato Open Arms Italia)

 

Memorie di lotte a SUD: Venosa (Potenza), la polizia spara sui braccianti (13\01\56) 

Venosa, durante uno sciopero a rovescio, un giovane bracciante, Rocco Girasole, viene ucciso dalla Polizia ed altri manifestanti vengono feriti. Siamo nella Lucania degli anni Cinquanta, dopo le lotte contadine e la Riforma Fondiaria. Una Lucania segnata dalla povertà e dall’emigrazione. L’inverno 1955-56 è rigido, i braccianti senza terra (ancora molti, nonostante la Riforma) soffrono il problema della disoccupazione. Tra le tante iniziative di lotta per il lavoro, quella del 13 gennaio a Venosa: circa 300 braccianti si muovono per ripulire dal fango via Roma: vi sono finanziamenti per asfaltare la strada ma sono fermi da mesi. L’intervento brutale della Polizia provoca scontri con i manifestanti, la morte di Girasole e cinque feriti. All’episodio fa seguito la repressione giudiziaria: il 5 novembre 300 carabinieri circondano il centro storico di Venosa, 35 persone sono arrestate; il processo, cominciato il 17 giugno 1957 a Potenza, che coinvolge 27 imputati, si conclude con 12 condanne; in appello i condannati saranno assolti da parte delle accuse. In totale, i braccianti di Venosa sconteranno 19 anni di reclusione.

osservatoriorepressione