Avremmo potuto.

Sì avremmo potuto.

Lo abbiamo sperimentato nel concreto.

Le terapie funzionavano, le persone guarivano.

Non tutti. Ma quando una persona non ce la faceva si trattava di un fatto rarissimo. 18 persone su 60.000 trattati. Nei 60.000 che si sono rivolti a noi, coloro che soffrivano di patologie pregresse sovrarappresentavano considerevolmente quella che era la realtà. Non curavamo persone sane ma molto spesso persone anche molto gravi.

Avremmo potuto, noi italiani, salvare 150.000 persone che oggi sarebbero ancora accanto ai loro cari.

Invece abbiamo scelto di mettere nell’angolo De Donno, lentamente, strisciantemente, fare sparire il plasma dalle opzioni terapeutiche.

“Non è efficace. Può aggravare la situazione”. Questo sostenevano i saccenti sedicenti scienziati in TV con l’appoggio di giornalisti lobotomizzati.

Ora la notizia data da una prestigiosissima rivista scientifica che il plasma avrebbe salvato il 50% di vite umane passa in sordina. Non viene riportata dalla stampa e dalla televisione.

Eh sì… perché la traduzione politica sarebbe: 80.000 persone potevano essere salvate soltanto con l’utilizzo del plasma.

Altre avrebbero avuto salva la vita con cortisone, antinfiammatori, eparina e antibiotici.

Il governo e le autorità sanitarie hanno scelto di lasciare morire le persone indicando la vigile attesa quale via maestra da percorrere.

Ma la responsabilità non è soltanto dei vertici.
Dobbiamo guardare a noi tutti: pecore che scelgono di non uscire dal gregge.

Pecore che attaccano chi esce dal gregge.

Pecore che non vivono il dubbio perché potrebbe scuotere le loro grigie vite.

Incuranti del fatto che esista un altro modo di vivere.

Anziché curare subito (quando ancora i vaccini non c’erano) si è preferito attendere e lasciare morire.

Poi si è preferito vaccinare anche contro la ratio medico-scientifica, contro il rapporto rischio/beneficio, contro patologie che rischiavano di aggravarsi, contro il fatto che non si vaccina chi ha avuto la malattia.

Sostenendo prima che il vaccino non avrebbe fatto circolare il virus – cosa rivelatasi una bugia di dimensioni gigantesche e poi che avrebbe contribuito a raggiungere l’immunità di gregge – altra fandonia che verifichiamo quotidianamente.

L’unico dato reale consiste nell’aver ridotto, in modo considerevole, la letalità della malattia. Ad oggi non si sa a quale prezzo, perché mentre gli eventi avversi di medio-lungo periodo di cortisone, eparina, antibiotici e plasma si conoscono, quelli relativi al vaccino ad mRNA non si conoscono.

Si è rinunciato a curare persone anziane e con patologie concomitanti, si è vaccinato bambini sani che non rischiavano di morire con un vaccino sperimentale.

Insomma, si è compiuta una operazione che la storia ricorderà come una aberrazione medico/scientifica.

L’unico dato che non mostra elementi di discussione, accettato da politici e giornalisti è l’enorme ricavato dei vaccini – pagati dai contribuenti – da parte delle aziende farmaceutiche e non mostra l’interesse ad una discussione nemmeno l’utilizzo di parte del ricavato finalizzato a condizionare ulteriormente la libertà della ricerca scientifica, la libertà di pubblicazione scientifica, la liberta di una informazione non di parte.

Stiamo uccidendo la concezione di una medicina preventiva e personalizzata. Stiamo uccidendo l’equilibrio ambientale del pianeta.

I casi di cancro, malattie autoimmunitarie, diabete, malattie cardiovascolari e obesità rappresentano la causa di decesso di 4 persone su 5. Sempre più giovani.

Anziché cambiare il modello di sviluppo e lo stile di vita, causa di tutto questo, si investe sulla ricerca per l’individuazione di nuovi farmaci che danno grandi speranze di incasso ma che allungano la vita soltanto di qualche mese a scapito di sofferenze aggiuntive.

Ci si ammala sempre più giovani e sempre in numero maggiore.

È il popolo che deve reagire.
Le persone delegate a rappresentare la nostra salute e i nostri interessi sono intenti a fare altro.