Sono in continuo sviluppo le manifestazioni di protesta dei giovani e delle donne iraniane in seguito alla morte della giovane curda Mahsa Amini in carcere a Teheran. Secondo il Centro per i Diritti Umani in Iran  il numero dei manifestanti uccisi è salito a 34 persone. Il centro ha documentato con una serie di video sul suo account Twitter la repressione feroce della polizia del regime, che ha sparato con pistole e mitra Kalashnikov ad altezza d’uomo.

Il presidente Raissi, consapevole della grave situazione, ha promesso da New York, dove partecipa all’Assemblea Generale dell’ONU, un’inchiesta “trasparente che non guarderà in faccia a nessuno”. Gli alti comandi delle forze armate invece hanno diramato un comunicato nel quale mettono in guardia dai “complotti dei nemici” e minacciano di “colpire con un pugno di ferro tutti coloro che tramano nell’ombra”. 

Nella giornata di ieri sono stati arrestati 300 oppositori. Tuttora Internet è fortemente ostacolata, anche se non del tutto oscurata. Dopo la preghiera collettiva del venerdì, migliaia di sostenitori del regime hanno manifestato per le strade di Teheran e delle altre città iraniane in appoggio al governo, gridando: “Schiacceremo sotto i talloni tutti i provocatori e i traditori”.