Si è chiuso la mattina del 27 marzo a Riccione il congresso nazionale dell’Anpi con la relazione del presidente Gianfranco Pagliarulo, la votazione dei nuovi organismi dirigenti e la votazione dei documenti conclusivi.

Pagliarulo ha concluso il dibattito ricordando che il Congresso nazionale dell’Anpi  ha visto la presenza di moltissimi ospiti che hanno contribuito ad arricchire il dibattito.  Il congresso ha dimostrato concretamente come siano falsate le notizie apparse sulla maggioranza dei mass media presentando un congresso diviso. L’Anpi è un’associazione che vive di unità e pluralismo. Pagliarulo si è chiesto il perché di questa rappresentazione: «Perché fa paura e a chi? L’Anpi ribadisce la ferma condanna dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la piena solidarietà alle popolazioni colpite dalla guerra, la concreta disponibilità all’accoglienza dei profughi ma, al contempo, ribadisce anche la contrarietà all’invio delle armi e all’aumento delle spese militari. Così come non smetterà di battersi per la pace».  Su questo, ha aggiunto Pagliarulo, non siamo soli: basta pensare alle parole di Papa Francesco e a come sia stato oscurato dai media.

Per il resto l’Anpi conferma il suo impegno sui temi già oggetto dei documenti congressuali, degli interventi dei delegati e dalla relazione introduttiva. Per dirla con uno slogan, l’Anpi conferma il suo surplus di impegno civile sui temi della persona, del lavoro, della socialità. Ribadisce il suo impegno antifascista,  per una memoria attiva e per la piena attuazione della Costituzione.

Concludendo la sua relazione Pagliarulo ricorda le parole di un writer milanese: chi semina nel vento farà fiorire il cielo.

Si è poi passato alla votazione dei nuovi organismi dirigenti: Comitato Nazionale, Presidente onorario riconfermando Carlo Smuraglia,  approvati all’unanimità con 6 astensioni.

Anche i documenti nazionali e la relazione di Gianfranco Pagliarulo sono stati approvati all’unanimità con 20 astensioni. Il canto corale di Bella ciao ha concluso il congresso.

Renato Tettamanti

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