1. Sviluppare un morboso legame affettivo nei confronti del tasto «rimuovi dalle amicizie».
  2. Affrontare questioni esistenziali come: «Quale catena di fallimenti mi ha portato a conoscere gente che usa la parola “buonismo”?».
  3. Farsi cacciare da eventi mondani frequentati da ristoratori indossando una maglietta che inneggia al reddito di cittadinanza.
  4. Rifugiarsi in un mondo ambientato nel medioevo fantastico quando la discussione verte sull’agenda Draghi.
  5. Allenare i riflessi per cambiare canale in meno di un nanosecondo quando compare la faccia di Simone Pillon.
  6. Elaborare complessi piani di fuga per sottrarsi a chi dice: «Ma sai che tutto sommato Enrico Letta non è male?».
  7. Diffidare di chi urla mentre sfoggia con incomprensibile orgoglio i suoi dati anagrafici, perché potrebbe essere fan di Giorgia Meloni.
  8. Rispondere «Mi spiace, sono della vecchia scuola novecentesca che preferisce sobrie pratiche old fashion come la Resistenza» a chi parla di «voto utile».
  9. Allenarsi nelle tecniche di percezione selettiva per non vedere i manifesti che invitano a votare la Lega.
  10. Nei momenti più bui, pensare all’inesistenza dei supporter di Mario Adinolfi e vedere in questo fatto scientificamente accertato un piccolo segno di speranza.