Un viaggio in Europa di tre donne, di cui due native americane, cominciato il 12 settembre per sensibilizzare sulla vicenda di Leonard Peltier e giunto finalmente anche nel nostro paese: la delegazione del Rise Up Tour per Leonard Peltier ha trascorso una settimana in Italia incontrando centinaia di attivisti/e, alternando incontri più formali con incontri di scambio con realtà in lotta.

Il tour è iniziato in Valsusa, dove hanno conosciuto il movimento No Tav e le tante similitudini con la loro resistenza secolare e la criminalizzazione che ne consegue, ed è proseguito a Torino dove al centro sociale Manituana l’incontro è stato soprattutto tra donne che resistono. Nell’ottima sintesi scritta in quel giorno potrete vedere e soprattutto ascoltare il canto di Lona che ha emozionato tutti e tutte.

La delegazione in Valsusa

Il tour è quindi proseguito a Milano, con un’incursione in un concerto tra un gruppo e l’altro davanti allo storico centro sociale Transiti28, per poi godere di una cena presso l’ateneo libertario della FAI, Federazione Anarchici Italiani. Un’altra serata densa di parole e musica conclusasi con Silvia Zaru che ha cantato la storica canzone di Joan Baez e Morricone “Nicola and Bart”.

Poi ancora due incontri a Milano, presso la Casa dei diritti (con il prezioso aiuto di Survival) e alla Biblioteca Chiesa Rossa, con la direttrice che ci ha aperto le porte come pochi sanno fare.

Gli incontri a Milano

E quindi in treno a Roma per incontrare due Municipi, con a fianco l’Anpi, l’Arci e Luisa Morgantini; un incontro in Università con gli studenti di Americanistica, e un altro presso il centro sociale il Trullo. Interviste radiofoniche, video, e in ultimo la possibilità che per Peltier si esprima il Comune di Roma. Ma per questo dovremo aspettare un po’. Ora la delegazione si trova in Germania, e presto tornerà in Francia, dove si concluderà il tour.

La delegazione a Roma

Fino a qui la cronaca.

In realtà Lona e Jean, originarie e native, hanno trasmesso moltissimo e con una comunicazione che andava oltre il piano descrittivo, razionale. Le loro parole, ad ogni incontro diverse, arrivavano da lontano, nello spazio e nel tempo. Pescavano dalle tante lotte e sofferenze delle loro vite.

Lona, 72 anni, ha raccontato della sua permanenza in quegli Istituti dove venivano chiusi e deprivati fin da bimbi. Quelli stessi – ora si sa – da cui molti non uscirono vivi. Racconta le angherie subite, la voglia di scappare, le punizioni continue. Poi la rivediamo nel ’69, quando si mette a fare autostop per attraversare gli Usa e raggiungere i suoi fratelli e sorelle dell’American Indian Movement che occupano l’isola di Alcatraz. Andranno avanti per oltre un anno.

Jean, che a 14 anni con suo fratello di 10 era presente alla sparatoria nella riserva di Jumping Bull, quando morirono quei due agenti (e un nativo) per cui Peltier è in carcere. Racconta di come quel giovane uomo, insieme a pochi altri, li protesse.

E poi Carol a descrivere la persona di Leonard Peltier, la sua umanità, la sua dolcezza, la sua pazienza, le sue malattie, tutte cose che ora fanno urlare a queste donne: “Che venga liberato al più presto, non possiamo più aspettare!”.

Qui due interviste, una radiofonica emessa da Radio Onda d’Urto, e un video realizzato dal collettivo Momi-Zeta, che ringraziamo.

Più volte è stato chiesto dai partecipanti come poter contribuire alla sua liberazione: un modo è sicuramente quello di spargere la voce, facendo uscire questa vicenda dal silenzio, e indagare sul sito ufficiale www.whoisleonardpeltier.info. Ma un altro è anche quello di scrivere alla Casa Bianca chiedendo la liberazione di quest’uomo.

Ringraziamo Daniela Bezzi, Sibilla Drisaldi (già traduttrice dell’autobiografia di Peltier), Andrea Galafassi per le riprese, Gaia Sartori, il movimento No Tav nel suo complesso, la FAI, le “Mamme in piazza per la libertà di dissenso” e il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo: il loro sostegno è stato indispensabile.

 

Fotografie di Rise Up, Andrea Galafassi, Valerio Colombaroli, Andrea De Lotto