Quando il Congresso americano incarica l’Ufficio della Casa Bianca su Politiche Scientifiche e Tecnologiche di coordinarsi con le agenzie federali appropriate per arrivare in 5 anni a una valutazione scientifica sul solare e altri interventi rapidi per il clima, è evidente che i più alti livelli di governo hanno ricevuto il messaggio sul clima in pericolo. Ci sono comunque arrivati elegantemente in ritardo.

Per decenni gli scienziati hanno avvertito delle conseguenze dei livelli eccessivi di anidride carbonica e sollecitato sia il Congresso, sia la Casa Bianca a fare qualcosa.

Adesso che il sistema climatico “rotto” è stato riconosciuto come una grave minaccia, si rimanda alla regola generale: se qualcosa si rompe, vuol dire che si può riparare. Non ci sono altri scenari plausibili, altrimenti non sarebbe stato possibile “costruirlo” o, detto in un altro modo, se è stato possibile costruire il clima, lo si può anche riparare.

Ma è possibile riparare un sistema climatico rotto? Sarebbe a dire il sistema da cui dipende la sopravvivenza di tutti. Il fatto è che non l’abbiamo costruito noi, ma l’abbiamo rotto. Perciò non rispetta l’assioma «Se si può costruire, si può riparare». Di conseguenza, potrebbe trattarsi di una sfida più grande della corsa in atto per arrivare a soluzioni concrete abbastanza rapidamente da abbassare il riscaldamento.

Parallelamente, ci sono miriadi di informazioni già disponibili a prova che il sistema climatico è davvero rotto (una lunga lista è disponibile su richiesta). La preoccupazione maggiore è il degrado in svariati ecosistemi, ma non tutti, che sta avvenendo molto in anticipo e in presenza di un incremento della temperatura media minore di quanto era ritenuto possibile, cioè +1,2°C rispetto all’era pre-industriale. Con questo incremento, la sopravvivenza del nostro pianeta, l’unico disponibile, si trova a un livello di rischio indeterminato e nessuno sa fra quanto avverrà il guasto maggiore. Stime approssimative variano da «entro questa decade» a «oltre questo secolo». Tutto questo fa considerare il fatto scomodo che, nei decenni passati, i modelli scientifici hanno completamente mancato il bersaglio. Sono quasi sempre troppo prudenti e vengono superati velocemente dal cambiamento climatico in atto. Arrivano in ritardo alla festa.

Ciò nonostante, ci sono numerosi climatologi, ingegneri e fisici che dicono: «Si può riparare con l’ingegneria del sistema climatico». Per dirla tutta, è così urgente che stanno inviando in tempo reale delle raccomandazioni all’Ufficio della Casa Bianca che si occupa delle Politiche Scientifiche e Tecnologiche.

A dire il vero, però, l’influenza umana ha già messo in pratica ingegneria e geo-ingegneria sul sistema climatico: ha cambiato la composizione o la chimica dell’atmosfera tramite emissioni spropositate di gas serra, per esempio CO2.

La geo-ingegneria del sistema climatico è una problematica polarizzante tra fautori e detrattori, tra esperti e non-esperti, e non c’è spazio per gli indecisi. La controversia è così carica che fa scaturire insulti e minacce fisiche. Il mondo provocatorio di chi è pro o contro la geo-ingegneria è una giungla.

A seconda di chi incontri per caso al bar dell’aeroporto, se parli di geo-ingegneria, la risposta sarà paura o derisione, oppure elogio o un pugno in faccia, niente opinioni accomodanti. Ci sono siti internet dedicati allo studio della geo-ingegneria. Ci sono teorie complottiste a bizzeffe. E ci sono programmi di ricerca seri in corso presso le università più importanti del mondo, per esempio MIT, Harvard, Stanford e Cambridge.

«Le ricerche scientifiche su metodi e tecnologie di raffreddamento diretto del clima in svolgimento includono lo schiarimento delle nuvole marine, iniezione di aerosol nella stratosfera, congelamento del ghiaccio marino, conversione dell’energia termica degli oceani, microsfere oceaniche e glaciali, specchi su terra e nello spazio, assottigliamento dei cirri, aerosol di solfuri, tetti e strade di colore bianco riflettente». (Fonte: Suzanne Reed, Healthy Planet Action Coalition, Compilazione di commenti sottoposti all’Ufficio della Casa Bianca sulle politiche scientifiche e tecnologiche riguardanti l’intervento USA sul clima, Studio di HPAC e organizzazioni affiliate, 9 settembre 2022).

Nel Consolidated Appropriations Act del 2022, il Congresso ha incaricato l’Ufficio della Casa Bianca su Politiche Scientifiche e Tecnologiche, in coordinazione con altre agenzie federali competenti, di arrivare in cinque anni a una valutazione scientifica sul solare e altri interventi rapidi per il clima nel contesto dei rischi e pericoli climatici a breve termine. In altre parole, i protagonisti ad alti livelli hanno ricevuto il messaggio preoccupante che il cambiamento climatico è una faccenda terribilmente seria e una minaccia per la stabilità delle nostre vite.

