Abbiamo ascoltato con grande attenzione e preoccupazione l’intervento alle Camere riunite del premier ucraino Volodymyr Zelensky. Lo abbiamo sentito chiedere un aumento della pressione sanzionatoria nei confronti della Russia; non ha parlato d “no fly zone” né ha fatto alcun richiamo alla nostra Resistenza.

Ci ha sorpreso molto negativamente l’intervento del nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha invece rincarato la dose con le sue accuse contro l’intera Russia e ponendo come fondamentale l’aumento del sostegno militare all’Ucraina. Come ManifestA continuiamo ad affermare che tale sostegno non rappresenti affatto uno strumento utile a realizzare l’obiettivo fondamentale per chi sta pagando l’invasione, ovvero un immediato “cessate il fuoco”. Il dovere di ogni Paese in questo momento è certamente quello di accogliere chi fugge, ma contemporaneamente di mettere al primo posto di ogni agenda l’apertura di un reale tavolo di trattativa che porti a una pace duratura. E le armi non saranno mai strumento di pacificazione.

Silvia Benedetti, Yana Ehm, Doriana Sarli, Simona Suriano, Componente ManifestA, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea