Lunedì prossimo ore16:00 manifestazione di piazza [per  info vedi Radio AUT]

Quest’anno desideriamo ricordare Peppino Impastato attraverso le sue stesse parole, riprendendo alcune poesie tratte da G. Impastato, Lunga è la notte (Centro Siciliano di Documentazione Giuseppe Impastato, csd quaderni/8, maggio 2002) e la “chiusa” di un suo reportage pubblicato sul giornalino L’idea socialista, che descrive La Marcia della Protesta e della Speranza da Partanna a Palermo, organizzata da Danilo Dolci con le popolazioni del Belice nei primi giorni del marzo 1967

 

1

Un mare di gente

a flutti disordinati

s’è riversato nelle piazze,

nelle strade e nei sobborghi.

È tutto un gran vociare

che gela il sangue,

come uno scricchiolio di ossa rotte.

Non si può volere e pensare

nel frastuono assordante;

nell’odore di calca 

c’è aria di festa.

 

5

E venne a noi un adolescente

dagli occhi trasparenti 

e dalle labbra carnose,

alla nostra giovinezza

consunta nel paese e nei bordelli.

Non disse una sola parola

né fece gesto alcuno:

questo suo silenzio

e questa sua immobilità

hanno aperto una ferita mortale

nella nostra consunta giovinezza.

Nessuno ci vendicherà:

la nostra pena non ha testimoni.

 

11

Il cuore batte con l’orologio

il cervello pulsa nella strada:

amore e odio

pianto e riso.

Un’automobile confonde

tutto: vuoto assoluto.

Era di passaggio.

 

14

I miei occhi giacciono

in fondo al mare

nel cuore delle alghe

e dei coralli.

 

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“Conclude la serie degli interventi [in piazza Kalsa] molto drammaticamente Vo Van Ai: «Tutta la mia infanzia e quella della mia generazione non ha conosciuto che la guerra. A tredici anni ho conosciuto la prigione. La prima notte che mi hanno arrestato, nella camera degli interrogatori ho visto coi miei occhi cinque miei compatrioti torturati fino alla morte. Ho visto donne violentate, villaggi incendiati, bambini gettati nel fuoco. Ma tutte queste immagini esprimono soltanto la milionesima parte di quanto avviene attualmente nel Sud Vietnam, giorno dopo giorno, notte dopo notte. Avete mai visto dei bambini napalmizzati? Avete mai visto madri divenire folli davanti ad atrocità incommensurabili? Immaginate il cielo della Sicilia tutto ad un tratto stracciato da migliaia di aerei della morte, il cui solo rumore dei motori ci rende folli? Immaginate le vostre case e le vostre spiagge divenire d’un tratto basi militari?

Ora nel Sud Vietnam una prostituta può nutrire quattro persone (la ruffiana che l’alberga, il protettore, l’uomo che col triciclo le porta il cliente e lei stessa), mentre un operaio specializzato non ha il lavoro per guadagnarsi il pane. Ci sono ragazze che scambiano il loro corpo per un pezzo di pane o per una bottiglia di latte.

E chi deve ricevere aiuti governativi vede che le sue somme attraversando tante mani burocratiche divengono un niente.

Né la libertà, né democrazia ora esistono nel Sud Vietnam. Chi parla di pace e di neutralismo viene tacciato come comunista, imprigionato e ucciso.

Affinché una soluzione sia realizzabile, è necessario che tutti i popoli del mondo facciano pressione sui loro governi perché questi all’unanimità domandino:

  1. La cessazione immediata di tutti i bombardamenti americani nel Vietnam.
  2. La cessazione del sostegno americano al governo Ky nel Sud Vietnam.
  3. La costituzione al Sud di un governo civile eletto dal popolo, indipendente da tutte le ingerenze straniere, che possa lavorare effettivamente per la pace, negoziando per la cessazione delle ostilità e tendendo alla riunificazione.

Voi avete sentito che i nostri problemi sono anche i vostri; come io sento che i vostri problemi sono anche i miei.

La soluzione dei problemi fondamentali nel Vietnam, nella Sicilia, in ogni paese del mondo è necessaria non solo al singolo paese ma a ciascuno al mondo. Viva il Vietnam e la Sicilia». Jerry Cooper, cantante negro ha cantato infine uno spiritual”.