#InclusioneDonna incontra la Ministra Bonetti: entro luglio le prassi di riferimento

Nonostante le importati iniziative avviate dal governo per portare l’occupazione femminile all’obiettivo del + 4% entro il 2026, con rammarico le 69 associazioni aderenti al network #InclusioneDonna hanno rilevato, nell’incontro di ieri con la Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Elena Bonetti, che nel testo del disegno di legge delega al Codice degli Appalti, avviato alla Camera lo scorso 23 maggio, è sparito ogni riferimento alla certificazione della parità di genere come elemento di premialità nelle gare di appalto per le imprese che la adottano e che può contribuire in materia determinante al riequilibrio di genere nel mondo del lavoro .

Le rappresentanti di #InclusioneDonna, rete nata nel 2018 con lo spirito di supportare le istituzioni a raggiungere gli obiettivi in tema di occupazione e rappresentanza femminile, si augurano che nel testo, ora tornato al Senato, piuttosto che all’interno di specifici Decreti della Presidenza del Consiglio, venga incluso questo elemento, che potrà giocare un ruolo fondamentale per garantire il rispetto della parità di genere, ove previsto quale requisito per l’ammissione alle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici.

La società civile, tra cui Inclusione Donna, ha dato un contributo straordinario al percorso che abbiamo portato avanti nelle politiche di parità di genere. Nell’ambito del Pnrr la certificazione per la parità di genere delle imprese dà vita a uno degli strumenti più rivoluzionari del nostro sistema economico, che inciderà su tutte le filiere e gli aspetti dell’imprenditoria del nostro Paese”, ha commentato la Ministra Bonetti. “Abbiamo già approvato la prassi di riferimento e definito le regole per il processo di certificazione. Contiamo entro luglio di far partire il tutto. Il Pnrr prevede un contributo alle PMI, per accedere alla certificazione, di una cifra massimale complessiva di 15 mila euro per azienda. Abbiamo previsto – ha spiegato la Ministra – che la certificazione darà vantaggi fiscali alle imprese che otterranno la certificazione di parità di genere: uno sconto dei contributi previdenziali per cui abbiamo stanziato 50 milioni di euro l’anno. Il governo con il decreto 36 del 30 aprile 2022 ha già modificato il codice degli appalti pubblici, introducendo premialità per le aziende che otterranno la certificazione.”

A partecipare al dibattito, moderato da Sila Mochi, cofounder di #InclusioneDonna e tenuto in Campidoglio Monica Lucarelli, Assessora alle Attività produttive e alle Pari Opportunità di Roma Capitale; Enrica Onorati, Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo e Pari Opportunità della Regione Lazio; Francesca Bagni Cipriani, Consigliera Nazionale di Parità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Stefano Pizzicannella, Direttore Generale per gli Affari Internazionali e Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Benissimo le iniziative del governo, ma dobbiamo continuare a lavorare con percorsi mirati per incrementare l‘empowerment femminile – ha affermato l’Assessora Lucarelli – In questa direzione come amministrazione stiamo portando avanti progetti mirati che partano sin dalle scuole. Perché per trovare una strada che includa davvero il mondo femminile nel lavoro è necessario battere ogni tipo di terreno. Come Roma capitale abbiamo portato avanti un progetto che incrementi anche la presenza femminile nelle facoltà STEM. A Roma avvieremo un gruppo di lavoro con le imprese del territorio per aiutarle in questo percorso.

È stato un incontro molto arricchente. Grazie ad Inclusione Donna -ha dichiarato l’Assessora Onorati- che ha messo a disposizione un lavoro importante di ricognizione e messa a sistema delle misure in essere e in itinere, segnalando eventuali modifiche virtuose e strumenti concreti per la realizzazione della parità di genere nel mondo del lavoro, per l’abbattimento del gender pay gap e per una piena realizzazione del PNRR in una prospettiva di genere. Gli obiettivi sono chiari e pienamente condivisi: la piena partecipazione delle donne al mondo del lavoro, il rispetto e la tutela effettiva della maternità e la realizzazione della democrazia paritaria in tutte le sue sfaccettature, su cui abbiamo molto da lavorare e impegnarci come cittadine e istituzioni “.

