Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia è intervenuto a un convegno organizzato a Roma su: “Olimpiadi e paraolimpiadi Milano Cortina 2026. La diplomazia dello sport di fronte alle sfide globali”.

Nel suo intervento (riportato nel sito ANSA) ha ringraziato il Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e lo ha stimolato affinché il “brand” (forse aveva un brandy davanti) delle Olimpiadi 2026 possa raggiungere tutte le ambasciate italiane all’estero. Ha aggiunto inoltre che “Se riusciamo a farlo, e non ho dubbi che ce la faremo, quei 3 miliardi di persone che guarderanno Milano-Cortina 2026 saranno ancora più attente alle nostre comunità. Perché noi stiamo investendo non solo per le Olimpiadi, ma per quello che lasceranno in eredità“.

Ringraziamo il Presidente del Veneto tuttavia noi (senza un brandy davanti) desidereremmo che il brand italiano potesse essere rappresentato da molte altre meravigliose peculiarità della nostra penisola così svenduta.

Ci piace ricordare al signor Presidente della Regione Veneto, ma anche al signor Presidente della Regione Lombardia e al signor Sindaco del Comune di Milano che queste Olimpiadi lasceranno molte significative tracce sul suolo della nostra “magica Italia” non facilmente cancellabili.

Qui prosegue la magica storia iniziata col precedente articolo del 12 maggio scorso su queste pagine; per chi è interessato ne seguiranno altre per raccontare un punto di vista non aggressivo del territorio. Allo stato attuale, come già riportato nel precedente articolo, pochi parlano dell’aggressione al territorio che questo evento produrrà.

Il signor Presidente della Regione Lombardia ha dichiarato nello stesso convegno la sua preoccupazione per lo stato delle infrastrutture da realizzarsi e che questi giochi invernali sono una sfida alla quale non ci si può sottrarre, dichiarazione ripetuta anche dal signor Sindaco del Comune di Milano. Immaginiamo che la sua signora Assessora all’Ambiente e Verde sia d’accordo, non avendo alcuna sua altra indicazione contraria. Vorremmo ricordare che l’Assessora all’Ambiente e Verde del Comune è stata anche la coportavoce dei Verdi Italiani, oggi European Green Party Verdi.

Lo stato attuale dell’arte dei lavori: DISASTROSA! I lavori sono molto in ritardo, lo ha ricordato il Signor Presidente della Regione Lombardia, si scavalcano le procedure e gli impatti ambientali da greenwashing, lo ricordano le Associazioni Ambientaliste intervenute ad una recente manifestazione a passo Giau, ai piedi del Nivolau.

A Bormio, viene ricordato da Fabio Valentini, portavoce de Mountain Wildeness Italia, sono in programma le gare di sci alpino. Valentini ricorda che: “Bormio ha già ospitato i mondiali di sci alpino nel 1985 e nel 2005. Mario Cotelli, indimenticato commissario tecnico della nazionale maschile di sci scomparso nel 2019, ebbe a scrivere: “La storia è maestra di vita per tutti, salvo che per i valtellinesi. Nell’approccio ai Mondiali di sci 2005 si sono compiuti gli stessi errori del 1985. Manifestazione sportiva impeccabile, ampio risalto mediatico, ma nessun ritorno positivo di immagine, nessuna ricaduta economica sul territorio”. A distanza di altri vent’anni, la storia si ripete?

In quell’occasione furono realizzati progetti senza alcuna trasparenza e con molta fretta. Valentini ricorda che l’allora sindaco di Santa Caterina disse: “Siamo venuti a conoscenza tardi di questa zona di protezione speciale” aggiungendo che “Per la stessa opera è stato necessario realizzare demolizioni “non previste” di cinquemila metri cubi di roccia, usando esplosivi nel parco nazionale e a poca distanza dalle case. Il ponte sul torrente Frodolfo, all’arrivo della pista da sci, è stato costruito in violazione della legge con sentenza del Consiglio di Stato”.

Gli organizzatori della manifestazione a passo Giau chiedono una rimozione e non un abbattimento di alcuni punti dai piani di costruzione presenti quali:
– il bob previsto a Cortina (costo stimato 65 milioni di euro);
– il villaggio olimpico a Cortina (evitando ulteriore consumo di suolo);
– la “strada di scorrimento” di Bormio;
– i 4 nuovi collegamenti sciistici da diverse aree sciistiche previsti da “Dolomiti no car” (Cortina-Alleghe Civetta, Cortina-Val Badia, Cortina-Arabba, Tonale-Bormio);
– i 3 hotel di lusso previsti ad Auronzo, Cortina ed al Passo Giau;
– la proposta di riqualificazione dell’ex complesso della stazione di Cortina.

L’ex presidente onorario della stessa Associazione ambientalista, Luigi Casanova, ha ricordato in quella occasione che “Dovevano essere le Olimpiadi a costo zero”.

Oggi siamo a una valutazione di spesa ancora non definitiva che si aggira sui tre miliardi di euro. Solo pochi giorni fa il Ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio ha avuto il coraggio di mentire. dicendo che l’evento costerà un solo miliardo.

Come del resto continua ad affermare la Fondazione Dolomiti. Si sappia che quel miliardo è destinato alle sole spese organizzative e di gestione dei vari apparati. Non è un caso che lo Stato abbia stanziato ad oggi 1,450 miliardi e che altrettanti denari siano stanziati dalle Regioni o Province autonome.

Dovevano essere le Olimpiadi sostenibili. Quindi un evento capace di lasciare a noi abitanti della montagna, veneta, altotesina, lombarda e trentina, strutture e un futuro di condizioni di vita migliori, nel profilo economico, sociale e ambientale.

A quanto pare in Italia le storie si ripetono, si scordano le precedenti, si verificano gli stessi errori, dal passato, anche recente, non si ha nulla da imparare … Tuttavia ci proponiamo sempre per la realizzazione di manifestazioni di livello internazionale e si è contrari, si rischia di essere tacciati come quelli che dicono sempre No.