L’assemblea permanente Riapriamo il Maria Adelaide ha indetto oggi una conferenza stampa davanti all’ex Astanteria Martini di largo Cigna 74 per informare sugli ultimi sviluppi della campagna e sulle vicende in qualche modo legate ad essa.

Con l’occasione si è tracciato un bilancio delle attività dell’assemblea che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, l’importanza dei comitati di cittadini nel verificare le politiche delle amministrazioni locali, con particolare riguardo al tema della sanità pubblica che subisce da anni un attacco fatto di chiusure, riduzione di organico e finanziamenti, in un processo progressivo di ritiro della sanità pubblica a favore di quella privata.

La resistenza del comitato ha ottenuto la promessa di riutilizzo di una parte della struttura, circa 1.000 Mq, da adibire a medicina riabilitativa: questo obiettivo non è sufficiente perché per i restanti 12.000 mq della struttura è ancora attivo il progetto di realizzare alloggi per gli atleti delle universiadi in un primo momento ed uno studentato in un momento successivo.

La disponibilità di fondi del PNRR appositamente dedicati alla creazione di ospedali di comunità e strutture decentrate ha fatto nascere il recente progetto di riapertura dell’Astanteria Martini, struttura ospedaliera fatiscente sita in largo Cigna 74, chiusa più di venti anni fa: qui, con buona pace della decentralizzazione delle strutture, sta nascendo un progetto finanziato dal PNRR che prevede due Case della Comunità, due Ospedali di Comunità e tre Centrali Operative.

Che si riapra l’Astanteria Martini è chiaramente una notizia positiva, meno positivo è il concentrare in una unico punto metà dei fondi previsti per gli ospedali di comunità,  riproducendo quell’idea dei poli sanitari tanto in voga nella politica piemontese che va contro le idee e le specifiche per l’uso dei fondi europei e si è rilevata fallimentare durante la pandemia; lasciando inoltre sguarnito di strutture decentrate una parte di territorio popolosa e piena di necessità che solo strutture decentrate possono coprire in maniera efficace.

Un eventuale cambio di rotta sull’utilizzo dei fondi del PNRR va quindi pensato ora, prima della scadenza per la presentazione dei progetti prevista per il 31 maggio.

Il comitato Riapriamo il Maria Adelaide quindi chiede

  • Al Comune di Torino una modifica la Piano Regolatore che specifichi la destinazione d’uso dell’area in cui sorge l’ex ospedale Maria Adelaide a servizio sanitario pubblico; attualmente l’area è destinata a servizi sanitari, senza specificare se pubblici o privati; chiede inoltre una sua presa di posizione più forte sulla riattivazione di tutta la struttura come presidio sanitario.
  • Alla Regione Piemonte l’abbandono della politica dei grandi poli sanitari che continua a seguire malgrado le indicazioni per l’uso dei fondi del PNRR parlino esplicitamente di sanità decentrata e di comunità.
  • Sempre alla Regione Piemonte, un progetto per aprire una Casa della Comunità nel comprensorio del Maria Adelaide sfruttando i fondi previsti dal PNRR.

Durante la conferenza stampa è stata ricordata la campagna di valutazione partecipativa lanciata dall’assemblea per richiedere le dimissioni del direttore dell’ASL Città di Torino dr.Carlo Picco, motivata dall’inadempienza ai suoi compiti istituzionali.

Le dichiarazioni di Mariangela Rosolen, esponente del Comitato Riapriamo il Maria Adelaide:

Video della conferenza stampa: