Il 21 settembre comincia l’autunno, anche se “non ci sono più le mezze stagioni”. Dopo un’estate all’ombra dei 40°c, in questi giorni è caduta un po’ di neve in quota.

Dopo che lo 0° termico quest’anno è perdurato a quota 4.000 mt.slm, dopo che abbiamo visto i ghiacciai alpini liquefarsi e crollare, dopo che la siccità ci ha portati a fare attenzione all’uso dell’acqua, dopo i disastri ambientali dovuti ai tifoni, alle trombe d’aria, alle “bombe d’acqua” –  tanto ormai siamo comunque in guerra –  ecco infine la buona notizia: gli impianti di sci di Zermatt e Cervinia riaprono.

È la notizia che tutti stavamo aspettando in attesa di dover pagare le prossime bollette di gas e luce, degli aumenti dei mutui, del razionamento del riscaldamento domestico, ma anche per uso industriale che non dimentichiamolo, è la locomotiva italiana.

Grazie all’abbassamento delle temperature di questi giorni, è caduta un po’ di neve in alta quota. Questa neve però non è da considerarsi una possibile risorsa idrica in un momento di scarsità di acqua, bensì una risorsa per gli operai sciatori che avranno la fortuna, dopo le vacanze estive, di godersi una bella sciata in quota.

Nei prossimi fine settimana vedremo file interminabili di automobili con imprenditori e operai, tutti con le bollette triplicate da pagare, recarsi a Zermatt e Cervinia perché è stata diramata la notizia dell’apertura degli impianti di risalita svizzeri e valdostani saranno aperti.

Alla fine di luglio la società svizzera di gestione degli impianti, la Zermatt Bergbahnen s.a., per preservare la salute delle persone che li avrebbero usati era stata costretta a chiuderli a causa dello 0° termico in quota che causava, bontà sua, crepacci e neve ridotta ad acqua. Hanno avuto un forte calo delle entrate a causa delle restrizioni causate dalla “pandemia Covid” e quindi hanno necessità di rimpinguare le casse.

Altra storia per Cervinia: dal 1° ottobre anche in Val d’Aosta riaprono gli impianti di risalita, sempre grazie a quel po’ di neve caduta in questi giorni. E questo consentirà anche di preparare le piste per la Coppa del Mondo di discesa libera in programma per fine ottobre/ inizio novembre.

Mi vengono alcune domande da fare agli organizzatori:

– non vi pare che sia un po’ prestino organizzare una Coppa del Mondo a fine ottobre 2022, con le temperature torride di quest’estate?

– non vi pare che la poca neve caduta sia da preservare in considerazione della siccità a cui stiamo assistendo?
– non credete che l’acqua che viene utilizzata, ormai anche al di sotto dello 0° termico, quindi con l’utilizzo di agenti chimici, per innevare gli impianti possa essere più utile per irrigare i terreni agricoli?

Ah! Ma siamo in guerra, quindi qualsiasi tipo di cannone può essere utilizzato anche in assenza d’acqua! Anzi, che siano meglio quelli ad acqua?

E che dire della crisi climatica, ambientale ed ecologica?

Rimaniamo in attesa di sapere come e dove si potranno acquistare i biglietti per l’utilizzo degli impianti di risalita a ottobre  – online, in fila indiana, oppure scalando l’importo direttamente dalle prossime bollette (forse il PNRR può aiutare anche in questo) –  e di come si prevede l’innevamento sulle Dolomiti e a Milano, per il 2026, data delle Olimpiadi invernali in Italia, argomento che abbiamo già trattato.