In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ricorda la sorte dei convertiti cristiani nei Paesi islamici. L’Emirato del Qatar, che ospita i Mondiali di calcio durante l’Avvento, finanzia e sostiene gruppi islamici radicali sunniti. Questi gruppi sopprimono, espellono o uccidono i credenti cristiani e i membri di altre minoranze religiose in tutto il Medio Oriente.
Durante la Guerra Fredda, l’Arabia Saudita è stata il più importante donatore per gruppi, organizzazioni e partiti
islamici armati. Questo ruolo è stato ora assunto dal Qatar. Mentre il piccolo emirato fornisce il denaro, lo Stato turco sotto il governo islamista di Erdogan si occupa dell’organizzazione e del supporto logistico degli islamisti sunniti in tutto il mondo.
L’esperienza in Afghanistan aveva dimostrato quanto fosse sbagliato il sostegno dei governi occidentali agli islamisti radicali. Perché rifiutano rigorosamente la libertà di credo, la libertà di espressione e i diritti delle donne. Le vittime di questa politica irresponsabile sono state soprattutto le minoranze cristiane e religiose in genere, oltre che le donne della società maggioritaria. A causa degli attuali conflitti geopolitici con la Russia e la Cina, gli Stati islamici come la Turchia e il Qatar stanno vivendo una rivalutazione del proprio ruolo. I governi occidentali sono apparentemente disposti ad accettare il sostegno ai Talebani in Afghanistan o ai Fratelli Musulmani in Siria. La democrazia, i diritti umani e delle minoranze sono stati messi da parte, così come la libertà di credo e il diritto dei musulmani di cambiare la propria fede.
Anche i convertiti sono stati vittime degli islamisti sunniti e sciiti nel 2022. In Iran, dove molti giovani cercano una casa religiosa nel cristianesimo o nell’antico zoroastrismo iraniano, anche a causa delle politiche del regime islamista, i convertiti sono massicciamente perseguitati. Mentre il regime tollera lo zoroastrismo, i cristiani
convertiti sono brutalmente perseguitati. Le loro funzioni religiose, che di solito si tengono in stanze private, vengono prese d’assalto e i partecipanti arrestati. In Iran si dice che ci siano molte cosiddette chiese domestiche, spesso guidate da donne. Il numero esatto di chiese domestiche è sconosciuto, ma le stime indicano che in Iran ci sono almeno 700.000 cristiani convertiti, la maggior parte dei quali pratica la propria fede in clandestinità.
In Turchia, dal 2018 sono stati espulsi in totale circa 200 pastori protestanti stranieri e le loro famiglie, soprattutto del clero americano. Questo è il modo in cui il governo turco impedisce la nascita di chiese regolari. Le autorità turche vedono ogni convertito come un agente dell’Occidente. Un atteggiamento assurdo, dal momento che la Turchia, in quanto membro della Nato, è essa stessa parte dell’Occidente e riceve ampio sostegno dagli Stati occidentali. Anche in Qatar i convertiti cristiani sono particolarmente a rischio. Il loro cambiamento di fede non è riconosciuto e sono anche sottoposti a forti pressioni da parte delle loro famiglie per tornare all’Islam.
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