Su Pressenza abbiamo presentato e pubblicato molte interviste, riflessioni e critiche provenienti dal mondo ecopacifista, umanista e ambientalista in contrasto con il linguaggio bellico sulla pandemia, le norme autoritarie sul Green Pass e sull’obbligo vaccinale surrettizio, la stessa necessità perversa di pensare ad un pass sanitario, le conseguenze politiche derivanti dallo scientismo e i dispositivi di quella che sempre più chiamiamo società del controllo.

Abbiamo cercato di farlo lontano dalle strumentalizzazioni mediatiche del mainstream, lontano da chi sposava tout court la linea vaccinista, lontano dai perfetti sconosciuti diventati famosi per aver cavalcato l’onda “alternativa” del momento per crearsi consenso e visibilità. Abbiamo cercato di farlo in un’ottica ecopacifista e umanista perché abbiamo trovato assurdo e ignobile i discorsi di caccia all’untore, di criminalizzazione e patologizzazione del dissenso e di disumanizzazione dell’Altro. Come ha ricordato in un workshop recente l’antropologo Duccio Canestrini

È dilagata una paura a causa del martellamento mediatico che si è trasformata in psicosi collettiva. (…) Dal punto di vista antropologico è un fenomeno inquietante perché avevamo impiegato molti anni ad attenuare se non a sconfiggere la paura dell’Altro. Una paura dell’Altro che è tornata perchè tutti noi abbiamo esperienze di persone che cambiano il marciapiede quando ci incrociano camminando. Anni di movimenti progressisti umanitari, di ideologie solidariste, di modelli culturali anche da parte dei VIP, era un mondo che stava diventando apparentemente e formalmente migliore, da questo punto di vista c’è stato un grandissimo arretramento“.

https://youtu.be/oyBJvUi8ZWA

Proprio per questo non dobbiamo minimamente pensare che la tecno-politica inaugurata dal Governo Draghi, lo Stato d’emergenza giustificato come forma di governo e di ricatto nel nuovo dispotismo neoliberale, l’autoritarismo delle politiche pandemiche e delle strategie vaccinali possano cessare con il governo Meloni.

Fratelli d’Italia è stata all’opposizione del Governo Draghi, ma ha esercitato opposizione solo su alcuni temi, mentre su altri ha votato e sostenuto tutto. 

Con Draghi si è aperto un altro modo di fare politica segnando un punto di non ritorno politico ed istituzionale nella nostra cosiddetta democrazia liberale.

Oggi la digitalizzazione, la società del controllo, il capitalismo della sorveglianza pongono necessarie riflessioni sul tema delle libertà concesse, autorizzate e vigilate da parte del potere costituito e loro ogni forma prevaricante ed invadente.

Alla luce di ciò è inquietante la piega che prendono le nostre istituzioni oggi, sdoganando ancora una volta, dopo i fatti dell’11 settembre 2001, come uno Stato possa sospendere ed ostacolare le libertà civili, le libertà costituzionali e i diritti fondamentali in nome della sicurezza (militare o sanitaria), del pericolo e dell’emergenza aumentando i dispositivi di controllo della popolazione.

Con il Green Pass si è aggiunto tutto questo fino ad arrivare alla violazione di diritti costituzionali come il lavoro in nome di una “estorsione di Stato” per la quale non si chiedeva di avere il vaccino ai lavoratori ma si imponeva loro di avere il SuperGreenPass che si poteva ottenere solo da guarigione o da vaccinazione. Chi non lo possedeva dove essere sospeso dal lavoro, mantenendo il posto di lavoro e senza percepire lo stipendio.

Per questo oggi dobbiamo, ancora più di prima, credere nell’importanza di una resistenza antifascista contro il Green Pass e i sistemi di controllo digitali pervasivi ed invadenti nei confronti del vivente (non solo degli essere umani) e nei confronti dell’autodeterminazione dei corpi sia in termini di libertà di scelta sia di libertà terapeutica e di cura. 

Oggi bisogna vigilare sulle forme di neofascismo (braccio armato del sistema), sulle retoriche e le narrazioni fasciste (che incidono sull’opinione pubblica, la confondono e la distraggono con discorsi xenofobi, omofobi e razzisti), sulle nuove rigenerazioni del fascismo istituzionale e sui comportamenti che le istituzioni inducono attraverso l’apparato mediatico sdoganando i peggiori ricordi di esclusione, marginalizzazione, colpevolizzazione che abbiamo visto e percepito in Italia con l’amplificazione mediatica del fenomeno dell’immigrazione parlando di “invasione” e di “emergenza rifugiati e profughi” senza alcuna distinzione; con la segregazione e confinamento de facto delle comunità Rom e Sinti; con il razzismo istituzionalizzato dei lager CPR firmati dall’allora Ministro Minniti; con la disumanità che è diventata legge con i Decreti Sicurezza di Salvini; finendo oggi con forma autoritarie di politiche pandemiche e vaccinali in un’ottica biopolitica di controllo sulle vite e di conseguenze medicalizzazione della sanità.

Come muoverci oggi?

Meglio ritornare a chi ha fatto dell’antifascismo la sua base epistemica e filosofica: Michel Foucault, Gilles Deleuze e Felix Guattari.