La pandemia ha accelerato modifiche nel mondo del lavoro, trovando soluzioni che con ogni probabilità sarebbero in qualche modo venute a galla in futuro. In particolare ci si è accorti che si poteva lavorare senza andare in ufficio, imparare da casa e sopravvivere, riducendo i contatti faccia a faccia, anche se notevoli svantaggi non sono stati completamente risolti. La produttività delle aziende però non è diminuita e adesso che non pochi dipendenti stanno riducendo o persino abbandonando il lavoro remoto si inizia a riconsiderare il numero di ore lavorative per aumentare la qualità della vita. In California una recente proposta vede la soluzione nella riduzione della settimana lavorativa a 4 giorni a parità di stipendio.

I parlamentari Evan Low (Contea di Santa Clara) e Cristina Garcia (Contea di Los Angeles) hanno presentato un disegno di legge che ridurrebbe a 32 ore la settimana lavorativa. Ore oltre questa cifra farebbero scattare gli straordinari pagati una volta e mezzo di più e il doppio dopo 12 ore. In effetti, la settimana lavorativa sarebbe ridotta a quattro giorni invece degli attuali cinque, con un fine settimana di 3 giorni.

La proposta di legge si applicherebbe solo alle aziende con 500 dipendenti o più. Verrebbero esclusi i dipendenti pubblici, quelli con contratti sindacali, i dipendenti delle compagnie aeree, camionisti, attori, conduttori radiofonici o televisivi e babysitter. Si stima che la nuova legge, se approvata dalla legislatura e firmata dal governatore, coprirebbe 2.600 aziende per un totale di 3,6 milioni di lavoratori. Si tratterebbe in un certo senso di un aumento di salario del 10% che beneficerebbe indirettamente anche altri lavoratori esclusi. Si sa che quando un gruppo di lavoratori riceve un aumento la pressione aumenta in altri settori per ottenere simili migliorie. Se per esempio un lavoratore avesse la possibilità di scegliere fra una piccolissima azienda con 40 ore settimanali e una con 32 ore sceglierebbe nella maggioranza dei casi quella con 4 giorni lavorativi invece di 5. Questa pressione verso stipendi più alti riceve ossigeno anche dalla recente formazione di sindacati in alcune caffetterie di Starbucks e in un magazzino di Amazon. La pressione verso stipendi più adeguati beneficia anche quelli che non fanno parte dei sindacati. Considerando i notevoli profitti ottenuti dalle aziende persino durante la pandemia sarebbe giusto che anche i dipendenti ne beneficiassero almeno in parte. Da rilevare anche che i lavoratori sono divenuti più produttivi, ma i loro salari non riflettono questa efficienza.

La California sarebbe il primo Stato dell’Unione a mettere in pratica la settimana lavorativa di 4 giorni, ma altri Paesi lo hanno già fatto almeno in parte. Spicca fra questi l’Islanda, che realizzò due prove su larga scala fra il 2015 e 2019 riducendo la settimana lavorativa a 35 o 36 ore a parità di salario, senza effetti negativi sulla produttività. Inoltre il benessere della popolazione aumentò secondo criteri misurati accuratamente e anche il “burnout”  (l’esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale) diminuì. Come risultato di queste prove l’86% degli islandesi lavora di meno o sta ottenendo il diritto di ridurre le ore lavorative. La Nuova Zelanda sta facendo dei programmi piloti su strade molto simili. Alcune compagnie dell’industria tech come Bolt e Basecamp nella stessa California hanno ridotto le ore lavorative senza effetti negativi.

Il percorso per l’approvazione della settimana lavorativa di 4 giorni e 32 ore non sarà facile. Come spesso succede quando si tratta di benefici ai lavoratori la Camera di Commercio della California si oppone asserendo che si tratterebbe di un “job killer” (ammazza lavori). Citano i costi alle aziende, temendo che potrebbero abbandonare il Golden State e trasferirsi in Stati vicini come l’Oregon, il Nevada o persino in Texas. La riduzione a 32 ore di lavoro potrebbe costringere le aziende ad assumere altri dipendenti, cosa difficile di questi giorni poiché il tasso di disoccupazione è sceso al 3,6% e poca gente cerca lavoro. Bisogna dunque aumentare gli stipendi. Spesso si sente dire che la gente non vuole lavorare, ma in realtà ognuno vuole dare il suo contributo. Allo stesso tempo le 40 ore settimanali, stabilite dal Congresso nel 1940, andrebbero riconsiderate alla luce dell’aumentata produttività. L’Economic Policy Institute ci informa che dal 1979 al 2020 la produttività è aumentata del 61%, mentre i salari sono aumentati solo del 17%.

Con quasi 40 milioni di abitanti, la California è lo stato più popoloso degli Stati Uniti. È anche il più ricco e se fosse una nazione indipendente si piazzerebbe al quinto posto al mondo per quanto riguarda il PIL. Un eventuale successo della riduzione della settimana lavorativa a 32 ore avrebbe effetti sugli altri Stati americani, ma anche su altri Paesi del mondo.