Cento anni dopo noi saremo a Piazza Venezia, con le nostre facce ed i nostri nomi, sotto quelle porte e quelle finestre, lì dove la storia è passata”. A parlare è Yuri Carlucci, uno dei tanti antifascisti che si sono dati appuntamento in piazza il pomeriggio di sabato 29 ottobre a Roma e Milano, a cento anni esatti dalla Marcia su Roma.

Oltre a Carlucci, tra gli organizzatori c’è Alberto Fazolo, il giornalista che ha documentato la guerra in Donbass quando ancora era un conflitto fantasma, prima dello scorso 24 febbraio. Fazolo, che non fa mistero di essere un comunista, dà una lettura dialettica dell’anniversario: con la Marcia su Roma non inizia soltanto l’epoca fascista, ma anche l’antifascismo.

La mobilitazione – spiega – vuole rivendicare 100 anni di lotta antifascista, la memoria storica delle nostre battaglie e dei compagni caduti sia durante il fascismo che nel periodo post-fascista”, uccisi sia dai fascisti che dalle forze di polizia, ha specificato oggi Fazolo in una conferenza stampa on line svoltasi oggi.

Il presidio di Roma

Il presidio di Roma, che si svolgerà alle 15:00 di sabato pomeriggio in Piazza Venezia, è stato convocato da un insieme di “forze eterogenee” afferenti alla sinistra, che militano sul territorio e che si sono “unificate su un fronte antifascista”. L’obiettivo politico è quello di “ricordare le vittime del fascismo e per ribadire la contrarietà alla militarizzazione della società e alla logica della “guerra permanente”, si legge in una nota stampa.

In contestazione con il governo Meloni

Sebbene la convocazione sia avvenuta prima del voto del 25 settembre, preoccupa la vittoria elettorale della destra postfascista. Il governo di Giorgia Meloni, “insediato con una curiosa coincidenza poco prima di questa data (29 ottobre, ndr) ha come stella polare il governo polacco”, ha segnalato Fazolo, sottolineandone il carattere conservatore, confessionale e retrivo.

Pertanto gli antifascisti si attendono una tripla minaccia:

  1. Alla memoria comune, per una probabile operazione di revisionismo storico;

  2. All’agibilità politica, che potrebbe venire compressa dal recepimento della risoluzione UE di equiparazione tra nazismo e comunismo;

  3. Ai diritti delle donne, probabilmente i primi ad essere attaccati.

Anche per quest’ultima ragione i gruppi femministi si sono uniti al presidio contro il fascismo e contro il patriarcato.

Un antifascista non può che contestare questo governo”, secondo Fazolo. Non è sufficiente la condanna della Meloni alle leggi razziali: “il fascismo – aggiunge – non è stato solo antisemitismo”. E’ necessario dunque rinnegare il passato e, in tal senso, la polemica sulla fiamma tricolore non è del tutto campata in aria.

Rinviare il raduno degli U.N.U.C.I

Un cattivo segnale arriva dal raduno/parata militare convocata dall’U.N.U.C.I (Unione nazionale ufficiali in congedo) proprio nei giorni 29 e 30 ottobre nei pressi di Piazza Venezia, con sfilata ai Fori Imperiali e deposizione corona di fiori alla statua del Milite Ignoto. Secondo gli antifascisti la scelta di questa data tradisce un intento nostalgico (l’U.N.U.C.I è stata istituita per decreto regio nel 1926, in pieno periodo fascista) pertanto chiedono al governo il rinvio o la riubicazione dell’adunata in un luogo meno simbolico, “per fugare qualsiasi dubbio sul proprio orientamento ideologico”.