Da questa mattina, gli spazi del Circolo Arci Bellezza di Milano ospiteranno la settima edizione del Festival dei Diritti Umani. La prima giornata, dedicata al tema Salute e diritti, si è aperta oggi con un’intervista a Rossella Miccio, presidente di Emergency. Chi minaccia il diritto alla salute? Non solo la guerra, anche tutte le disuguaglianze: povertà, analfabetismo, discriminazioni, coercizioni. E queste sono “malattie” altrettanto nocive da curare se si vuole garantire il pieno diritto alla salute.

La guerra è anche causa di cicatrici che possono durare per una vita intera: oggi gli appuntamenti proseguono con la presenza di numerosi ospiti. Si parlerà ancora di Salute e guerra all’interno della sezione SPOTLIGHT delle 15 con Alberto Cairo, delegato del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Afghanistan. Si tornerà a parlare di discriminazioni, in particolare quelli che hanno marginalizzato le donne anche nella medicina con Silvia De Francia e Maura Gancitano alle 18.30 nel TALK Che genere di medicina!

«Il diritto alle cure è un diritto umano fondamentale, quindi vale per tutti, altrimenti sarebbe un privilegio di pochi ». Lo ha ribadito Rossella Miccio, presidente di Emergency in occasione della sua intervista al Festival dei Diritti Umani «In tutti i conflitti, il ruolo del medico è quello di garantire cure a tutti quelli che ne ha bisogno, indipendentemente dall’affiliazione religiosa, politica, dal colore della pelle. In tutti i conflitti in cui siamo presenti siamo assolutamente neutrali nei confronti delle cure e prendiamo solo una parte: quella delle vittime, che purtroppo in tutte le guerre sono per il 90 % civili, persone come noi che molto spesso non hanno nulla a che vedere con le ragioni della guerra. Sono vittime inconsapevoli di scelte altrui.

Non sempre è facile garantire questo diritto in Afghanistan, dove le regole impongono che le donne devono stare in secondo piano. «Siamo in Afghanistan dal ’99 e da subito ci siamo impegnati per garantire lo stesso accesso alla cura a uomini e donne. Per questo abbiamo aperto un ospedale nella Valle del Panjshir per le donne. Tutti ci consideravano dei pazzi. Beh, quell’ospedale è diventato un luogo dove le donne nella valle del Panjshir vengono a partorire e a farsi seguire durante la gravidanza, ma è anche un luogo di formazione ed emancipazione per le donne stesse che in molte occasioni diventano dei supporti per la famiglia e per la società. Da quest’anno nonostante il regime dei talebani partirà una scuola di specializzazione in anestesia e per la prima volta terapia intensiva nel paese: e su 24 nuovi specializzandi il 20% sono donne. Abbiamo la prima dottoressa Rashida che inizia il percorso per specializzarsi» – conclude Rossella Miccio.

Il Festival dei Diritti Umani continua fino al 6 maggio online sulla piattaforma www.festivaldirittiumani.stream

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Ufficio Stampa Festival dei Diritti Umani