La Valutazione esaminerà: «(1) gli obiettivi della ricerca scientifica, (2) le competenze necessarie per creare un modello, analizzare, osservare e monitorare la composizione atmosferica, (3) gli impatti del clima e il bilancio radiativo terrestre, (4) cos’è necessario per il coordinamento della ricerca federale e gli investimenti essenziali per una valutazione che porti alla gestione dei rischi climatici a breve termine, e a una ricerca che affronti gli interventi per il clima». (Fonte: Ibidem.)

La Valutazione delineata qui sopra è la versione lunga della frase: abbiamo un problema serio che va affrontato immediatamente.

Un programma di riparazione denominato The Climate Triad è stato proposto dall’Healthy Planet Action Coalition (HPAC), ovvero una variegata coalizione internazionale di scienziati, ingegneri, esperti di tecnologia e specialisti di politiche sociali. L’HPAC raccomanda un programma coordinato che include: (1) il raffreddamento diretto del clima, (2) la riduzione delle emissioni di gas serra, (3) la rimozione di CO2 dall’atmosfera. Tutti e tre i punti andrebbero considerati con eguale priorità e con l’obiettivo di mantenere la media globale delle temperature sotto l’incremento di 1,5°C rispetto all’epoca pre-industriale (ma quando quell’epoca ha avuto inizio?).

Il tono del messaggio di riparazione è quello di urgenza nel mettere in atto il raffreddamento diretto del clima «ormai necessario per ridurre i danni e i rischi all’umanità e alle altre specie dai livelli di riscaldamento globale attuali e del prossimo futuro». (Fonte: Ibidem.)

Perciò, la coalizione sta richiedendo in modo più pressante alla Casa Bianca di accorciare il progetto di ricerca e attuazione da cinque a uno o due anni. È implicito nella richiesta che i membri della coalizione ritengono il cambiamento climatico un pericolo talmente imminente che gli sforzi di mitigazione devono avviarsi quanto prima. A sua volta questo rafforza la richiesta dell’HPAC al Congresso di dare una spinta ai lavori, stringendo i tempi.

Per la lista delle proposte dell’HPAC e per dare il proprio contributo, visita il sito: www.collaborationconnection.org

La coalizione ha inviato ad esempio un ventaglio di 15 approcci per il raffreddamento del clima, di cui riportiamo: (a) assottigliamento dei cirri, (b) lastre ghiacciate per rendere più spessi i ghiacci polari, (c) iniezioni di aerosol in stratosfera. E, più importante di tutti, il ri-congelamento dei poli viene considerata una priorità massima per sostenere gli obiettivi di sicurezza nazionale e internazionale, la protezione della biodiversità, la riduzione degli eventi climatici estremi e l’innalzamento del livello di mari e oceani.

La lista dell’HPAC inizia così: «L’amplificazione artica (con un aumento della temperatura fino a 4 volte maggiore rispetto alle zone equatoriali) e il ruolo dei ghiacciai artici nella regolazione del clima attraverso le correnti oceaniche attribuiscono al Circolo Polare Artico il rischio più serio di riscaldamento globale e la priorità di raffreddamento». (Fonte: Ibidem.)

Questo senso di urgenza sul cambiamento climatico e la grande spinta del Congresso affinché la Casa Bianca assuma un ruolo di leadership nell’enorme sforzo di riparare il sistema climatico, sono una testimonianza positiva dell’influenza dei Democratici che formano la maggioranza. Non c’è altro punto di vista da considerare. Qual è la posizione dei Repubblicani?

Tuttavia ci sono due facce di questo piano di salvataggio affrettato che vuole sbrigarsi e tenere le dita incrociate. Da un lato c’è chi è sicuro quasi al 100% che l’ingegneria umana sul clima avrà effetti positivi e sarà quindi l’unica via d’uscita da un problema paludoso come quello del cambiamento climatico e riscaldamento globale.

L’altro lato ritiene che un sistema climatico creato artificialmente dall’ingegneria (umana) è destinato a scatenare conseguenze negative impreviste che potrebbero sfuggire al controllo.

A quanto pare, certi aspetti del sistema climatico sono già fuori controllo. Basta fare domande a qualunque pakistano riguardo la catena montuosa dell’Himalaya, dove il riscaldamento globale ha colpito i ghiacciai in alta quota, con i laghi glaciali che hanno tracimato; oppure chiedere ai servizi di imbarcazione sui fiumi europei o alle centinaia di città in Francia e Italia che vivono grazie all’acqua potabile arrivata in autocisterne; oppure pensare al lago Mead (negli Stati Uniti) che sta per diventare una pozza secca; e la lista continua. Tutto ciò avviene con ritmi mai visti prima e sono i segni di un sistema climatico al collasso. Non c’è più nulla di normale.

Comprensibilmente, le conseguenze previste (elencate sopra) costituiscono la grande spinta per l’insistenza e la necessità di una sperimentazione su scala planetaria. Ma per ora quasi tutte le proposte sono modelli teorici. Il mondo reale attende degli esperimenti che si spera condurranno a risultati concreti in linea con i progetti.

Se funziona, sarà qualcosa da ammirare, come un miracolo.

Restate sintonizzati!

 

Fonti delle informazioni illustrate nel grafico iniziale:

Gran parte del codice SVG è stato generato dal foglio di calcolo Vertical bar charts a questo link: User:RCraig09/Excel to XML for SVG

Fonte: Wikimedia Commons.

Traduzione dall’inglese di Mariasole Cailotto. Revisione di Thomas Schmid.