Mi capita spesso di ballare senza strumenti e musica. Può sembrare una pazzia, ma per la legge della corrispondenza se ballo nello spirito ballerò anche con il mio corpo. In questo articolo parleremo di alcune danze tradizionali africane; ce ne sono tante e se ne creano di nuove ogni giorno, proprio come si espande l’universo. Anche se sui muri dei templi egizi e nubiani vediamo raffigurazioni di balli e coreografie, a Kama (Africa) si balla da milioni di anni. Il continente e talmente enorme che ci concentreremo su alcune zone.

Danze per le Divinità

Alcune danze sono considerate sacre, come quelle eseguite dai Dogon del Mali durante la festa del Sigi, dedicata alla fertilità e alla vita, o come il Mapouka in Costa d’Avorio, dove vengono chiamati gli spiriti. Questo ballo è diffuso ancora oggi, anche se per tanti giovani ha perso il suo significato originario. Per la spiritualità africana ci sono coscienze che fanno da intermediari tra il creatore e gli uomini, ispirando civiltà con sistemi politici, spirituali e artistici.

Come possono uno spirito o una coscienza inspirare dei balli? Una volta in Congo un saggio mi spiegò che esistono balli specifici legati a fenomeni astronomici. Così una luna rosa o cosparsa di macchie richiede un rito per decifrare il messaggio delle divinità. Gli uomini danzano per invocarle e chiedere favori di tutti i tipi, con ritmi che non sono mai uguali. In base al ritmo e al canto un iniziato può capire quale divinità viene festeggiata e invocata.

Balli reali

Visto che il Mwene (Re) è un rappresentante del creatore tra gli uomini, ha diritto a balli a lui dedicati in segno di fedeltà e di riconoscenza, come il Mutumboku nella regione del Kasai in Congo. Tra gli Zulù, secondo un’antica tradizione decine di migliaia di fanciulle a petto nudo ballano e cantano, portando canne al loro re.

Balli iniziatici

Per i Masai del Kenya la danza rituale dell’Adamu costituisce un’iniziazione per entrare nel mondo degli adulti e dimostrare forza e coraggio attraverso salti impressionanti.

Balli popolari

Il ballo senegalese detto Mbalakh si danza ruotando velocemente le anche e facendo grandi salti accompagnati dal Sabar, uno strumento a percussione tradizionale e dai tamburi parlanti. Rappresenta anche un genere musicale sviluppatosi tra i griot dell’etnia Wolof.

Anche nel Mutwashi, un ballo del popolo Luba del Congo, si muovono molto le anche. All’inizio imitava la danza del sole ed è diventato popolare negli anni Ottanta del secolo scorso grazie alla cantante e ballerina congolese Tshala Mwana, scomparsa alcuni giorni fa.

La Rumba è senz’altro il più popolare dei balli di coppia. Nato nel Regno del Congo, che comprendeva i due attuali Congo e l’Angola, l’allora Kumba era un ballo sociale che celebrava la fertilità e la complementarietà tra i due sessi. Viaggiò con gli schiavi e arrivò a Cuba, dove il nome venne deformato in Rumba. Nel suo libro La Rumba congolaise: Histoire et économie lo scrittore Didier Mumengi ne racconta il contesto storico e si chiede come farne un fattore di innovazione sociale ed economica.

Vanno citate anche danze come l’Amapiano, che dal Sudafrica si sta facendo conoscere in tutto il continente africano, il Kaduna nigeriano e i balli solisti, in cui l’individuo da solo dimostra tutta la sua bravura, cade in trance e si sente in armonia con il tutto.

Balli da combattimento

E infine come dimenticare la Capoeira, arrivata in Brasile con i bantù deportati come schiavi, che vi portarono i loro riti e la loro cultura? Una sintesi di lotta, acrobazie, canti e musica, serviva ad allenarsi ai combattimenti con calci e tecniche di attacco e difesa, dissimulando il suo vero scopo con elementi di danza per non insospettire i colonizzatori portoghesi.