#InclusioneDonna plaude i risultati finora raggiunti e stimola le istituzioni a impegnare maggiori energie e risorse per raggiungere più rapidamente gli obiettivi già previsti, elevando al contempo i target di occupazione e rappresentanza femminile.

Di primaria importanza in questa fase storica è altresì prevedere vantaggi fiscali e finanziamenti agevolati per le imprese di qualsiasi dimensione che si avvarranno della certificazione di genere, attestato oggettivo dell’impegno del datore di lavoro sulle misure adottate per ridurre il divario tra sessi nelle retribuzioni, opportunità di crescita e tutela della maternità.

L’investimento 1.3 della Missione 5 C1 del PNRR mira a implementare il Sistema di Certificazione della Parità di Genere con l’obiettivo di assicurare una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e ridurre il gender pay gap attraverso la creazione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere, che accompagni e incentivi le imprese ad adottare policy adeguate per migliorare le condizioni di lavoro delle donne anche in,tivi nelle imprese.

Le misure previste dal PNNR sono:

  • definire un sistema per la certificazione sulla parità di genere e del meccanismo premiante
  • creare un sistema informativo con funzione di piattaforma di raccolta di dati disaggregati per genere e di informazioni sulla certificazione, nonché dell’albo degli enti accreditati
  • aprire il sistema di certificazione sulla parità di genere a tutte le imprese (grandi, medie, piccole e microimprese). Nella fase sperimentale, fino alla prima metà del 2026, la certificazione sarà agevolata per le imprese di medie, piccole e micro-dimensioni, e accompagnata da servizi di accompagnamento e assistenza.

La Certificazione della parità di genere – di cui all’art 46-bis del decreto legislativo 198/2006 (Codice delle pari opportunità) – è istituita dal 1° maggio scorso, con l’entrata in vigore delle modifiche introdotte dal DL 30 aprile 2022 n.36 “Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)” agli articoli del codice degli appalti (DLGS 50/2016) in tema di parità di genere .

In attuazione di ciò, la UNI/PdR 125:2022, pubblicata a marzo scorso, introducendo uno standard nazionale per la certificazione per la parità di genere, prevede l’adozione di 33 specifici indicatori chiave di prestazione (KPI) per valutare e misurare le politiche di parità di genere all’interno delle organizzazioni pubbliche e private.

In base a questi standard gli enti accreditati potranno rilasciare le Certificazioni di Parità di Genere.

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#Inclusione Donna è un’alleanza di Associazioni femminili e non, fondata a dicembre 2018, che oggi riunisce 69 Associazioni e 42 Ambassador per promuove la parità di genere nel mondo del lavoro e della rappresentanza, ispirandosi ai principi democratici fondamentali della nostra Costituzione. Un punto di aggregazione che rappresenta oltre 50 mila donne, tra professioniste, manager, imprenditrici, impiegate in diversi settori del mondo lavorativo.

Il 17 ottobre 2019 queste associazioni si sono riunite per la prima volta a Roma in occasione dell’’evento “Meno occupate, meno pagate. Donne e lavoro in Italia” organizzato da #Inclusione Donna per presentare il proprio programma di 10 istanze (di cui 7 in ambito occupazione e 3 in ambito rappresentanza) e consegnarlo formalmente ai rappresentanti dei maggiori partiti politici.

Oggi #Inclusione donna, dopo 30 mesi di instancabile azione propositiva e coinvolgente per finalizzarlo, è focalizzata sul “mettere a terra” linee guida organizzative e strumentali sulla Valutazione di Impatto di Genere delle misure, affinché il cambio culturale in merito alla parità di genere possa essere interiorizzata, oltre che dalle organizzazioni, anche dalla politica e dalle articolazioni in Parlamento chiamate a legiferare.