Qualche giorno fa a Barcellona ho avuto occasione di conoscere un’esperienza molto interessante: raccontarla può essere di stimolo per nuovi progetti.

Nel 2014, come spesso accade nelle città, abitanti del quartiere uniti a diverse associazioni “del barrio” si oppongono alla possibilità che il solito pezzo di terra abbandonato diventi un campo da calcio o abbia altre finalità, il più delle volte commerciali. Si impuntano, lottano, finché tre anni fa riescono ad avere in concessione dal Comune il terreno per farne degli orti. Fin qui nulla di eccezionale.

Ma qui comincia la parte interessante: abitanti, gruppi, associazioni si riuniscono a lungo, litigano, si confrontano e alla fine decidono: non se ne faranno piccoli appezzamenti per singoli, ma si gestirà tutto collettivamente, insieme.

Visito l’orto, nel quartiere di Horta-Guinar e parlo con Montse e Pepa, che ne fanno parte dall’inizio:

“E’ un’esperienza molto bella, ogni lunedì ci riuniamo in assemblea e decidiamo il da farsi. Sulla carta siamo 150, ma siamo una quarantina quelli che sono presenti spesso e si danno da fare. Gli appezzamenti sarebbero 33, ma li abbiamo divisi in 5 sottogruppi in modo da organizzarci meglio. Non è sempre facile, ma alla fine troviamo una soluzione. Si decide tutto insieme, a partire da cosa seminare.”

Come fate la ripartizione dei prodotti?

“Una volta alla settimana si fa la raccolta e si divide tra tutti e tutte. Una volta al mese diamo quello che raccogliamo a un ente del quartiere che aiuta persone e famiglie in difficoltà. Quando c’è qualcosa che non può essere per tutti si fa una lotteria. Ci divertiamo.

C’è chi ne sa tanto e insegna e spiega a chi ne sa meno; c’è sempre da imparare. Facciamo il compost, produciamo i nostri semi, ospitiamo gruppi delle scuole, organizziamo anche corsi, feste e cene. Non è tanto una questione di “produrre, consumare, risparmiare”; c’è molta socialità, condivisione, rapporti umani, piacere nello stare insieme, nel FARE qualcosa insieme, nel condividere. Non è sempre facile, a volte le discussioni sono lunghissime, ma va bene così. Siamo felici e orgogliose della scelta che abbiamo fatto.

Per certi aspetti siamo dei “privilegiati” e a volte ci prendono in giro: non sono orti occupati, non rischiamo lo sgombero, li abbiamo ottenuti in concessione dal Comune, che ha anche installato una rete per l’irrigazione automatica, ma ciò non toglie che ci sia tanto da fare e un’esperienza del genere aiuti a tenere vivo e unito un quartiere.

Queste esperienze sono “figlie” del movimento degli Indignados?

Sicuramente.

Per saperne di più: http://hortplaiarmengol.org/