Volano i guadagni di Eni nel 2022: nei primi nove mesi dell’anno corrente l’azienda ha aumentato del 311% i propri profitti, superando i dieci miliardi di euro di utile netto, escluse le spese straordinarie. Nonostante ciò, il Cane a sei zampe ha deciso di tagliare le forniture di metano ad Acciaierie d’Italia (ex Ilva), la più grande acciaieria della penisola, perché considerata morosa e inadempiente per via di 300 milioni di euro di bollette non pagate. La fabbrica ha ora 90 giorni di tempo per trovare un fornitore che sia disposto a siglare un contratto nonostante la situazione in cui verte.

Eni ha dichiarato di aver dovuto «valutare con la massima prudenza il proprio impegno sulle forniture di gas per l’anno termico 2022/23», per via «della forte incertezza e instabilità che da molti mesi caratterizzano lo scenario dei mercati energetici». Il gruppo ha in effetti precisato di registrare una perdita netta nelle attività italiane di circa un miliardo di euro, soprattutto per via della tassa sugli extra-profitti, il cui importo finale, da saldare il 15 dicembre, ammonterà a 1,4 miliardi (provvedimento contro il quale l’azienda ha comunicato di aver fatto ricorso).

Al via, quindi, lo stop alle forniture di metano ad Acciaierie d’Italia, per via dell’inadempienza nei pagamenti. Al momento a rifornire la fabbrica è Snam, controllata dello Stato tramite la Cassa depositi e prestiti a mezzo del “servizio di default”, disciplinato da una delibera di Arera. L’erogazione del servizio era stata sospesa lo scorso 30 settembre, tuttavia Eni ha comunicato di aver «offerto la possibilità di prolungare la fornitura di gas per il mese di ottobre a tutti i nostri clienti che avessero contratti in scadenza a fine settembre e che non avessero potuto concludere accordi con altri fornitori», compresa Acciaierie d’Italia.

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