Il presidio per la Pace del sabato organizzato dal coordinamento Agite è diventato un appuntamento fisso, che si manterrà ad oltranza fino a che sarà necessario data la situazione critica del conflitto in Ucraina.

Ieri erano presenti circa duecento persone tra rappresentanti delle organizzazioni che fanno parte del coordinamento, famiglie e singoli.

L’obbiettivo di AGITE è quello di riunire associazioni e singoli su una piattaforma minima per la pace in Ucraina ed oltre sintetizzabile nei punti seguenti

  • un cessate il fuoco immediato
  • il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina
  • un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte
  • la neutralità e integrità territoriale dell’Ucraina
  • la gestione della crisi all’interno dell’ONU
  • il blocco delle forniture di armi e supporto militare alle parti in conflitto
  • l’accoglienza dei profughi senza discriminazione per nazionalità, religione o colore della pelle.
  • La non discriminazione dei cittadini in base alla nazionalità e scelta belligerante dei propri governi.
  • L’impegno dell’Italia per sostenere la pace e non la guerra

Da un presidio all’altro continua l’impegno del coordinamento per allargare la partecipazione e dare rappresentanza al diffuso sentimento pacifista presente nell’opinione pubblica.

Al microfono si sono alternati per brevi interventi rappresentanti dell’ACLI, dell’ANPI, della campagna Europe for Peace, del Partito Democratico, di Rifondazione Comunista, del Sermnig, di Sinistra Anticapitalista, con intermezzi musicali del coro “Union des Amis Chanteurs” e letture.

Diverse le suggestioni passate negli interventi: dal generale concetto che non si può ottenere la pace armando le parti in conflitto, alla necessità di un disarmo nucleare e convenzionale per evitare futuri conflitti. Dall’organizzazione di una rete di solidarietà e supporto per i profughi ucraini alla necessità di una grande campagna pacifista a livello europeo.

In piazza era possibile firmare la petizione per bloccare l’aumento della spesa militare italiana al 2% del PIL votato in Parlamento a larga maggioranza la scorsa settimana.

Appuntamento sabato prossimo alle 11 in piazza Castello.