Un tasso preoccupante di astensionismo, sempre maggiore elezione dopo elezione, una crescente difficoltà a dare vita a liste di candidati in vista delle elezioni amministrative e la crescente disaffezione in generale – verso l’impegno politico, sono sintomi ormai stranoti della crisi della politica che da alcuni lustri stiamo vivendo. Fare l’amministratore pubblico in Italia è certamente un mestiere alquanto difficile. Ma sta diventando anche sempre più pericoloso, come dimostra – ancora una volta – il tradizionale report presentato da Avviso Pubblico ed emblematicamente intitolato “Amministratori sotto tiro. Spara al Sindaco”.

È pur vero che i dati relativi al 2021 fanno registrare un calo degli “eventi minacciosirispetto al 2020, ma la situazione resta molto preoccupante. Sono stati 438 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza (-6% rispetto al 2020, quando furono 465rivolti nel corso dell’anno 2021 contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica amministrazione, registrati da Avviso Pubblico in tutto il Paese. C’è stato, quindi, un calo del numero dei Comuni interessati (-5%, da 280 a 265), ma c’è un dato al quale prestare particolarmente attenzione: il 20% dei 438 casi censiti nel 2021 sono avvenuti in Comuni che in un passato più o meno recente sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, il dato più alto mai registrato nei Rapporti di Avviso Pubblico. A dimostrazione che anche l’evento più traumatico, come lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, non riesca a fare discontinuità e a conferma che la legislazione in materia andrebbe rivista.

Atti intimidatori

Questi atti intimidatori hanno coinvolto ben 57 Comuni, a conferma di quanto il rapporto tra mafia e politica, in particolare nel Sud d’Italia, sia un tema attuale sul quale, come sottolinea Avviso Pubblico, la politica nazionale, i partiti e i movimenti non possono restare indifferenti. Stabile invece il numero di Province coinvolte (88 nel 2021, una in meno dell’anno precedente). Colpisce particolarmente come le distanze tra Centro-Nord e Sud si stiano progressivamente assottigliando, confermando che ormai le mafie permeano l’intero territorio nazionale: sono stati censiti atti intimidatori in tutte le regioni d’Italia, ad eccezione della Valle d’Aosta e continua a crescere l’incidenza dei casi al Centro-Nord, giunta nel 2021 al 45,5% del totale. La Campania si conferma comunque e ininterrottamente dal 2017, la regione in cui sono state registrate il maggior numero di intimidazioni a livello nazionale, con 72 casi, pur facendo registrare un calo del 15% rispetto al 2020. Seguono Sicilia e Calabria rispettivamente con 51 e 45 casi. Quest’ultima, dopo anni in calo, segna un aumento del 18% degli atti intimidatori emersi. Quarto posto per la prima regione al di fuori del Mezzogiorno: la Lombardia (43) supera infatti la Puglia (41) per numero di casi censiti, confermandosi il territorio più colpito dell’area Centro-Nord. Cresce in maniera sensibile il fenomeno in Veneto (39 casi, +30% sul 2020), mentre a chiudere le prime 10 posizioni ci sono il Lazio (26, in calo), il Piemonte (25, casi raddoppiati), la Toscana (20, stabile) e l’Emilia-Romagna (13, casi dimezzati rispetto al 2020).

Allargando lo sguardo dai Comuni al territorio provinciale, registriamo che anche nel 2021 il territorio provinciale più colpito si conferma essere Napoli, con 45 casi. Seguono Reggio Calabria (20 casi) e Cosenza (19). La prima provincia del Nord è Venezia (18), seguita da Milano, Torino e Salerno (17), Foggia (16), Roma e Palermo (13).

Chi sono i minacciati?

Si minacciano sia gli amministratori in carica, in particolar modo i sindaci, sia chi si candida a ricoprire un incarico pubblico. Il Rapporto di Avviso Pubblico di quest’anno registra anche un incremento delle minacce e delle intimidazioni ai danni dei presidenti e dei consiglieri regionali. Com’è noto, nell’esercizio delle loro funzioni essi dispongono del potere di legiferare e prendere provvedimenti che, come abbiamo visto nella gestione della pandemia, hanno una ricaduta significativa su vaste aree territoriali e non sempre sono compresi e accettati da tutta la popolazione.

A quali strumenti si ricorre per minacciare?

Si minacciano donne e uomini che pro tempore amministrano le loro comunità attraverso incendi di auto, abitazioni, strutture e mezzi comunali. Le intimidazioni corrono quasi sempre prima sul web, in particolar modo sui social network, dove girano fake news e hate speech che aizzano quella rabbia sociale che, successivamente, alcuni cittadini, sia singolarmente che in gruppo, sfogano sui rappresentanti istituzionali a loro più vicini. Ma se si analizzano i contesti territoriali, si conferma una netta diversificazione nelle tipologie di minacce utilizzate fra Nord e Sud del Paese. Gli incendi, prima tipologia di minaccia al Sud e nelle Isole (18% dei casi), non sono fra le cinque tipologie più riscontrate nel Centro-Nord. Analogamente social network e lettere minatorie, che assieme rappresentano il 55% dei casi censiti al Centro-Nord, al Sud e nelle Isole rappresentano meno di un caso su tre (29%). E ciò accade, in particolare, nei Comuni medio-piccoli, al di sotto dei 20mila abitanti, dove gli amministratori sono a più diretto contatto con la popolazione e spesso non godono di particolari forme di protezione.

Come reagiscono gli amministratori sotto tiro a queste minacce?

La maggior parte di loro, con coraggio e determinazione, denuncia e resiste alle intimidazioni, ma non mancano casi in cui alcune persone rassegnano le dimissioni. Quando ciò accade, portando rispetto per coloro che hanno preso questa decisione – spesso sofferta – si deve prendere atto che siamo di fronte ad una sconfitta per tutti noi e per la democrazia. Occorre continuare – come auspica e si impegna a fare Avviso Pubblico – a mantenere alta l’attenzione sul fenomeno degli amministratori minacciati e intimiditi.

Sostenere gli amministratori locali attenti alla trasparenza e al perseguimento del bene comune e dell’interesse generale e rendere consapevole la cittadinanza su quanto accade loro nel nostro Paese agli è l’azione più efficace che si possa fare per difendere la nostra democrazia.

A questo link il dossier di Avviso Pubblico.